Nel “diario” del primo divieto di balneazione (in pieno Luglio, in pieno centro, in piena stagione turistica) c’era un “cronos” (tempo) che non ritornava. Dunque istavano le carte che il 7 luglio si sarebbe verificato un guasto all’impianto fognario, da cui il secernere d’un liquido non proprio puro che tre giorni appresso, il 10 luglio, sarebbe stato intercettato da ordinarie analisi regionali per poi, trascorsi ormai una mezza decina di giorni, produrre il 12 un divieto di bagnarsi nelle acque dell’Adriatico per un bel pezzo di spiaggia rosetana. Senonché successive analisi proprio del 12, asseveravano in vero che quel giorno stesso l’acqua era già tornata limpida e quindi balneabile, cosa ufficializzata il 14 del luglio medesimo.
Orbene, allora il giorno 10 quando nel mare si sguazzava ignari grandi e piccini, l’acqua nascondeva invisibili bacilli, peraltro in letteratura medica piuttosto perniciosi? s’era chiesta Raffaella D’Elpidio, (foto) consigliera comunale del gruppo Pd. Che il primo agosto aveva depositato in Comune una richiesta per vedere un po’ di carte.
Ebbene oggi, ben 48 giorni dopo la richiesta (quando il Regolamento dice 30 giorni massimo, lo Statuto conferma 30 giorni massimo e la Legge garantisce 30 giorni non di più), giorni quarantotto invece, ha ottenuto copia del richiesto. Ma nonostante ciò il “cronos” non si è chiarito. Non si capisce, infatti, se l’Ente delle Acque abbia avvertito il Comune il 7 luglio della fuoriuscita indesiderata né si comprende se qualcuno in Comune abbia espresso stupore avendolo invece in ipotesi appreso niente meno il 13 luglio che la tubatura funzionava a dovere fin dal 7 medesimo.
Ora ci si chiede, visto che al turismo non fa certo da tonico un divieto di balneazione, quando il Comune ha saputo del guasto? A qual ora, di qual giorno? E se saputo non l’avesse subito non si sia un po’ adontato verso chi, forse, avrebbe fatto bene a dirglielo di presso. No, mica per niente: ma si dà il caso che sanguigni spiriti politici, che attaccano persino dal seggio-pulpito dell’Aula Civica inermi cittadini lì impediti di rispondere; se codesti risentiti uomini non abbiano poi detto una, una sola, magari mezza parola verso chi non li avesse in ipotesi messi al corrente di un fatto che poteva avere le conseguenze che poi ha avuto; sà in quel caso non avrebbero solo mancato di riguardo ai singoli cittadini, ma forse lasciati scappare l’occasione, essa sì doverosa, di una civile protesta.
Ma Raffaella D’Elpidio, che ha dovuto lottare per ottenere il suo diritto di accesso, studia le carte e si chiede: “Ma insomma, si può sapere o no se il 10 luglio il mare era pulito o sporco? Se si è rischiato o meno ad immergersi? A me la gente me lo chiedeva dopo il 12. A chi devo rivolgermi per una risposta?”. Già, a chi? Al Sindaco? Al “Ruzzo”, All’”Arta”? E ripete: 48 giorni; 48 giorni, per un accesso! Incredibile”
Ugo Centi
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Dal 22/7/2017 son arrivata a roseto in ferie e l acqua é gialla tendente al marrone. Nessuno sa niente. Bambini e adulti che fanno il bagno. A qualcuno é stato detto siano le alghe. Cosa é sto schifo??? Vorremmo una risposta visto paghiamo x farci le ferie quí!