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A' Famiggghia

di Pietro Ferrari
7 minuti

Andrea Sperelli ha pubblicato una carrellata di esempi che dimostrano quanto in Italia la famiglia conti. La famiglia conta molto, soprattutto se è una famiglia che conta. Un capitalismo familistico che va molto oltre Silvio Berlusconi e i suoi conflitti di interesse. Forse il vero motivo per cui una legge sul conflitto di interessi che non sia semplicemente "contra personam" sia davvero difficile da fare nel nostro Paese.
 
Finanza, industria, politica, informazione sono un groviglio inestricabile e basti pensare che Bankitalia, che dovrebbe controllare le banche è in realtà partecipata dalle stesse controllate. Secondo l'Osservatorio Board Index Spencer Stuart Italia, su 71 grandi imprese quotate in Borsa, ben 68 hanno un amministratore in comune.
 
"John Elkann, l'erede di Gianni Agnelli: è presidente della Fiat, al vertice delle società della galassia della multinazionale dell'auto con sede (nel momento in cui scriviamo) a Torino, è membro dei cda di Rcs Mediagroup, Le Monde e The Economist (l'editoria è un amore di famiglia), ma siede anche in Banca Leonardo, Confindustria e nella Fondazione Italia-Cina; per non parlare della vicepresidenza dell'Italian Aspen Institute e della Fondazione Giovanni Agnelli, la guida del forum delle imprese italo-francesi (pensando al caso Parmalat, i manager italiani e quelli d'Oltralpe si scambiano molto pacificamente poltrone di rilievo qui e là). In casa Fiat poi c'è uno dei campioni di presenzialismo:

 
Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, nel cda della Tod's dell'amico Diego Della Valle, amministratore indipendente nel board del gruppo francese del lusso Ppr e consigliere delle aziende di famiglia, tra cui il concorrente delle Ferrovie, la Nuovo Trasporto Viaggiatori; incarichi in Telethon Italia, in Citigroup, nel gruppo editoriale francese Le Monde e nel cda di Rcs Quotidiani. Oltre, ovviamente, alla presidenza della Fondazione Italia Futura, il braccio politico di questo uomo-brand che insieme al mitico Cimoli è una sorta di re Mida al contrario (vogliamo parlare della Cinzano o di Italia '90?). Matteo Cordero di Montezemolo siede (tra l'altro) sulla paterna Poltrona Frau, in qualità di vicepresidente del cda.

Ma c'è una famiglia che ha pochi eguali, quella dell'Ingegnere. I figli di Carlo De Benedetti, Rodolfo e Marco sono degni di cotanto padre: il primo cumula ben dodici mandati (oltre alle imprese di famiglia ci sono Mediobanca, Autogrill, Atlantia, Pirelli e Gruppo editoriale L'Espresso, la ginevrina Banque Syz e l'assicuratrice Allianz), mentre il secondo racimola soltanto dieci incarichi e, grazie al fatto che lui è il referente numero uno in Italia del fondo di private equity Carlyle, siede nei consigli di Parmalat e Moncler (sempre a proposito di odio-amore tra manager italiani e francesi).
 
Diego Della Valle detiene il record ragguardevole nel club dei cda: ben quindici poltrone, compresa una da indipendente nell'azienda del lusso francese Lvmh. Il numero uno di Tod's (cioè anche Hogan e Fay), è presidente ad honorem della Fiorentina, amministratore delle Generali, della Rcs Quotidiani e della Compagnia Immobiliare azionaria, società di costruzioni dell'editore di Milano Finanza. Senza contare le numerose società personali e di famiglia tra cui non manca una Fondazione Della Valle Onlus, ma è anche membro del Comitato di sostegno della Fondazione Umberto Veronesi, amministratore di Le Monde Europe e membro dei patti di sindacato di Mediobanca e Rcs. Della Valle è anche socio di Piaggio, Bialetti e Cinecittà, oltre a condividere, insieme all'amico Montezemolo il cda della Ferrari e della Nuovo Trasporto Viaggiatori. Trofei che però impallidiscono rispetto alla rete di Carlo De Benedetti, che ricopre ancora addirittura 21 incarichi, tra cui una poltrona nel consiglio di sorveglianza della Compagnie Financière Edmond de Rothschild Banque. Il fratello Franco, invece, si è "allargato" in aziende come Piaggio, Iride, Banca Popolare Milano e China Milano equity exchange. Il vicepresidente di Mediobanca,
 
