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Libia in fiamme

di Pietro Ferrari
10 minuti

Cosa sta succedendo? L’impressione che l’Occidente si sia affidato agli insorti della Cirenaica è sempre più forte e il risultato del loro fallimento è stato lo strappo francese che ha accelerato l’intervento, mandando in crisi il già precario equilibrio diplomatico tra i Paesi occidentali, Lega Araba e Russia. I cosiddetti “ribelli” non sono stati capaci di togliere di mezzo Gheddafi ed allora arriva l’aiutino della “ingerenza umanitaria” (intermittente paravento di ipocrisìe terminologiche). Ma davvero siamo in presenza di una spontanea insorgenza di civili che chiedono libertà e democrazia? Davvero i libici che combattono sono quelli rappresentati da Gad Lerner? Mi sembra un tantino improbabile anche raccogliendo spunti di riflessione, come quello su  http://kelebeklerblog.com/2011/03/20/il-trucco-libico/
 “Il legittimo governo libico è stato oggetto di una vasta ribellione armata. Su questa ribellione, si è detto di tutto – “è al-Qaida”, “no, sono i giovani cinguettatori di Twitter”, “no, sono i fedeli della vecchia monarchia”.
Non solo io ignoro chi siano i ribelli; lo ignorano anche tutti gli editorialisti che pure li esaltano. Due ipotesi sembrano comunque abbastanza ragionevoli: che i ribelli appartengano ad alcuni clan tradizionali esclusi dalle rendite petrolifere; e che esprimano il fortissimo risentimento di gran parte della popolazione contro l’immigrazione dall’Africa Nera, tanto che la rivolta è stata accompagnata da alcuni sanguinosi massacri di migranti.
La ribellione ha però incontrato, a quanto pare, l’ostilità della maggioranza del paese e certamente delle sue forze armate, e nel giro di alcuni giorni ha subito alcune decisive sconfitte.

In Libia, lo scontro non è infatti – come invece in Tunisia, Yemen, Bahrein o Egitto – tra le forze armate da una parte, e masse di manifestanti pacifici dall’altra. In Libia, i ribelli hanno armi, carri armati e persino un caccia (che hanno esibito tra l’altro subito dopo l’imposizione della No Fly Zone).
Ma non appartenendo a un esercito regolare, potrebbero essere definiti in effetti dei “civili“. Anche quando vengono addestrati da truppe straniere. Nei lanci di agenzia ripresi da Repubblica, ad esempio, leggiamo stamattina: “11:49 Stampa Gb: Forze speciali inglesi a fianco dei ribelli da settimane. Centinaia di soldati delle forze speciali britanniche Sas sarebbero in azione da almeno tre settimane in Libia al fianco dei gruppi ribelli, afferma oggi il quotidiano Sunday Mirror. Due unità di forze speciali soprannominate “Smash” per la loro capacità distruttiva, avrebbero dato la caccia ai sistemi di lancio di missili terra aria di Muammar Gheddafi (i Sam 5 di fabbricazione russa) in grado di colpire bersagli attraverso il Mediterraneo con una gittata di quasi 400 chilometri..."La risoluzione dell’ONU evita di citare o definire l’avversario armato dell’esercito libico, e non dice nulla su come l’esercito libico debba comportarsi nei riguardi di combattenti nemici.
L’omissione è talmente evidente, che possiamo immaginare che i suoi autori abbiano voluto una fatale ambiguità.
Se “civile” vuol dire chi non porta armi, allora si potrebbe chiedere all’esercito – e anche alla parte avversa – di lasciare in pace i civili.
Ma se “civile” vuol dire combattente, nemico dell’esercito governativo… se l’esercito libico cessa di combattere con le armi questo particolare tipo di “civili”, sarà costretto a subirne passivamente gli attacchi armati; cioè è destinato alla sconfitta militare. Cosa che nessun esercito potrebbe accettare.”
 
Vediamo di interpretare questo protagonismo anglo-francese, che non a caso trova l’appoggio degli ex-pacifisti “senza se e senza ma”, pronti a fare da collaborazionisti a questa forma di neo-giacobinismo imperialista.
