La conference call era fissata per le sei del mattino, e l’appuntamento per il breakfast meeting era stato convocato alle cinque. Il team che seguiva il “Project Attica”, capofilato dal 35enne Gary Fleming, aveva avuto un sussulto quando, usciti dall’ascensore alla sala del 24^ piano a loro riservata quella mattina, aveva trovato l’amministratore delegato Henry Paulson in persona che si stava servendo dal corner in cui erano stati apparecchiati caffè, tè, sandwiches e qualche pasticcino.
La presenza autorevole e meditativa di Paulson riduceva al minimo gli scambi verbali tra Fleming e il suo team di tre persone, nonostante l’orario inusuale li facesse sentire come autorizzati ad un minimo di relax. Deponendo con attenzione mezzo sandwich sul suo piattino, Paulson cominciò a parlare dopo un impercettibile accenno di “good morning” con il capo. Lentamente, come se i suoi pensieri uscissero in ritardo dal suo testone pelato, Paulson disse che:
“la Grecia rischia di non entrare nell’Euro, e il Primo Ministro Simitis teme che per qualche punto percentuale di spesa pubblica in più tutti i suoi sforzi di modernizzazione possano essere buttati al vento”
Paulson allargava e riuniva le mani scandendo il lento ritmo del suo discorso. Era difficile non fissare lo sguardo sul suo mignolo sinistro rotto e sul grosso e nero Casio G-Shock che ogni tanto faceva capolino dalla manica della giacca:
“sono stato personalmente chiamato, due settimane fa, da Christoforos Sardelis, il capo dell’Agenzia Greca per il debito pubblico” … “Sardelis sostiene che, al tasso di cambio previsto tra Euro e Dracma, la valuta attualmente in vigore in Grecia, il deficit del 2011 ammonterà a circa 6,6 miliardi di euro”.
“come sapete, il Trattato di Maastricht prevede un tetto del 3% al deficit” … “se si conferma il dato di Sardelis, il rapporto deficit/PIL sarà di poco superiore al 4%”.
“Sardelis, che in questo progetto lavora su mandato diretto del Primo Ministro, ha bisogno di ridurre il deficit figurativo di poco meno di un miliardo di euro”.
“La sua Agenzia per il debito greco ritiene infatti che, come successo per l’Italia per il rapporto debito / Pil, la Commissione Europea darà l’OK all’ingresso della Grecia nell’euro qualora sia possibile osservare un processo di avvicinamento progressivo verso i parametri di Maastricht”
Facendo sventolare la sua giacca nera di almeno due taglie più grande, Paulson era entrato, seguito dai 4 giovani professionisti del Team Attica, nella sala in cui si sarebbe tenuta la call. Era rimasto in piedi, e le sue larghe spalle gli conferivano un aspetto quasi regale
“Come per l’Italia, l’ingresso della Grecia nell’euro ha una valenza che non è solo economica e finanziaria. La Grecia, prima ancora dell’Italia, ha una preminenza culturale in Europa. E’ un gigante culturale e un nano economico e politico, e questo Simitis e Sardelis lo sanno bene. Sardelis è arrivato a noi tramite l’ambasciatore americano in Svezia – lui ha lavorato a Stoccolma per anni nel periodo in cui in Grecia c’erano i colonnelli – e una delle cose che mi ha detto durante il nostro primo incontro è stata che è un’ironia che la Grecia, che avrebbe inventato i derivati, ora si debba rivolgere a degli americani per risolvere, con dei derivati, un problema di bilancio”.
Alle cinque e mezza del mattino la battuta sull’invenzione dei derivati era sembrata un’apertura di Paulson verso un intermezzo ludico. I “ragazzi” del Team Attica si scambiarono degli sguardi di rilassata curiosità.
Paulson si fece prendere un po’ la mano e proseguì:
“Mi ha raccontato Sardelis che Aristotele riporta che il filosofo Talete, avendo previsto un abbondante raccolto di olive, acquistò in anticipo dei diritti di utilizzo di tutti i frantoi dei dintorni di Atene. Quando la domanda di servizi di spremitura esplose, dopo un raccolto che fu, effettivamente, copiosissimo, Talete diventò ricchissimo vendendo le sue opzioni di sfruttamento dei frantoi a caro prezzo. Praticamente il filosofo Talete era un trader di opzioni”.
