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Roseto: Cirsu tra abbandono e deleghe assolute

3 minuti

Giovedì notte, anzi all'alba di Venerdì, il consiglio comunale di Roseto si è trovato davanti una questione che non è solo politica, ma, in quella sede, soprattutto tecnica ed in parte giuridica.
Dovevano decidere, i consiglieri riuniti nel palazzo di piazza della Repubblica, se delegare o meno il Sindaco a deliberare nella prossima assemblea del “Cirsu”, il consorzio dei rifiuti di Grasciano di Notaresco di cui il Comune di Roseto, insieme ad altri cinque comuni vicini, è socio fin dalla nascita del consorzio stesso, nel lontano 1985.
Assemblea delicata, questa, perché il “Cirsu” è gravato da un passivo di bilancio di circa 4 milioni di euro e si parla apertamente del suo possibile fallimento.

Il consiglio dunque, non era chiamato a formulare dei pareri politici sulla vicenda “Cirsu”, bensì a delineare, dare forma e contenuto, inserire eventuali limiti all’atto amministrativo di delega. I consiglieri sono stati convocati dunque per determinare forma e natura dell’atto di delega. Questo era il loro compito. Che avrebbero dovuto risolvere anche esaminando gli esiti di una precedente delega già assegnata al sindaco alcuni mesi fa su analogo oggetto.

Come hanno risolto il problema i consiglieri? La maggioranza di loro ha fornito una amplissima delega al sindaco. Un mandato plurimo. Il cui esercizio comporta ovviamente effetti giuridici, economici e formali diversissimi tra loro. Una cosa è infatti il fallimento, altra la liquidazione, altra ancora il concordato preventivo. L’opposizione invece, stretta tra un voto contrario obiettivamente difficile, perché comunque il sindaco a quell’assemblea una delega la deve portare, ed un voto favorevole ad un atto che non condivideva appunto nelle forme e nelle procedure, ha scelto di lasciare l’Aula. E questa volta, obiettivamente, il gesto ha un suo senso politico. Perché se votare “no” è quasi impossibile in linea pratica, votare “si” è impossibile perché non si condivide, non resta che lasciare l’Aula.

Il punto, però, non è questo. Il punto è discutere appunto sulla natura e il procedimento dell’atto di delega. Era quella l’unica delega possibile? No, non era l’unica. Il Consiglio, ad esempio, avrebbe potuto chieder spiegazioni sulle precedenti acquisizioni in capo alla parte pubblica e invitare il Sindaco a rappresentare questa esigenza che già lo stesso Consiglio aveva considerato tale. Avrebbe potuto ragionare e porre in delibera sulle eventuali ricadute delle varie opzioni sul bilancio municipale. Avrebbe potuto interrogarsi sulle questioni relative alla titolarità delle autorizzazioni ambientali e trasmettere in pareri deliberativi a corredo della delega. Insomma, avrebbe potuto produrre atti di merito correlati e connessi.

Ed invece tutto questo non è stato fatto. Si è preferito una semplice delega assoluta. È una scelta politica. Ma è essa scelta che va valutata e giudicata, non altro. Perché è questa scelta medesima assai assai delegante che la maggioranza del Consiglio ha effettuato che deve essere riguardata sotto il profilo della utilità rispetto ad altra scelta più entrante nel merito che invece si sarebbe potuta produrre. Le altre sono solo parole. Gli atti, invece, son quelli che sono.
 

