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Una storia di ordinaria tristezza

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Adele ha 25 anni. Lavora in nero. Fa la governante, nel senso che governa la scopa e lo straccio, stira e ammira e fa la badante ad un ragazzo disabile in una benestante e nobile famiglia teramana. Seicento euro. Tutti soldi per lo studio. Adele sta per laurearsi. Fin qui non vi ho raccontato nulla di nuovo. La provincia italiana è fondata sull'ingiustizia, sulla differenza sociale, sulla violenza verticistica. Nel suo giorno libero, la Domenica, Adele ha tutto se stessa. Corre, studia, legge, passeggia, respira, vive. poi arriva una sera di fine lavoro. I suoi datori di lavoro le chiedono una cortesia d'obbligo, unirsi a loro per fare numero in un convegno politico. Una domenica, la prossima. Un classico lecca lecca. Non vi descrivo la corrente, non vi racconto il polo per questione di libertà e sintesi. Gli uomini non sono tutti uguali. Destra e sinistra vanno discriminati per educazione. L'uomo va giudicato solo per il rispetto che ha del prossimo. Adele si rifiuta. la Domenica è fonte di vita. E poi la sua idea politica è diametralmente opposta a quella dei suoi datori di alvoro. Viene licenziata. Scusate il licenziamento richiede un'assunzione.Viene allontanata. Adele piange, si dispera, chiede scusa. Forse andrà alla prossima riunione. Forse i suoi datori di lavoro decideranno per il perdono. Sono buoni e siamo nel periodo di Natale.

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Commenti

Magari saranno in prima fila in chiesa per la messa del Santo Natale, a mostrare i loro abiti migliori. Gesù disse: “beati gli ultimi, poiché saranno i primi a entrare nel Regno dei Cieli”. L'ipocrisia è una realtà.
Sarebbe bello poter leggere anche il nome e il cognome di questi magnanimi datori di lavoro!! Queste persone vanno premiate in pubblico perche' insegnano ai giovani come Adele com'e' che gira il mondo!! Adele, buon natale. Di cuore!!

 @Maurizio... avrei potuto farlo ma Adele ora sarebbe disoccupata. Questa è la vera tristezza e come vedi...io non sono libero come sbandiero, ma solo molto triste.

@Pasquale...grazie

Libero... che parolona! Nessuno di noi è libero, quando la nostra fottuta libertà travolge gli altri... 600 euro... scommetto che la signora indossa la pelliccia e suo marito una camicia di Burberry's...
Ma che mondo di m.....a, mi associo alle considerazioni degli altri commentatori e mi pare dipoter pensare che la parte politica interessatra sia quella che dice, ma non fa, di voler difendere libertà, lavoro e famiglia. Ad adele un consiglio: quando avrà conseguito la laurea glie la faccia pagare, esiste ancora l'Ispettorato del Lavoro ed i suoi così comprensivi datgori, in nero, di lavoro avranno una giusta punizione dove gli farà più male: nel portafoglio.
Adele, resisti... Ci sarà qualcuno che può offrirle un lavoro, no?
i tuoi datori di lavoro sono degli esseri abbietti ,quanto prima cerca qualcuno che ti dia da lavorare con dignità
Il male di questo mondo siamo noi stessi......perchè dare il conforto solo a parole ad Adele non basta..... esiste un modo per aiutarla per davvero e che i loro dattori di lavoro non lo passino liscio??? Penso che esiste.Ma noi chiediamo di avere cose impossibile...Ma prima di avere qualcosa che non abbiamo mai avuto dobbiamo fare una cosa che non abbiamo mai fatto allora si che lo aiutiamo.