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Notiziario: L'Ordine dei Giornalisti non è trasparente

3 minuti

In questi giorni sta arrivando agli iscritti all’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo (ed è ovvio anche agli Ordini delle altre regioni) una lettera di auguri, con allegato il bollettino per il rinnovo della quota di iscrizione per il 2013: 111,81.
I destinatari pagheranno quasi tutti, per non essere radiati dagli elenchi dei professionisti e dei pubblicisti con tanto di avviso di comunicazione giudiziaia.
Pagheranno anche quelli che giornalisti lo sono solo di nome, e non di fatto, i precari e i disoccupati, gli ex occupati e i free-lance, i quali si sono piegati alla perversa logica che vuole che chi scrive sui giornali sia iscritto all’ordine, con la latente (ma mica tanto latente) minaccia di vedersi accusati di esercizio abusivo della professione giornalistica.
Ma sarebbe bello sapere con certezza da chi vengono usati e come gli euro versati nelle casse dell’Ordine con tanta meticolosa fedeltà (morosi a parte, tartassati de ripetuti solleciti e minacce di radiazione.

La prima cosa che viene in mente è di consultare il sito on line dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo. Eccolo. www.odg.abruzzo.it/
C’è un pulsante cliccabile che dice “Trasparenza, Programma triennale per la trasparenza e l’integrità”.
Peccato che cliccando, si ottenga la scritta “Pagina in costruzione”.
Se si clicca su “Albo”, non compaiono nemmeno la dicitura “in costruzione” e l’omino che lavora con la pala.
Lo stesso se si clicca su “personale” e su “incarichi e consulenze”.
E’ invece efficiente il link “Componenti del consiglio”, e cliccando si ottiene l’organigramma: con i nomi del presidente, del vice presidente, del consigliere segretario, del tesoriere e di dodici consiglieri (ma non gli eventuali appannaggi o compensi economici).

Il link torna non operativo suDati sulla gestione economico-finanziarie dei servizi pubblici”. E’ efficiente, invece, quello che fornisce l’elenco degli iscritti.
E’ un elenco sterminato, distribuito in 89 pagine, in ognuna delle quali compaiono circa 25 nomi ognuno.
E’ un esercito. Faccio un rapido conto della serva: 89 pagine moltiplicato 25 nomi, fa 2225. Possibile? Possibile.
Ma dove stanno e che fanno tutti questi giornalisti? Moltiplico 2225 per 111 euro (omettendo le cifre dopo la virgola), ottengo 246.975 euro.
Arrotondiamo a 220.000, considerato che alcune delle 89 pagine non sono di 25 nomi? Bene.

Duecentomilaventi euro come vengono spesi? Vengono rendicontati a sufficienza nel bilancio annuale? Le voci sono dettagliate, voce per voce? Se ne dà conto nelle sedi opportune? Certamente non sul sito, dove non compare alcuna voce cliccabile che consenta di avere informazioni sul bilancio.
Forse è consultabile solo dagli iscritti, cioè dagli appartenenti alla casta. Dalla mappa del sito non risulta alcun riferimento al bilancio e alla trasparenza degli atti e delle spese. E nemmeno degli introiti. E non compare nemmeno una sola indicazione sul costo annuale dell’iscrizione all’albo.
Non compare nulla. Mistero assoluto. Che fine fanno le quote di iscrizione ad un albo dei giornalisti che, quando sarà abolito, sarà sempre troppo tardi?

Elso Simone Serpentini
 

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Commenti

Caro Professore. Laurea, Master nelle migliori redazioni. Oggi? 5 euro ad articolo. Questo mondo fa schifo. L'Ordine fa pena non penna, purtroppo. Noi i veri schiavi, ma non fa notizia. In America conta solo la notizia. Grazie per la sua attenzione.
Non esiste libertà? Guardi alcuni esempi teramani. Quando urlano di essere liberi. Di essere stati censurati. Sono diventati ridicoli. Io ho smesso perchè non ero all'altezza di questa classe di fornitori di comunicati stampa. Oggi sono felicemente un addetto stampa. lavoro che fanno tutti i giornalisti. In un certo senso.
Caro Prof. che ne dice dei giornalisti parlanti per non dire recitanti e non solo negli spot pubblicitari? Visto che l'ordine dei giornalisti nella persona del suo presidente non vede, non sente, non parla come le tre scimmiette, almeno lei parli, dica qualcosa.
Caro Di Luigi, dei giornalisti parlanti e scriventi si dovrebbe dire molto. Anche di quelli recitanti. Ogni tanto vengo scrivendo qualcosa. Sia tra quelli parlanti che tra quelli scriventi molti sono i recitanti, che recitano copioni scritti o suggeriti da altri, fanno domande suggerite dai loro intervistati e rispondo ai loro referenti politici con la fedeltà dei cani da riporto. Ma l'inutilità dell'Ordine non viene certificata solo nell'assordante silenzio a proposito, ma anche da quello sullo sfruttamento dei tanti precari che nelle redazioni per un tozzo di pane vengono trattati come servi della gleba e senza nessuna tutela.