David Cameron è alla prima esperienza militare e pertanto ha bisogno di accreditarsi verso gli USA come già fece ampiamente Tony Blair, in più, Londra non ha gradito come riportato nello scorso agosto dal The Times, la preferenza accordata dal governo libico alle banche italiane riguardo a licenze agognate da HSBC e Standard Chartered. Sia Inghilterra che Francia, hanno mani più libere con la Libia sia perché dipendono meno dal suo petrolio anche grazie al nucleare, sia perché hanno altri partners. La Francia ha paura che la rivolta magrebina possa esplodere anche in Algeria, dopo che in Tunisìa è stato cacciato l’amico Ben Alì, e pertanto non può permettersi di uscire dai giochi. Durante le prime settimane di proteste in Tunisia, alcuni funzionari del governo francese hanno sostenuto pubblicamente la dittatura, insieme al ministro degli Esteri francese  che ha detto che la Francia avrebbe prestato la sua "know how"  di polizia per aiutare Ben Ali nel mantenere l'ordine. L’Unione del Mediterraneo avrebbe avuto anche questo scopo: rispolverare la grandeur dell’Eliseo. Monsieur Sarkozy, sempre più oscurato dal calo di consensi in Francia e approfittando del tentennamento della Germania ha sfruttato la necessità di ritrovare un protagonismo in Europa col riconoscimento del governo provvisorio degli insorti a Bengasi prima, e con l’attacco a Gheddafi poi, mettendo Parigi nella prima linea di una coalizione composita e priva di un comando unitario.

Questo è uno dei motivi che spiegano l’auspicio del Ministro degli Esteri Franco Frattini di una repentina svolta nelle operazioni militari in capo alla NATO, onde sperare di limitare i danni per il nostro Paese, costretto a partecipare ad una guerra contro uno dei suoi principali partners (siamo il primo partner commerciale libico col 36% di export da cui importiamo le quote maggiori di petrolio e gas). Un comando NATO, non voluto affatto dalla Francia, metterebbe in stand-by a missione conclusa il Trattato di Amicizia che l’Italia ha stipulato con la Libia (perché all’interno del comando stesso il nostro Paese può far pesare meglio il suo ruolo), col risultato di avere una bozza di accordo su cui ripartire per non perdere le posizioni conquistate dal nostro Paese in Libia.

Subire invece il protagonismo di Sarkozy e Cameron significherebbe accettare un forte ridimensionamento delle nostre posizioni in un Paese che ha investito soldi del suo Fondo Sovrano in Unicredit (7%), nell’ENI (1%) che opera in Libia con Finmeccanica (che ha commesse per un miliardo di euro),  e Anas come capofila di tante aziende italiane che dovranno (o dovrebbero?) partecipare alla costruzione dell’autostrada costiera di quasi 2.000 kilometri, oltre a tantissime aziende minori. Di pelose ingerenze umanitarie, l’Occidente americanomorfo ha già dato abbondanti e pessime prove di sé in Kosovo e Somalia, di questa proprio non avevamo bisogno. Dopo le missioni di peace-keeping e peace-enforcing a seguito dei bombardamenti in Iraq e in Afganistan, siamo da anni impantanati in realtà tribali che se ne fottono della democrazia come la intendiamo noi. La Libia senza un Rais difficilmente può esistere, essendo difficile mettere insieme le 140 tribù dal Sud, della Tripolitania e della Cirenaica. Forse agli anglo-francesi andrebbe benissimo anche e semplicemente una Cirenaica indipendente. La risoluzione ONU 1973 sulla no-fly-zone ha messo faticosamente d’accordo una serie di Paesi che già si stanno smarcando a seguito dei bombardamenti su obbiettivi terrestri e se Russia, Cina, Turchìa e Lega Araba inizieranno a nicchiare per il perdurare dell’attacco, tutto ciò non potrà che rafforzare il regime del Colonnello, dato troppo presto per finito.
A complicare non poco la vicenda è il doppiogiochismo di Gheddafi (e di Nethanyahu?) che avrebbe richiesto ed ottenuto dalla ditta di "military contractors" israeliani Global CST l'invio di migliaia di mercenari...del resto lo stesso Colonnello fece probabilmente eliminare nel 1978 in Libia l'imam Moussa Sadr, sciita libanese anti-israeliano e nel 2003 fece fallire il tentativo della Lega Araba di evitare la guerra in Iraq opponendosi all'esilio di Saddam Hussein, Agente provocatore che ha i piedi in troppe staffe.