                         Ugo Centi

               controaliseo.ilcannocchiale.it/

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Commenti

mi venga un accidenti...'sto Centi... ma che dico Centi... Duecenti!!!! Tavola... assolutamente...
introdurre una norma che in caso di fallimento del CIRSU falliscano anche i relativi soci?
Ho seguito con attenzione la vicenda Cirsu in questi anni e l'impegno profuso, perchè di questo si tratta, nel perseguire una malagestione pluriennale dettata solo ed esclusivamente da scelte politiche. Ho assistito al Consiglio Comunale e, fermo restando, le tecnicalità di un atto giuridico quale una delibera consigliare ed un certo grado di inadeguatezza politica (perchè di solito gli emendamenti eventuali vengono discussi nei gruppi di cosiddetta maggioranza), non ho potuto non notare come l'opposizione (a mio avviso attore pricnipale delle scelte maageriali e gestionali scellerate della storia del CIRSU) abbia cercato in tutti i modi una "non espressione" sull'argomento. Vogliamo chiamarla demagogia politica, vogliamo chiamarlo più semplicemente arrampicarsi su un lastrico di specchi? Quali eramo le attese? Che per una volta ci fosee la "costruzione" di un dialogo sul da farsi e non un rimpallo schifosamente politico e per certi versi foriero di ambizioni personali (si vedano gli interventi senza un fondamento tecnico né politico di qualche "giovane" consigliere....). Per una volta il PD avrebbe potutio ritrovare una forma di dignità politica che orami manca da molto tempo e forse, qualcuno, avrebbe urlato "qualcosa è cambiato"! Invece no: si preferisce abbandonare l'aula in silenzio senza nessuna espressione che in questo caso non sembra avere il significato di una non condivisione ma il pieno senso del solito tatticismo. Mi domando a chi giova in una simile situazione? Forse è questo ciò che ci si deve aspettare da un partito orami ridotto agli stizzicadenti? (come qualcuno ha affermato).
SUL CIRSU SI CONTINUA A MERCANTEGGIARE E’ vergognosa l’ignavia con cui il consiglio comunale di Roseto ha liquidato la vicenda CIRSU spa. Lasciando libero mandato al sindaco di valutare a sua discrezione in sede di assemblea dei soci, la maggioranza ha scelto di lavarsene le mani e di non pronunciarsi su nessuna delle tre opzioni possibili: il fallimento della società, la sua liquidazione o un concordato preventivo con i creditori che ne consenta la continuità aziendale. Dopo un assordante silenzio durato mesi e dopo aver dimostrato una totale mancanza di rispetto istituzionale nei confronti dei rispettivi Consigli Comunali, esautorati da ogni scelta e privati di ogni informazione in merito ai passaggi cruciali della telenovela CIRSU, ora i sindaci del consorzio chiedono addirittura di avere mani libere, forse per votare in base alla convenienza del momento e “vendere” al meglio la propria posizione determinante. La mancata trasparenza è forse una delle chiavi di lettura che meglio descrive il carattere fallimentare della gestione di questa società pubblica (e forse di molte altre), ma risulta quasi incredibile che si sia potuti giungere ad un tale disastro (operai senza lavoro, debiti enormi, rischi ambientali, rinvii a giudizio, rischio fallimento…) senza che i cittadini potessero effettuare alcun tipo di controllo. Ci chiediamo come mai nessuna delibera del cda o dell’Assemblea dei Soci sia mai stata pubblicata né sul sito istituzionale della società né su quello dei sei Comuni soci e perchè sia così difficile ogni volta ottenere la documentazione in merito. Prima si è liquidata SOGESA Spa (dopo averla resa pubblica con una spesa di 2,5 mln di euro) senza una espressa deliberazione Consiliare dei sei Comuni, ed ora si decide il destino di CIRSU senza che i rappresentanti politici eletti dai cittadini (compresi quelli di minoranza) abbiano espresso una qualsiasi posizione in merito e, sopratutto, senza considerare affatto la grave questione occupazionale dei dipendenti SOGESA. In attesa di osservare nei prossimi giorni le deliberazioni degli altri consigli comunali, chiederemo tutti gli accertamenti giudiziari in merito alle operazioni dei precedenti cda e collegi sindacali di CIRSU, a partire dalla modifica della compagine sociale di AIA spa, con l’uscita del socio Conscoop e l’entrata di DECO spa nell’anno 2008 e in riferimento all’autorizzazione rilasciata nel 2010 a SOGESA spa per la realizzazione della discarica di Grasciano 2. In questa vicenda si intersecano questioni drammatiche legate al lavoro, all’ambiente, alla salute dei cittadini e al rispetto della legalità e non è accettabile che i cittadini siano tenuti all’oscuro ed in attesa di decisioni “a sorpresa”. Giacomo Collevecchio Segretario PRC/FDS di Roseto degli Abruzzi
Se uno legge le dichiarazioni stampa del sindaco di Roseto, Enio Pavone, è autorizzato a pensare che le colpe di tutte le disavventure del Consorzio dei rifiuti “Cirsu” siano del Pd. E vabbé: polemica politica, si direbbe. Certo, si potrebbe aggiungere che, anche di quel Pd, il Sindaco è stato alleato per anni ed anni, ma non fa niente, può darsi che allora non se ne sia accorto. C’è però un altro aspetto. Il giovanissimo segretario di Rifondazione di Roseto, Giacomo Collevecchio, insieme a pochi altri, va da tempo chiedendo le delibere ed i documenti adottati dal “Cirsu”. Collevecchio vorrebbe leggere le carte per capire. E osserva di non riuscire a trovarli sul sito internet della società pubblica, né nei siti degli enti consorziati. Allora, signor Sindaco di Roseto, non le pare che farebbe cosa d’interesse pubblico rendere note tutte le delibere e gli atti del caso, cui Lei senz’altro avrà accesso e conoscenza per via della sua carica. Perché vede, la polemica di parole interesserà lei e magari, legittimamente, il suo partito; ma ai cittadini premono gli atti ed i fatti. Perciò sarebbe bene che si tirassero fuori le carte, tutte le carte di pubblico interesse. Poi ognuno giudicherà.
ma i socialisti dov'erano, non erano in giunta con il pd? povera roseto livello bassissimo rispecchia il paese