Kio e Jazz, due bimbi canadesi che per volontà dei genitori non devono avere un nome maschile o femminile. Storm, altro fratellino o sorellina appena arrivato/a di cui mai, sempre per volontà dei genitori, si dovrà conoscere il sesso. Saranno i bimbi, una volta maturi a scegliere il sesso che vogliono, a scegliere a quale identità sessuale appartenere.
In Svezia invece c’è l’asilo ‘Egalia’ che lotta contro la discriminazione sessuale. I bimbi, tutti da 1 a 6 anni, non vengono chiamati a seconda del loro sesso e per dire «lui» o «lei» viene usato il pronome neutro svedese «hen», inesistente nel vocabolario svedese ma usato nei circuiti femministi ed omosessuali.
I giochi e i libri sono mischiati, nella tipologia e nei colori, senza creare aree spiccatamente femminili separate da zone maschili.
Un esperto di differenze di genere segue gli iscritti ed istruisce le maestre, tutto all'insegna della totale parità. Ormai molto oltre il marxismo e il femminismo, oggi l’egualitarismo sfiora il mito dell’androgino per distruggere la diseguaglianza tra uomo e donna alla radice, cancellando sia l’uomo che la donna.
Odio nei confronti della natura umana e di riflesso nei confronti di quel Creatore che la natura umana ha fatto così. La ribellione contro la creazione va oltre la pretesa uguaglianza degli uomini coi vegetali secondo l’ecologismo estremo, per giungere all’utopìa della negazione del sesso.
In Spagna lo zapaterismo ha cercato di abolire i termini “mamma” e “papà” per sostituirli con genitore a e genitore b, onde non discriminare i bimbi che hanno un famiglia omosessuale con due mamme o due papà. Mi assale un dubbio perfido. In cosa consiste essere genitore b?
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