 

Come ha notato Marcello De Angelis, riflettendo anche sulla mancanza di un obbiettivo chiaro di questa operazione bellica:"...stiamo assistendo ad una replica dell’attacco alla Serbia in difesa del tentativo secessionista del Kosovo. A qualcuno non sarà sfuggito quanto identica sia la posizione assunta dall’Italia – malgrado l’inversione di segno del governo – rispetto a quando D’Alema, nel 1999, abbandonò l’amico Milosevic, al quale lo legava anche l’operazione Telekom-Serbia, per mettere a disposizione della Nato le basi italiane da cui partirono i bombardamenti contro Belgrado...Si vuole abbattere il Rais o costringerlo a un compromesso? Si auspica una rivoluzione o solo la secessione della Cirenaica? Si daranno armi moderne ai rivoltosi – come abbiamo fatto con l’Uck – perché continuino la guerra civile o si invieranno truppe di interposizione? E se le centinaia di migliaia di sostenitori del colonnello volessero resistere fino all’ultimo uomo che si fa? Li si stermina? E se caduto Gheddafi facessero capolino – come in Iraq – anche i gruppi salafiti, con la loro guerra interna all’Islam, fatta di provocazioni e stragi nelle moschee?". Aggiungo io....chi lo avrebbe immaginato che dopo 100 anni esatti saremmo tornati a fare guerra alla Libia?

 

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"....il legittimo governo libico......." .......bah
"Vediamo di interpretare questo protagonismo anglo-francese, che non a caso trova l’appoggio degli ex-pacifisti “senza se e senza ma”, pronti a fare da collaborazionisti a questa forma di neo-giacobinismo imperialista" ...da applauso!

Rifletto e comunque grazie...

Ma quale "bah" Rosario?! Lo sai che significa governo legittimo in diritto internazionale? Se rilascia passaporti validi e riconosciuti da decenni da tutti gli Stati, se ha un seggio all'ONU, alla Lega Araba e sviluppa rapporti diplomatici con tutti i Paesi del mondo... E' UN GOVERNO LEGITTIMO DI UN PAESE SOVRANO CHE VIENE BOMBARDATO AL FINE DI SOSTENERE UNA RIVOLTA ARMATA CHE HA COME OBBIETTIVO UN COLPO DI STATO.... questi sono i FATTI....che poi possa piacere o meno la caduta di Gheddafi è un altro discorso.
"Ma davvero siamo in presenza di una spontanea insorgenza di civili che chiedono libertà e democrazia? Davvero i libici che combattono sono quelli rappresentati da Gad Lerner?" E' evidente che i "ribelli" sono pilotati da qualcuno e che il tutto sia stato ben studiato a tavolino. Ancora più evidente è il fatto che l'Italia si ritrova in una guerra dalla quale ha solo da perdere, basti pensare ai contratti commerciali, a quelli petroliferi, alla quantità di immigrati che sono arrivati e che arriveranno in seguito, alla credibilità internazionale che perderemo, anche se in realtà la credibilità dell'Italia è già andata perduta nel corso della storia. Questa ennesima presa di posizione dimostra che l'Italia è un paese "senza palle", capace di andare contro i propri interessi pur di mettersi a 90 di fronte agli ALLEATI o per meglio dire PADRONI.
da quel che so io, il governo è legittimo fino al momento in cui è in grado di controllare l'intero territorio ed amministrarlo, ed è soggetto a delle limitazioni di sovranità nel momento in cui non rispetti alcune consuetudini che il regime libico NON HA rispettato.....
ovviamente aperto ad approfondire il tutto.......
