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Dal C.A.F. all' A.B.C. Repetita NON iuvant!

5 minuti

Questa volta provo con estrema soddisfazione ad evocare quella frase che tante volte ho sentito pronunciare dagli anziani della mia famiglia e non solo: "Quando avevo i pantaloni corti...”. Bene!
Quando io avevo i pantaloni sopra le ginocchia, non c'era l'uomo nerboruto con il fez e la camicia nera che inneggiava all'impero sui colli fatali di Roma, nè tantomeno il “baffone” mangiatore di bambini; forse, più modestamente e sicuramente con un pizzico di minore “virilità”, la mia fanciullezza è segnata dal C.A.F. (Craxi, Andreotti e Forlani): l'acronimo riassuntivo di un patto non propriamente tacito che doveva consentire ai leaders della D.C. e del P.S.I. di spartirsi il potere e di continuare a governare.
Il C.A.F. fu spazzato via dalla stagione di Mani Pulite, dall'opinione pubblica incendiata dal Pool, da anchorman in erba (vi ricordate Brosio in collegamento perenne dal tribunale di Milano?), dalla consapevolezza che il Muro di Berlino era crollato e, con esso, un modo spicciolo e nello stesso tempo elefantiaco di fare politica, di amministrare il bene comune. Sono passati 20 anni, 4 lustri, un Cancelliere donna, un nero alla presidenza degli Stati Uniti, la Cina del Comunismo e del mercato, oltre Mao e senza rinnegare Mao.
E l'Italia? Ha partorito la finta rivoluzione liberale di Berlusconi e la necrosi del progressivismo nel PDS, DS, PD. La storia ama ripetersi, ruotare e giocare come in una giostra: “Corsi e ricorsi” li chiamava Vico. Dopo il C.A.F. siamo arrivati all'A.B.C. (Alfano, Bersani e Casini). Un nuovo patto federativo all'insegna di “uniti si può sopravvivere, divisi no”. Sopravvivere a cosa? In nome di che cosa? Di quale idea amministrativa, di buon goeverno e politica? È paradossale, ma pensate un pò, tra quindici giorni Palermo rischierà di avere come sindaco quel Leoluca Orlando che, della stagione di Mani Pulite, con il suo movimento civico “La Rete”, fu un discusso e tuttora discutibile protagonista. Il fallimento della nuova compagine Alfano, Bersani e Casini, con la conseguente debacle del PdL, la sostanziale tenuta del Pd (vince dove si allea con i movimenti civici o con la sinistra, altrimenti raccoglie briciole) e il “non pervenuto” Terzo Polo non stupiscono nessuno  nè dipendono, come qualcuno vorrebbe farci credere, dall'appoggio che i tre Segretari danno al governo Monti. Non è nemmeno il frutto amaro dell'antipolitica, viceversa, è un problema per la partitocrazia e per la nomenklatura. L'alta astensione, il fenomeno Grillo e i bassi consensi ai partiti non segnano l'arrivo della Terza Repubblica, quanto piuttosto segnalano il tracollo della Seconda.
Per Grillo c'è il sostegno più specificatamente antipartitico, con elettori in media più giovani di coloro che non sono tentati di non andare alle urne. Antipartitico e non antipolitico e, per favore, non si commetta l'errore madornale di considerarlo una forma pittoresca di protesta. Gli ultimi venti anni di politica ci hanno lasciato la brutta copia dell'uomo pubblico, l'ombra dell'idea dell'interesse collettivo. Grillo respinge l'idea dell'italiano egoista, di colui che pensa al solo benessere personale e spera di ottenerlo nell'alveo protetto della carica pubblica. Questa non è antipolitica, sicuramente, invece, è un'idea corretta della politica e della retta gestione della res publica. E poi la gente vota e predilige uomini con le idee chiare, piuttosto che leziosità concettuali che nascondono vecchi malcostumi. I partiti, così come erano concepiti nella stagione del C.A.F. o dell'aziendalismo politico berlusconiano, sono defunti. Grillo è una grande cassa di risonanza, dietro stanno emergendo e devono emergere sempre più chiaramente programmi e progetti, un sentire comune che allinea vari strati della società italiana. Conseguentemente, anche il Movimento Cinque Stelle verrà istituzionalizzato con buona pace di tutti e quello sarà il banco di prova.
Io che sono figlio del C.A.F. (temporale si intende) e dei partiti di massa, oggi mi chiedo perchè, ad esempio, esistano nella mia regione 63 Enti Strumentali e quale utilità abbiano per gli abruzzesi. Mi domando cosa produca per il bene della mia Regione il Presidente di uno qualsiasi dei suddetti Enti che percepisce un'indennità mensile di 5223,50 euro, oppure il Vice Presidente 4.041,15 o il Componente del Cda 3172,14. Sono demagogo? Faccio antipolitica? Sono invidioso? Oppure esprimo idee e critiche che hanno una chiara valenza politica? Grillo pone anche queste domande. Politiche! Correttamente e significatemente politiche!
 Ad Alfano, Bersani e Casini che stamane discutono se sia meglio anticipare oppure no le elezioni, ognuno fermo a studiare strategie idonee prima di lanciarsi nella futura campagna elettorale, sembrano, a mio modesto avviso, sfuggire gli accadimenti di questi ultimi tempi. Porcellum sì, porcellum no? Dopo aver annichilito la volontà popolare, togliendo agli elettori la possibilità di esprimere la propria preferenza, sono fermi ad uno stallo. Ho paura che assisteremo ad un lungo leccarsi le ferite e, forse, a qualche colpetto di coda. Purtroppo, il palazzo ottunde la vista e la poltrona fiacca  lo spirito. Ahimè, Repetita NON iuvant!


