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ALLARME SUICIDI: emergenza psichiatrica

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ALLARME SUICIDI: emergenza psichiatrica

L’isolamento sociale, l’intrappolamento in casa e la solitudine del lockdown, dal quale siamo da poco usciti, si sono rivelati come previsto molto pericolosi per l’esposizione a problemi di alcolismo, droghe e suicidi.

È arrivata la fase 2: finalmente si può ripartire, seppur con gradualità; ma non tutti sono pronti …Molte persone presentano la “Sindrome della capanna”, cioè la tendenza ad avvertire un senso di disagio, di inquietudine e di ansia quando escono  di casa. Da una parte c’è chi ha paura di uscire dal guscio protettivo, dall’altra chi cerca di agire come se nulla fosse, rimuovendo il momento traumatico che abbiamo vissuto a livello collettivo; sono due reazioni speculari che allo stesso modo evidenziano un disagio.

Per molti il ritorno alla routine precedente e, quindi, al proprio ruolo, suona come una minaccia. Dal punto di vista psicologico per adattarsi alla libertà limitata, molti hanno vissuto un vero e proprio processo di regressione, ad uno stato emotivo e cognitivo precedente. La regressione tipicamente accompagna i momenti di crisi, ma a volte induce alla rinuncia della vita stessa. Gli studi scientifici dimostrano che ogni qualvolta siamo vittima di epidemie, crisi economiche ed emergenze internazionali, si assiste ad un incremento di disturbi mentali che possono portare a idee ed agiti di auto soppressione. Queste manifestazioni si inseriscono in un più ampio complesso di comportamenti generalmente successivo a periodi di elevato stress, con traumi psicologici. Dopo ogni trauma segue una fase detta “di rielaborazione” e di paura, in cui ognuno di noi reagisce con il proprio temperamento e resiste con la propria resiliance. L’incremento dei suicidi nella popolazione, quali reazioni o conseguenze, sono quindi direttamente proporzionale alla gravità dei traumi subiti.

La paura di un nemico, invisibile e pericoloso, determina nelle persone uno stato di tensione persistente, che può aggravare le condizioni di chi già soffre di disturbi psichici oltre che scatenare depressione, crisi di ansia, panico e  Disturbo post-traumatico da stress (tutti associati ad un aumentato rischio di suicidio), anche in chi non ne ha mai sofferto. Non può sorprenderci se stiamo vivendo un’emergenza anche di tipo psichiatrico!

In Italia, durante il lockdown, la metà dei suicidi e tentati suicidi era rappresentato da imprenditori, quale conseguenza dell’emergenza Covid-19 dal punto di vista economico e sociale. Nell’ultimo mese, nella nostra  Provincia, sono cresciuti notevolmente i fenomeni di disagio psicologico. La perdita del posto di lavoro, i fattori di stress finanziari, l’erosione del proprio conto corrente e l’incertezza lavorativa futura sono fattori di rischio ben noti che aumentano le probabilità di suicidio. Ad esempio, molti giovani hanno dovuto interrompere lo studio e i loro piccoli lavori saltuari, aggravando gli stati di ansia e di panico per le loro prospettive future.

Alla preoccupazione per la salute si è aggiunta l’insicurezza economica. I suicidi di questi giorni sono tanti, troppi. Numeri impressionanti, che testimoniano come gli effetti collaterali del virus uniscono la crisi economica al disagio psichico.  Disagio ancora poco considerato dalle attuali politiche del nostro Governo, che sottovaluta la necessità di sostenere psicologicamente le fasce più vulnerabili della popolazione, tra cui includerei anche chi è stato stigmatizzato a causa della positività al COVID-19 e chi, a seguito dell’esposizione ripetuta e dettagliata dei media a resoconti irresponsabili su morti, dolore e suicidi, può aumentare la paura ed incrementare l’emulazione.

                        Manuela Di Giampietro
 

(psicologa-psicoterapeuta familiare esperta nell'età evolutiva)

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Commenti

L’emergenza psichiatrica mi meraviglio che esca fuori solo adesso. Saranno almeno 50 anni che tante povere persone debbano continuare a sopportare il classico teramano cafone. Si cominci un’attivitá di sensibilizzazione di massa, atta a ristabilire il rispetto per sè stessi...a casa propria, se si stesse bene con il proprio IO, si sta divinamente! Non siamo in guerra...quì il discorso è molto più serio! La natura si sta incazzando sul serio, e che i teramani cominciassero fin da subito a cambiare le loro cafonate e a sensibilizzarsi o rimarranno nella loro merda...ma sarà terribile per loro ve lo assicuro. Evito di dilungarmi.

Buonasera, ormai sono diventata una Vostra affezionata lettrice. Riguardo questo delicatissimo argomento non c'è da aggiungere molto rispetto a quanto ha già detto in modo davvero competente la collega.
Mi permetto invece di fare un'osservazione: siete fra i pochi ( per non dire gli unici) ad avere la forza ed il coraggio di affrontare il tema del suicidio ( e questa non è la prima volta).
Ed il modo in cui lo fate è uno dei più rispettosi che io abbia mai visto.
Chi arriva a compiere un gesto così estremo, ha precedentemente percorso una lunghissima strada di dolore, per uscire dal quale non ha trovato altro mezzo che rinunciare definitivamente e concretamente a se stesso.
Essere profondamente consapevoli della portata di questa sofferenza, non deve diventare un alibi per non parlarne...anzi.
Trattare l'argomento, nel modo in cui lo fate voi, può aiutare chi sta camminando in una bolla di solitudine su quella maledetta strada e crede che nessuno possa capire quello che ha dentro.
Parlare del suicidio, con il rispetto di quell'estremo dolore e con la competenza di una psicologa è l'atto più concreto che si possa fare in due direzioni: per chi, purtroppo non ce l'ha fatta e per chi, invece può ancora fermarsi.