ECCO COSA SUCCEDE NELL'IMPUNITA E INTOCCABILE 'UNICA DEMOCRAZIA' DEL MEDIORIENTE: An-Nasira (Nazareth) - InfoPal. Questa mattina, la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato due nuove leggi contenenti disposizioni di stampo razzista e rivolte ai palestinesi cittadini di Israele (Territori palestinesi occupati nel '48, ndr). Si tratta dei decreti II e III, che vanno ad aggiungersi ad una precedente legge proposta dal deputato di "Israel Beituna", Alex Miller, conosciuta con il titolo di "Legge sulla Nakba", la "Catastrofe" nella quale l'85% del popolo palestinese fu espulso con la forza dal terrorismo ebraico. Nel 1948, 3/4 della Palestina furono occupati con la fondazione dello Stato di Israele. Con la prima legge, Miller aveva chiesto che "apparati, organizzazioni e autorità statali che si rifiutavano di riconoscere il carattere ebraico e democratico dello Stato di Israele, non dovevano ricevere finanziamenti da parte del governo. Chi ha già ricevuto questi fondi, ne subirà la revoca". Oggi, giunge la continuazione di quella legge con l'introduzione del divieto di commemorare la Nakba. Sono due leggi dirette anzitutto a reprimere le comunità palestinesi con le rispettive rappresentanze. Approvata oggi, la nuova legge, disciplina quindi il taglio dei finanziamenti pubblici, a enti, organi e istituzioni che intendono commemorare la Nakba. In base ad essa, la competenza decisionale sulla revoca di questi finanziamenti viene riconosciuta direttamente al ministero delle Finanze. Oggi, la Knesset ha approvato un'ampliamento di quella legge. Il primo decreto legge è stato denominato "Legge sulle Commissioni di accoglienza nelle città". "In quei comuni con un numero di abitazioni da 400 in poi, si permette l'istituzione di Commissioni con il potere di vietare a intere famiglie e a singoli cittadini di risiedere nel proprio comune. Il ricorso al divieto è riconosciuto "nel caso in cui dalla Commissione preposta, si riscontri assenza di armonia della famiglia e/o del soggetto in questione, con il resto del tessuto sociale". Oggi, Hanin Zo'ebi, deputato palestinese presso la Knesset ha affermato: "Nessun senso di Stato, né di cittadinanza, e tanto meno di democrazia sono presenti nello Stato di Israele. Stiamo parlando di uno Stato selvaggio che si spinge fino a stuzzicare i punti più sensibili della gente e che istiga i sentimenti storici nazionali tramite l'incitamento al razzismo". Il collega di Zo'ebi, Jamal Zahalqah, capo gruppo parlamentare, ha dichiarato: "Attività record della Knesset, che in un solo giorno, approva ben tre leggi razziste. Una che conferisce alle Commissioni il potere di vietare ai palestinesi di vivere in città, una che vieta la libertà d'espressione, con particolare riferimento a quella storica con cui i palestinesi esprimono i propri sentimenti nazionali (la legge sulla Nakba). Per ultimo, la legge che impone ai palestinesi, proprietari di abitazioni sulle quali Israele ha emesso ordini di demolizione, di sostenere le spese dell'abbattimento. "E' il frutto del governo Netanyahu, un governo che cammina e schiamazza come le anatre, dal volto democratico e dal cuore razzista". Nel suo commento, Zahalkah ha messo in risalto come, insofferenza e malvagità del governo israeliano verso i cittadini palestinesi, si riscontrano in ogni sfera della vita, anche in campo giuridico. "Ma poiché il razzismo non è una questione interna al Paese che lo mette in pratica, noi andremo ovunque nel mondo per smascherare i soprusi di Netanyahu e del suo governo. Per i nostri diritti, chiederemo una protezione internazionale dalle prevaricazioni e dal razzismo dilaganti nel governo e nel parlamento di Israele. "Queste leggi formano l'apice delle manifestazioni razziste già insite nelle istituzioni educative, dove le discriminazioni a livello educativo e culturale vengono anzi incoraggiate dal governo israeliano. Inoltre, i tagli dei fondi annunciati con una delle nuove leggi, produrranno un deterioramento nelle funzioni ordinarie del sistema educativo, dal momento che queste istituzioni non saranno più in grado di fornire servizi educativi di base. Pertanto, siamo di fronte all'ennesima punizione collettiva. "Con queste nuove leggi razziste - una violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione - il principio di parità dei diritti subisce un arresto decisivo. A noi è rivolto il divieto di commemorare la Nakba, ovvero la fase che costituisce l'asse portante nella nostra storia. Ma mentre da un lato Israele tenta di 'estorcere' un riconoscimento per dare una definizione di sé, impone ai palestinesi il divieto di ricordare quel processo storico per mezzo del quale lo stesso Israele si fondò in qualità di Stato nazionale".
