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Sandro Melarangelo tira le pietre...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Una giornata di vento e sole, buona per i marinai e per i timonieri di ventura. Una giornata per sdraiarsi sul freddo asfalto e pensare alle battaglie di civiltà. Sandro Melarangelo, il professore, è un tipo coraggioso, un partigiano dell'anima, un uomo dalle scarpe di piombo. Non si piega, non si spezza, forte della sua seduta a mimo d'indiano in difesa dell'ultima riserva di dignità. Maurizio Brucchi è un sindaco. Il primo cittadino di Teramo. Aveva dato la sua parola che le pietre del teatro romano non sarebbero state spostate. Un camion rosso come una vecchia bandiera senza sventolio, le aveva rapite dalla polvere del tempo.Un equivoco? Un malinteso. Io gli credo. Ci appare in buona fede. Un errore però quel camion pieno di pietre, un errore aver definito quei reperti storici due pietre, un errore aver banalizzato una manifestazione civile come una sceneggiata, un errore aver ironizzato su Cavallari e Santacroce, due signori senza armatura di volgarità. Caro Sindaco, un consiglio non richiesto, ma che viene dal profondo del cuore, si scusi con il professore Melarangelo, perchè lei oggi ha visto un vero uomo lottare per la Cultura. Il Teatro romano non è una faccia di bronzo, un mezzo busto di bronzo, nato su di un frustolo, piovuto da un basso che sembra alto senza rilievo, ma è la Storia che respira, vive, si anima e racconta. Quelle pietre hanno una scrittura da tramandare. Dobbiamo solo imparare a leggere. Siamo ignoranti.  

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Commenti

I gatti di Maria la gattara hanno avuto più rispetto per la nostra storia
Bisogna tenere la massima attenzione e se sarà il caso partecipare a qualsiasi civile lotta per evitare che vengano asportate i reperti. n
Viviamo in una città dove tutti parlano ( dietro le quinte) e nessuno fa niente.
ed altri che parlano come anonimi.......... che fanno?
Gilo, ma quali reperti possono asportare!!!! e poi spiegami l'eventuale uso.
Se non vogliamo fare la fine del sito archeologico di Pompei ( oggi c'è stato altro crollo) lasciamo lavorare in pace gli operai. Tutto il rispetto per i reperti ma se non li togli momentaneamente come fai a lavorare. Invece di sdraiarsi possono controllare se i tecnici faranno le foto che saranno utili per rimettere i reperti al giusto posto.
Forse non tutti conoscono i costi del trasferimentio dei reperti alla zona prescelta, si mangerà più di un terzo della somma stranziata per il recupero, non sono a conoscenzan se tale costo comprende anche il ritrasporto degli stessi nell'area del teatro romano per il successivo riposizionamento. Sicuramente sarebbe stato meglio utilizzare quella somma, si parla di circa 500.000 €, per i lavori di recupero del teatro. Sicuramente Sandro Melarangelo, vecchio e caro amico e compagno, non meritava le considerazioni negative sul suo conto al limite dell'insulto.
Non tutto quello che gli altri dicono e fanno è sempre condivisibile. E ciò vale anche per Melarangelo. Tuttavia sebbene non sia del tutto daccordo sulla eliminazione del medievale anche se tardo a favore del romano, ritengo che si possa sempre trovare una soluzione ragionevole. Sandro Melarangelo ha ragione, se si fa un restauro lo stesso deve essere fatto con serietà e pignoleria. Le pietre restano dove buon senso suggerisce, altrimenti va a finire come la casa di Corso porta Romana (recante lo stemma "alo parlare agi mesura"che fu smontata (sic), mi pare negli anni '20, per rimontarla dove? Pertianto la presa di posizione dell'illustre concittadino e di Teramo Nostra è coraggiosa, ma non è l'impresa di folli poiché il sodalizio è composto da persone dabbene e Sandro è un galantuomo, un Signore d'altri tempi. Chapeau! V.P.