Alessio D'Egidio     
 

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Commenti

Chapeu.
Grande Alex.Eccezionale il tuo commento.Mi hai offerto gli stimoli giusti per scrivere un ... pamphlet ,ma non asllarmarti... non sono nelle condizioni psico-fisiche per farlo... mi limiterò,appena posso,ad un intervento doveroso quanto sintetico .
STANDING OVATION SU OGNI PAROLA!!!! COMPLIMENTONI!

Chapeau 2

E in futuro Un bel proccesso a tutti quelli che hanno rubato e distrutto la nostra terra e la sciarli in mutande come loro hanno fatto con noi.
Chapeau 3
Tutto giusto... Quasi tutto. Il personaggio Grillo, aldilà delle sue sacrosante giuste denunce e l'efficacia del suo linguaggio schietto, continua ad inquietarmi. Il candidato a sindaco di Parma, dopo il grande risultato elettorale che lo ha portato al ballottaggio con il candidato del centrosinistra, aveva rilasciato un'intervista alle televisioni, dimostrando di essere una persona competente, con idee e programmi chiari per poter amministrare la sua città. Un giovane capace e sopratutto credibile. Il giorno successivo, cioè oggi, con il solito atteggiamento autoritario, da padrone del "movimento-partito", il signor Grillo lo ha minacciato di espulsione se dovesse ripetere comparse in televisione. Non mi piacciono le persone autoritarie che pensano di essere gli unici possessori della verità, senza doversi confrontare con nessuno. Distinguo i "grillini", giovani, nella grande maggioranza colti e preparati, da chi pretende di inquadrarli come marionette. Non mi sembra nemmeno un aspetto secondario la mancanza di chiari programmi e progetti, da parte di chi si propone come alternativa al deteriorato presente. Non credo che l'ABC stia pensando o discutendo se sia meglio anticipare le elezioni. Sanno perfettamente che in questa fase farebbero la fine del pregiudicato che si consegna alla giustizia. Il PD, in particolare, vive un travaglio senza fine. La sua trasformazione in una forza politica ipermoderata gli impedisce una chiara scelta di campo a sinistra, che parrebbe ovvia e vincente. Il tergiversare e prendere tempo non gli giova, indispettisce e scoraggia chi spera in un cambiamento. Non è un momento felice per l'Italia democratica. Domani forse, certamente, sarà un giorno migliore. Se Grillo rinunciasse all'esclusiva... Se i Veltroni, i Letta, i Fassino, cambiassero partito o andrebbero in pensione... Il pessimismo della ragione sarà sconfitto dall'ottimismo della volontà...
"Scuola pubblica, acqua pubblica, sanità pubblica, no al nucleare, lotta agli sprechi della politica, lotta alla corruzione..." Su questi punti qualificanti, Grillo (mi piacerebbe parlare di movimento 5 stelle) potrebbe aprire un confronto, cercare alleanze, aumentare la sua credibilità e quella di un intero movimento, di un'alternativa possibile, ma non lo fa. Si chiude a riccio e disprezza preventivamente anche quelle parti politiche, quei settori della società che condividono l'importanza di quelle tematiche. Nel momento in cui "respinge l'idea dell'italiano egoista, di colui che pensa al proprio benessere personale", evidenzia il proprio egoismo, l'interesse al proprio benessere personale. Quella che vuol sembrare la sua forza, l'incontaminazione, diventa a mio parere la debolezza, il limite. Anche quando rimprovera ai "grillini" le apparizioni in tv, "perchè dal confronto con i marpioni ne uscirebbero distrutti", denota una mancanza di fiducia nella proposta, nei militanti e nel cittadino-elettore, al quale lui stesso si rivolge chiedendo fiducia e consenso. Mi ricorda quel detto che dice: "meglio stare zitti e rischiare di passare per cretini, che parlare e sciogliere ogni dubbio." Forse spera che la strategia del non apparire, del far parlare gli altri di se, possa dare al suo movimento il potere assoluto? Ipotesi fantasiosa... Ma anche se così fosse, come intenderebbe governare, con gli editti o col confronto democratico che oggi rifiuta?