BURATTINAI E BURATTINI.... Libia, giugno 2011 – I famosi “ribelli” libici, niente altro che mercenari al soldo del colonialismo occidentale, hanno inviato un messaggio al leader israeliano Benjamin Netanyahu, col quale si assicura l’impegno della futura Libia per la sicurezza di Israele. E’ per la “sicurezza” di Israele che l’aviazione francese, inglese e italiana sta massacrando il popolo libico? (nella foto, Mustafa Abdeljalil, il capo dei “ribelli” libici) L’Orient le Jour, 3 giugno 2011 Messaggio dei ribelli libici a Netanyahu Lo scrittore Bernard Henri-Levy ha dichiarato di aver trasmesso un messaggio indirizzato dal Consiglio Nazionale di Transizione (CNT) a Benjamin Netanyahu ieri a Gerusalemme, nel quale si afferma che “il futuro regime libico sarà un regime moderato e antiterrorista, che si preoccuperà della giustizia per i Palestinesi e della sicurezza di Israele”, ha affermato il signor Levy. Nel messaggio si dice ancora che “il futuro regime libico stabilirà delle normali relazioni diplomatiche con gli altri paesi democratici, ivi compreso Israele”, ha precisato lo scrittore. Interrogato sulla reazione del Primo Ministro, ha risposto che “non è sembrato sorpreso dal messaggio”. “Non ha nemmeno mostrato rammarico per la sorte di Gheddafi, uno dei nemici più acerrimi di Israele”, ha aggiunto Bernard Henri-Levy http://www.ossin.org/libia/benjamin-netanyahu-bernard-henri-levy-israel… --------------------------------------------------------------------------------
I crimini della Nato in Libia Come diventare canaglie: i crimini di guerra della nato in Libia, di Susan Lindauer È una storia che la CNN non seguirà. La sera tardi c’è qualcuno che bussa a una porta a Misurata. I soldati armati fanno uscire a forza le giovani donne libiche con le armi puntate contro di loro. Una volta spinte le donne e gli adolescenti nei camion, i soldati costringono le donne a un’orgia di gruppo con i ribelli NATO o con chiunque sia presente davanti ai loro mariti e ai loro genitori. Quando i ribelli della NATO hanno terminato di divertirsi con lo stupro, i soldati tagliano la gola alle donne. Le violenze sessuali sono azioni di guerra ordinarie nelle città in mano ai ribelli, che, secondo le parole dei rifugiati, fanno parte di un’organizzata strategia militare. Joanna Moriarty, che fa parte della delegazione d’indagine a livello globale in visita questa settimana a Tripoli, ha anche riportato che i ribelli NATO setacciano Misurata casa per casa, chiedendo ai familiari se sono sostenitori della NATO. Se i familiari dicono di no, vengono uccisi sul posto. Se le famiglie dicono che se ne vogliono stare alla larga dai combattimenti, i ribelli NATO hanno un approccio differente per spaventare le altre famiglie. Le porte delle “case neutrali” vengono chiuse e saldate, come ha riferito Moriarty, intrappolando le famiglie all’interno. Nelle case libiche, le finestre sono generalmente sbarrate. E così, quando le porte di un’abitazione vengono saldate, i libici sono sepolti nelle loro case, dove le forze NATO possono essere sicure che queste famiglie moriranno lentamente di fame. Questi sono fatti normali, non eventi isolati. E i soldati di Gheddafi non sono responsabili. Infatti, le famiglie pro-Gheddafi o quelle “neutrali” sono gli obbiettivi degli attacchi. Alcune delle tattiche della NATO sono state realizzate nella speranza di incolpare proprio Gheddafi. Comunque questi attacchi sono controproducenti. Flashback sulla Serbia Gli eventi ci ricordano sinistramente il conflitto serbo nei Balcani con i famosi campi degli stupri, a parte il fatto che oggi è la NATO a perpetrare questi Crimini di Guerra, come se avesse imparato dai loro nemici le peggiori tattiche terroristiche. Queste azioni sarebbero considerate Crimini di Guerra, come è successo con il leader serbo, Slobodan Milošević, a parte il fatto che la NATO non gli ha permesso di difendersi in tribunale. Secondo la NATO, le leggi internazionali sono sempre fatte per gli altri. Ma la NATO si sbaglia. Fino a che i governanti della NATO forniranno i finanziamenti, i fucili d’assalto, l’addestramento militare, i