Ci sono voluti tutto il coraggio e la determinazione di Sandro Melarangelo per costringere a rimediare "ad un deficit di comunicazione" dell'amministrazione", come si è espresso Brucchi, e a convocare ex post un incontro per "avvicinare il teatro romano alla cittadinanza" secondo le parole del sovrintendente. La metafora è un po' curiosa in bocca a chi dovrebbe pensare ad altro e lasciare alla politica il compito di fare della trasparenza un metodo di lavoro. Ma tant'è: a Teramo abbiamo ancora bisogna di sceneggiate pannelliane per ottenere ciò che è normale o almeno sembra tale. Infatti appare allo sprovveduto cittadino una querelle di cui non riesce a rendersi conto poiché i tecnicismi inerenti ad una catalogazione vanno attribuiti a chi ne ha competenza. Se all'uopo serve uno spostamento delle pietre, qual'è il problema? Non è la Sovrintendenza a doversene occupare e assumersene la responsabilità senza cedere ad una protesta che, che per quanto autorevole e assolutamente disinteressata, è sempre di un non addetto ai lavori? Insomma, si può stare a mercanteggiare su un lavoro scientifico, che avrà le sue regole e le sue procedure, con altre persone che non possiedono l'indispensabile competenza? Oppure si adombra il sospetto che la sovrintendenza non abbia i numeri per occuparsi del problema al punto che si concede a Teramo Nostra la scelta di tecnici di propria fiducia? Qui siamo arrivati all'assurdo: La Sovrintendenza dovrà svolgere il suo lavoro sotto l'occhio vigile di persone estranee ad un entourage tecnico amministrativo che è suo proprio, sottoponendosi-potrebbe anche accadere- ad eventuali contestazioni. La domanda quindi è: può un lavoro scientifico essere svolto con queste modalità? E questo è un primo cedimento assolutamente incomprensibile per quanto ammantato di spirito democratico: spiace dirlo, ma con la scienza e la ricerca la democrazia non c'entra assolutamente nulla se non in una fase in cui la pubblica opinione sollecita un impegno che si procastina da troppo tempo. Appare evidente come la politica travalica dai suoi confini e si dispone ad un ascolto del tutto sproporzionato e fuori luogo. Ciò è tanto più vero se la pronta disponibilità del Sindaco ad "ascoltare" tutti, opposizioni, tecnici, progettisti, sovrintendenti, associazioni, fa pensare ai classici due pesi e due misure. Certo i fondi pubblici CIPE, la cultura, il patrimonio storico, sono temi sui quali possiamo giocarceli tutti i numeri della democrazia e della disponibilità all'ascolto, cosa costa? Spiace constatare che dalla famosa riunione , dal gabinetto del Sindaco siano usciti tutti felici e contenti, persino quell'opposizione che avrebbe almeno potuto argomentare questa semplice considerazione: come mai l'ascolto e la democrazia sono valori praticati solo su questi argomenti e vengono messi da parte quando c'è da dare una risposta decente alle cinquemila persone che hanno firmato perché si indicesse un referendum sull'abbattimento del vecchio stadio comunale e sulla costruzione del nuovo teatro comunale? Il titolo di questo commento potrebbe essere quindi:QUANDO LA SOCIETA' CIVILE CONTA E QUANDO NO.
dovremmo tutti ringraziare sandro meralangelo e piero chiarini che da anni con l'associazione teramo nostra sono attenti custodi della storia e della cultura dell'antica teramo. sono custodi e sentinelle delle vicende che troppo spesso pregiudicano la valorizzazione del nostro patrimonio artistico. un sentito grazie da chi ama e rispetta la nostra bella citta' che dobbiamo lasciare integra ai nostri posteri.
MA QUALI PIETRE VOGLIONO SPOSTARE? QUELLE ABBANDONATE PER TERRA? MA SE NON LE SPOSTANO COME FANNO GLI OPERAI A MONTARE IMPALCATURE PER IL RESTURO DEI RUDERI CHE ANCORA RESTANO IN PIEDI? DOVREMO ASPETTARE CHE ANCHE GLI ULTIMI TRE ARCHI ANCORA IN PIEDI CASCHINO A TERRA ? ADESSO CHE HANNO ALLARGATO IL CANTIERE E INVASO ALTRI POSTI AUTO E' MEGLIO ? E LA TERCOOP CHE INCASSA MENO E QUINDI RISCHIA DI NON PAGARE GLI OPERAI E' MEGLIO ? NON CI CAPISCO PIU' NULLA. MI SEMBRA CHE CI SIA SOLO TANTAVOGLIA DI APPARIRE. TANTO I SOLDI SONO DI PANTALONE. BERARDO