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Quanto sono costati i licenziamenti sbagliati alla Teramo Ambiente?

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Transazioni, conciliazioni, la rinuncia all'impugnazione del licenziamento (articolo 6, L. 604/1966, così come modificato dall’articolo 32, comma 1, L. 183/2010), termini che sono conosciuti in Teramo Ambiente.
Domande che rimangono nell'aria come gli alti costi del nostro Porta a Porta.
L'unica entrata rilevante nella municipalizzata aprutina è proprio la Città di Teramo dopo che il "direttorio" è riuscito a perdere la commessa milionaria della Città di Teramo.
Risultato?
Nessuno si è dimesso, nessuno ancora ha dato delle risposte sui dati ambientali di Carapollo, nessuno ha con trasparenza raccontato quanto ci sono costate le transazioni di alcuni importanti licenziamenti.
Di chi sono le responsabilità?
Perchè alla fine della giostra è sempre il cittadino teramano a dover pagare?
E si permettono anche l'intenzione di un arbitrato.
Il sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto ha promesso di mostrare con trasparenza i (nostri) documenti contabili alla Città.
Intanto, chi ha pagato?
Chi paga?

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Commenti

Buongiorno....a Teramo non succede mai nulla.
Nessuna andrà a vedere veramente queste cose.......a nessuno conviene scoperchiare le pentole.
pero se non paghi la spazzatura arriva cartella e bloccano auto casa ecc ecc.......

Basta!!!! Si torni ad internalizzare il servizio. Lo gestisca il comune cacciando tutti i City maneger

Andremo sempre meglio continuando in questo strano modo di gestione della Team,da anni sentiamo i proclami di questa società.
Uno dei motivi per cui abbiamo anche chiuso questa nostra attivita' commerciale,creata dal nostro compianto padre nel lontano 1957,e' stato quello di non riuscire più' a sopportare un costo medio intorno ai duemila euro l'anno,è solo perché ,la nostra superficie di vendita calpestabile era di 150/160 metri quadrati.Negli ultimi anni,dopo l'avvento della posta via mail,riuscivamo a riempire appena tre buste di carta l'anno,il cui costo di smaltimento per noi era di 60o/700 euro a busta.

Sono sempre stato un contribuente onesto ,ma negli ultimi dieci anni di attività ,mi sono sentito derubato e sicuramente ,l'imposta sugli immobili,la TARI,LA TASI e i vari balzelli fiscali,mi hanno portato alla decisione di
chiudere la nostra storica attività' commerciale,alla quale io e mia sorella nei
nostri 45 anni di lavoro onesto ,crediamo di averci messo tutta la nostra
passione ,il nostro impegno,e le nostre capacità' professionali,che nostro padre ci aveva insegnato ad utilizzare,cercando di mantenere questo nostro antico marchio nel settore delle rifiniture nell 'edilizia.Con profondo rammarico e con tanta tristezza,oltre due anni fa,abbassai le serrande del nostro storico NEGOZIO.........
Continuo comunque con immenso piacere,a raccogliere per strada le testimonianze a volte commoventi,di nostri storici clienti che,passando in centro davanti alle nostre serrande abbassate,provano un senso di tristezza.
Vogliate perdonare questo mio sfogo.

Carlo un ex commerciante in pensione.