consiglieri sul posto, i veicoli di supporto e il sostegno aereo sono da ritenersi pienamente responsabili per le azioni dei ribelli nelle zone di guerra. I ribelli libici non sono neppure una forza composta da gentaglia. Grazie alla generosità della NATO e ai finanziamenti dei contribuenti britannici e statunitensi, sono ben rivestiti con le uniformi militari e sfilano per le strade con i veicoli militari per farsi ammirare da tutti. E si vedono proprio bene. Ma a Washington il Congresso vorrebbe ipotizzare che l’America non è coinvolta della pianificazione giornaliera delle attività militari. Ma i rifugiati hanno osservato che i soldati USA, britannici, francesi e israeliani rimangono di supporto mentre i ribelli attaccano i civili. Le “feste degli stupri” sono l’esemplificazione più evidente della perdita del controllo morale della NATO. Un padre in lacrime ha riferito alla delegazione d’indagine come due settimane prima i ribelli della NATO hanno preso di mira sette differenti abitazioni e rapito la figlia vergine da ogni famiglia pro-Gheddafi. I ribelli sono stati pagati per ogni sequestro, così come vengono pagati per ogni soldato libico ucciso, proprio come i mercenari. Hanno spinto le ragazze sui mezzi e le hanno portate in edifici dove le ragazze sono state recluse in stanze separate. I soldati della NATO hanno iniziato a bere alcool, fino a diventare sbronzi. Poi il leader ha detto di violentare le figlie vergini stile gang bang. Quando hanno finito di violentarle, il leader della NATO ha chiesto di tagliare i seni delle ragazze ancora in vita e di portarglieli. Tutto questo mentre le altre ragazze erano vive e terrorizzate. Tutte le ragazze sono morte in modo odioso. Poi i lori seni amputati sono stati portati in una piazza del posto e sistemati per compitare la parola “puttana”. Il padre in lutto ha parlato a una riunione di lavoratori, frequentata dalla delegazione d’indagine. Stava piangendo a dirotto, come tutti noi avremmo fatto. I reati della NATO in Libia sono tanto terribili e imperdonabili quanto la castrazione in Siria del tredicenne che ha scioccato il mondo intero. E ora che la NATO è dalla parte del torto, i media occidentali guardano dall’altra parte con disinteresse. Ma alcuni tra noi sono rimasti attenti. Possiamo vedere come la NATO sia una canaglia in Libia. E la gente libica ritiene questo imperdonabile. La scorsa settimana 2000 capi tribù si sono riuniti a Tripoli per scrivere la Costituzione per il loro paese come richiesto dal governo britannico. Come tutti sappiamo, le navi da guerra britanniche e i droni USA stanno gettando sulle strade di Tripoli bombe bunker e missili giorno e notte proprio vicino al posto dove i capi tribù si riuniscono. A Tripoli si pensa che i britannici stiano cercando di impedire al popolo libico di portare in vita la propria Costituzione. I capi tribù condannano l’aggressione britannica Questo è quello che i 2.000 capi tribù hanno deciso di dire sull’aggressione britannica in una dichiarazione approvata all’unanimità il 3 giugno. Sheikh Ali, leader dei capi tribù, lo ha consegnato a Joanna Moriarty e agli altri membri della missione d’indagine: Il popolo libico ha il diritto di governarsi da solo. Gli attacchi continui dal cielo, a tutte le ore del giorno, hanno completamente distrutto le vite delle famiglie libiche. Non ci sono mai stati combattimenti a Tripoli, e ora siamo bombardati tutti i giorni. Siamo civili e veniamo uccise dai britannici e dalla NATO. I civili sono gente senza armi, e invece i britannici e la NATO proteggono solo i crociati armati dell’Est che si muovono come l’esercito che li arma. Abbiamo letto le risoluzioni delle Nazioni Unite e non c’è alcuna menzione del bombardamenti di civili innocenti. Non c’è nessuna menzione dell’assassinio delle legittime autorità libiche. Il popolo libico ha il diritto di scegliersi i propri capi. Abbiamo sofferto l’occupazione straniera per migliaia di anni. Sono negli ultimi 41 anni noi libici abbiamo goduto nell’essere proprietari di qualcosa. Solo negli ultimi 41 anni abbiamo visto il nostro paese svilupparsi. Solo negli