Giornata di sciopero con il presidio davanti alla sede Amadori di Mosciano Sant'Angelo. "Abbassiamo i ritmi, aumentiamo i salari", si legge nello striscione appeso. Presenti dalle prime ore al fianco dei lavoratori e delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Teramo, unitamente alla RSU della All Coop, anche il consigliere regionale e presidente della commissione vigilanza Sandro Mariani, il consigliere regionale Dino Pepe e il vice sindaco di Mosciano Mirko Rossi.
«Come presidente della commissione vigilanza in Regione Abruzzo ho fatto un accesso agli atti e quello che emerge è semplice: l'azienda ha preso un contributo da 9milioni e mezzo di euro negli ultimi anni; su 2400 dipendenti solo 840 sono stabilizzati; è impossibile riuscire e interloquire e portare avanti le trattative con i vertici. Oggi non è più un vanto lavorare da Amadori, lavorare qui significa sopravvivere e portare a casa il pane». Questo il punto della situazione fatto da Mariani che rivendica anche la propria presenza al fianco dei lavoratori accusando l'assenza della Regione.
Assenza rimarcata anche da Pepe: «La vertenza va chiusa al più presto. Va sottolineato che la politica è mediazione: Regione Abruzzo ha tanti strumenti a disposizione, e io lo so perché sono stato assessore all'agricoltura, ma è asssente in questo caso e come del resto su molti altri tavoli».
Dal 2020 i lavoratori non registrano aumenti. «Stiamo trattando dal 2023», fanno sapere sindacati. «Ogni volta però che si arriva al punto economico si incaglia la trattativa. Ma i lavoratori non si arrendono, anche se lottare oggi, qui, significa rinunciare a un giorno di lavoro. Nonostante questo abbiamo avuto una forte adesione». Il miraggio per molti lavoratori resta la stabilizzazione.
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