Paulson si rese conto che l’aneddoto avrebbe potuto distrarre i suoi ragazzi. E tornò serio severo e concentrato:
“La Grecia ha già firmato un accordo di confidenzialità assoluta su questo progetto. E ovviamente anche noi siamo tenuti al riserbo più assoluto. Nell’accordo di confidenzialità c’è scritto anche che la Grecia non potrà rivolgersi ad alcuno dei nostri competitor per chiedere una quotazione del prodotto che prepareremo per lei, ma questo ovviamente ci fa gioco. Abbiamo ampi margini per fare un prezzo adeguato all’importanza della soluzione che proporremo. La loro esigenza di segretezza si è rivelata, per noi, un’arma potente”.
“Fleming, so che lei ha preparato alcuni schemi operativi da discutere tra mezz’ora con Sardelis. Ce ne parli anticipatamente. Ecco il cavo per collegare il suo PC al proiettore”.
Gary C. Fleming, che a 35 anni ne mostrava ancora 25, forse data la sua passione per l’atletica leggera, aprì il suo portatile e visualizzo un’unica slide di power point:
Grecia, dati previsionali 2001:
Prodotto Nazionale Lordo: € 165 mld
Debito pubblico: €172 mld (104% del PNL)
Oneri finanziari sul debito: €10 mld
Deficit di bilancio pubblico: €6.61 mld (4%)
Dopo essersi schiarito la voce, Fleming iniziò a parlare, scandendo bene le parole quasi a mimetizzarsi nel ritmo lento di Paulson:
“Il nostro obiettivo è di ridurre retroattivamente il deficit di circa 800 milioni di euro. Per fare questo, interverremo sulla spesa, attualmente di circa 10 miliardi, in oneri finanziari”
“Abbiamo abbozzato un contratto di swap (scambio) per cui Goldman Sachs si farà temporaneamente carico di un nozionale di debito greco di oltre 15 miliardi di euro, su cui la Grecia paga annualmente oneri finanziari per circa 950 milioni” – “in cambio, la Grecia si caricherà temporaneamente di 15 miliardi di debito denominati prevalentemente in Yen giapponesi, che costano, in termini di interessi annui, solo 160 milioni di euro. Il risparmio figurativo a bilancio per la Grecia risulterà pertanto pari a – e a questo punto con disinvoltura fece scattare una seconda slide sul proiettore:
950 – 160 miliardi =790 miliardi
“Con 750 miliardi di costi in meno, la Grecia avrà un rapporto tra deficit e PIL del 3,5%. Abbastanza per rientrare nel concetto di avvicinamento progressivo ai parametri di Maastricht”
Gary stette un momento in silenzio mentre faceva avanzare sul PC una serie di slides piene di dettagli tecnici, giuridici e legati agli standard di bilancio pubblico europei. Finalmente ingrandì una slide il cui titolo era “Profit for GS”
“In cambio di questo swap temporaneo, abbiamo l’opzione di caricare al Governo Greco 16.5 miliardi di euro di debito nel 2002, con un utile netto attualizzato di circa 600 milioni di euro”
Intervenne Paulson:
“ne ho parlato con Sardelis. Non dovessero entrare nell’euro, il costo del loro debito potrebbe raddoppiare nel giro di due mesi. Per noi e per loro, è un affare unico. Sicuramente più per loro che per noi”.
“Ho passato la serata con il nostro ufficio legale e con i legali esterni di Skadden” – intervenne repentino Fleming, anche se non era certo che Paulson avesse terminato – “Il rischio di essere contestati in un’audit è basso, e non potrà comunque invertire il processo di ingresso nell’euro della Grecia perché gli accordi dell’euro non prevedono delle clausole di uscita”. “alla peggio alla Grecia verrà dato un buffetto sulla guancia, ma politicamente sono tutti concordi che devono entrare”. “Se non entrano, escono: e dopo anni di guerre proprio a nord del confine greco tutti i politici europei hanno interesse a stabilizzare il più possibile la situazione nell’area. Non è solo una questione di cultura, lingua e tradizioni europee”.
La call era iniziata con una mezz’ora di ritardo, e la presentazione di Fleming aveva ricevuto solo formali richieste di chiarimento da parte di Sardelis e i suoi advisor legali e finanziari.
Prima di chiudere, Sardelis, saputo che nella sala c’era anche Paulson in persona, aveva voluto rivolgergli personalmente un saluto:
“ho visto che il giochino del frantoio ci costerà 600 milioni! Voi di Goldman Sachs siete i più maledetti figli di p. del mondo”
“ci avete scelti per questo!” – aveva risposto Paulson, finalmente rilassato.
Dopo aver messo giù, Paulson naveva dato il “cinque” a Fleming con la stessa veemenza di quando giocava a football.
“Great job, Gary”.
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Clamoroso in spiaggia. Lunedì, a Rimini. Due dicono ho letto un articolo di economia ben fatto su di un sito di Teramo. Un certo Moschetta. Incredibile. Da Abruzzese fiero.