ultimi 41 anni abbiamo visto che tutti i libici hanno potuto godere di una vita migliore e abbiamo saputo che i nostri bambini avrebbero avuto una vita migliore della nostra. Ma ora, mentre i britannici e la Nato bombardano il nostro paese, vediamo invece la distruzione delle nostre nuove e sviluppate infrastrutture. Noi capi vediamo la distruzione della nostra cultura. Noi capi vediamo le lacrime negli occhi dei nostri bambini per la paura costante della “pioggia del terrore” nei cieli della Libia che viene dai bombardamenti britannici e della NATO. I nostri anziani soffrono di problemi al cuore, del diabete e della perdita di vigore. Le nostre giovani madri stanno perdendo i loro piccoli ogni giorno a causa delle devastazioni dei bombardamenti britannici e della NATO. Questi bambini persi erano il futuro della Libia. Non potranno essere rimpiazzati. I nostri eserciti sono stati distrutti dai bombardamenti britannici e della NATO. Non potremo più difenderci dagli attacchi di chicchessia. Come capi tribù della Libia, dobbiamo chiedere il perché i britannici e la NATO hanno deciso di scatenare questa guerra contro il popolo libico. C’è una piccola percentuale di dissidenti nell’est della Libia che hanno iniziato un’insurrezione armata contro le legittime autorità. Ogni paese ha il diritto di difendersi contro le insurrezioni armate. E perché la Libia non si può difendere? I capi tribù della Libia chiedono che tutti gli atti di aggressione, dei britannici e dalla NATO, contro il popolo libico si fermino immediatamente. 3 giugno 2011 Vi sembra che la NATO abbia adottato una strategia vincente? Se non è così, allora dovrebbero ripensarci. Anche se Gheddafi cadesse, la NATO non ha alcuna speranza di eliminare la struttura tribale della Libia, che abbraccia tutte le famiglie e tutti i clan. E invece la NATO sta perdendo la battaglia del cuore e della mente della popolazione ogni volta che un missile si schianta in un edificio. La reazione violenta delle tribù Il popolo libico sta rispondendo agli attacchi. Questo report è arrivato oggi da Tripoli. Non è stato corretto e descrive una reazione violenta delle tribù nella città di Darna nell’est, dove si ritiene che i ribelli siano i più forti: Qualcuno ha trovato il corpo del Martire Hamdi Jumaa Al-Shalwi a Darna, città nella Libia occidentale. La sua testa è stata tagliata e poi piazzata davanti al quartier generale della Sicurezza Interna di Dernah. È avvenuto dopo essere stato rapito a un posto di blocco Herich. In risposta a questo la famiglia Al-Shalwi ha eretto una tenda per il funerale per ricevere le condoglianze dove la bandiera verde [della Libia] è stata alzata. Dopo il funerale l’intera città di Darna si è sollevata con tutti le sue tribù che comprendono: la famiglia Abu Jazia, la famiglia Al-Shalwi, le famiglie Quba, le famiglie Ain Marra. Dopo questo, la famiglia Al-Shalwie la tribù Bojazia hanno attaccato il quartier generale del Consiglio di Transizione e sparato a tutti i sorci (ribelli) e bandiere verdi sono state alzate. Inoltre, il figlio di Sofian Qamom era ucciso, anche due membri di Al-Qaeda sono stati uccisi dai residenti della città di Darna. La bandiera della Jamahiriya Libica è stata alzata su Darna dopo gli scontri. La CNN non ha fatto menzione di tutto questo. I media mainstream continuano a cullare gli americani per convincerli nei progressi della guerra in Libia. Gli americani sono proprio all’oscuro dei fallimenti dei loro sforzi bellici. Il risultato di tutto questo è che i libici stanno perdendo fiducia nelle potenzialità delle amicizie con l’Occidente. Un individuo che non c’è all’orizzonte potrebbe ripristinare la fiducia. Proprio ora una squadra di avvocati internazionali sta preparando una lamentela urgente per conto dei capi tribù e del popolo libico. La Comunità Internazionale Pacifista potrebbe contribuire in modo sostanziale per riportare in Libia la fiducia per l’Occidente nel sostenere queste azioni a tutela dei diritti umani. E davvero il popolo libico e i capi tribù si meritano il nostro sostegno. Tutti insieme dobbiamo chiedere che la NATO affronti un processo