Marco Tronchetti Provera (che fa parte di quella cerchia di ricchi con mogli belle e famose che finché restano tali non vanno sistemate su qualche poltrona) è presidente della Pirelli, della controllante Camfin e del Gruppo Partecipazioni industriali, presidente e socio accomandatario della Marco Tronchetti Provera Sapa, amministratore dell'Inter e dell'Alitalia, nonché presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera per la promozione della ricerca scientifica, consigliere di amministrazione della Bocconi e presidente onorario italiano del Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti.


 
I signori del cemento Pesenti padre e figlio, invece, si dividono per comandare: oltre alle aziende di famiglia Franco Tosi, Italmobiliare e Italcementi, Giampiero è presidente del patto che controlla Rcs, siede nei board di Rcs Quotidiani, di Pirelli, della Mittel di Giovanni Bazoli, dell'assicurazione Allianz, di una banca off-shore, la Compagnie Monegasque banque, e della Finter Bank Zurich. Il figlio Carlo, invece, fa parte anche dei cda di Unicredit, Mediobanca e Rcs.
 
Per il patron dei freni Brembo e vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, invece, oltre al Chilometro rosso c'è spazio anche per la ex Autostrade per l'Italia dei Benetton, Atlantia, per Italcementi, per gli pneumatici di Pirelli, i giardini di Ciccolella e i treni della Ntv di Montezemolo.
Enrico Cucchiani, numero uno di Allianz nel nostro Paese che, oltre ad avere una decina di incarichi per conto del proprio gruppo in Italia e all'estero, è anche consigliere di Pirelli, di Illycaffé, della Editoriale Fvg - Divisione Il Piccolo (Gruppo L'Espresso), presidente della Mib School of Management, membro dell'advisory council della Stanford University, membro della Trilateral commission, dell'Aspen Institute, del consiglio relazioni Usa-Italia, dell'Istituto per gli studi di politica internazionale Ispi, del foro di dialogo italo-tedesco, dell'advisory council della Bocconi International, delle Associazioni Civita e Intercultura e dell'Ania.
 
Un collega che non passa inosservato è il presidente del patto di sindacato di Mediobanca, Angelo Casò, che ricopre 14 incarichi. Si va dalla presidenza del collegio sindacale di Indesit Company (Merloni), Benetton Group, Vittoria Assicurazioni, Bracco, Bracco Imaging, Edizione (gruppo Benetton), Fiditalia (Société Générale) e Vestar Capital alla poltrona di sindaco del fondo di private equity Barclays.


 
Pochi ma buoni, invece, per il presidente della banca del Papa, Ettore Gotti Tedeschi, numero uno dello Ior dal 2009, che è anche consigliere di Unifin, presidente di F2I, il fondo italiano per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale e sponsorizzato tra gli altri dalla Cdp, consigliere della Cassa depositi e prestiti e della società di gestione del risparmio della Cassa cui fa capo il fondo nazionale per l'edilizia sociale, Cdp Investimenti, nonché rappresentante del Banco Santander in Italia."
 
Consoliamoci però con questo dato fornito dal Center for Responsive Politics appena pubblicato, che dice come in America vi siano sessanta parlamentari che hanno ingenti partecipazioni nell'industria dei media: John Kerry ha investito due milioni e mezzo di dollari in Comcast, Gary Ackerman possiede la Tribco, etc.etc.
 
Tutto il mondo è Paese
 

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Commenti

Chapeau!!!
anche a Teramo rivendichiamo una famigghia ...... molto potente . Minghia !!!!!
ma la famigghia Berlusconi?
LA FAMIGLIA è una sola...... i ROTHSHILD..... il resto sono cafonetti in cerca di visibilità