per Crimini di Guerra, citando questi esempi e anche altri. I governanti della NATO dovono essere perseguiti per pagare i danni alle famiglie libiche, gli stessi che anche gli Stati Uniti e il Regno Unito chiederebbero per i propri cittadini nelle stesse identiche circostanze. Il mondo non può più tollerare doppi standard, in base ai quali le nazioni potenti commettono abusi sui cittadini inermi. La Convenzione di Ginevra deve essere rafforzata e deve essere applicata l’uguaglianza di fronte alla legge. La lotta per Misurata Anche se gli attacchi sono ovunque, alcuni dei peggiori abusi sono stati commessi a Misurata. La Città ha l'unico grande porto della Libia e gestisce i trasporti per tutto il paese, inclusi i più grossi depositi di gas e di petrolio. Niente fermerà la NATO per cercare di prendere la Città. I rifugiati riportano che la bandiera israeliana con la stella di David è stata stesa fuori dalla più grande moschea di Misurata durante il secondo giorno di combattimenti, un’azione che si è assicurata l’umiliazione e l’antagonismo della popolazione locale. Le forze della NATO hanno tagliato le forniture di cibo e di medicinali in tutta la Libia. Ma i mari sono pieni di pesce nelle acque del Mediterraneo. I pescatori coraggiosi hanno tirate le loro imbarcazioni fuori dai porti, cercando di raccogliere il pesce per la popolazione affamata. Per fermare la loro perseveranza, i droni americani e gli aerei da guerra britannici non hanno smesso di scagliare missili sulle barche dei pescatori, colpendo in modo deliberato imbarcazioni non militari per farle allontanare dall’acqua. E nonostante la superiore potenza di fuoco e i vantaggi tattici, la NATO ancora sembra che stia perdendo. Secondo quello che ha riportato oggi la delegazione d’indagine, molti ribelli hanno lasciato Misurata e hanno riportato le imbarcazioni a Benghazi. Il centro di Misurata è adesso liberato e sotto il controllo militare centrale. La popolazione libica ha abbattuto due elicotteri d’assalto vicino alla città di Zlitan. E anche se Al Jazeera sta raccontando una bella storia sulle grandi manifestazioni contro Gheddafi a Tripoli, uno delle moglie dei capi tribù vive nelle strade che si dice siano state al centro delle rivolte e ha dichiarato che lei non ha visto assembramenti fuori dalla sua finestra. Gli autobus fatti vedere dal video di Al Jazeera non fanno servizio a Tripoli. Ci si dovrebbe chiedere: che tipo di società la NATO sta pensando di creare, nel caso in cui Gheddafi venisse deposto, cosa che al momento sembra abbastanza improbabile? Washington e Londra hanno imparato qualcosa dai loro fallimenti in Iraq? La crudeltà e la perdita di reputazione delle forze NATO stanno già alimentando forti rancori che continueranno per le prossime generazioni. Perché dovremmo essere fieri di questi “alleati”? Il popolo libico non lo è di sicuro. I soldati della NATO non sono migliori dei teppisti. Chiunque altro al posto loro verrebbe etichettato come terrorista. Cosa ancora più preoccupante, le azioni della NATO avranno sicuramente serie conseguenze per la stabilità a lungo termine in Libia. Le vendette si stanno già scatenando tra le tribù e i clan familiari e proseguiranno per decenni. È tutto così miope e auto-distruttivo. La NATO dovrebbe prendere questo avvertimento in seria considerazione: i suoi soldati non sono a prova di processo. La Comunità Internazionale Pacifista si sta muovendo per sostenere i diritti naturali della Libia alle Nazioni Unite. Molti di noi nella Comunità Internazionale Pacifista difenderanno le donne della Libia. E chiederemo un processo per i Crimini di Guerra e per le devastazioni finanziare contro i governanti della NATO per conto del popolo. Nessuno si fa prendere in giro dalla storia della NATO secondo cui Gheddafi è dalla parte del torto. Sappiamo che Washington, la Gran Bretagna, la Francia, l’Italia e Israele sono i veri colpevoli. Le donne uccise di Misurata devono avere giustizia. La NATO ci può contare. (Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=articl…, segnalato dalla rassegna stampa di Arianna Editrice dell’8.06.2011)