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Il Libro...Le braci

di Maria Cristina Marroni
4 minuti

Esaurita la fiamma dell’antico fuoco, fulgido e vitale, rimangono le braci e poi, pian piano, soltanto la cenere. Allora è solo silenzio e oblio. Di ciò che fu resta solo un tiepido calore.”Presto non rimane che un mucchietto di braci lucide e nere, come un pezzo di raso del colore del lutto”.

Per quarantuno anni Henrik, il protagonista del romanzo “Le braci” di Sàndor Màrai (edizioni Adelphi), trova linfa vitale da quel timido calore e attende l’incontro risolutivo con il suo amico Konrad. Conosciutisi in un collegio militare, per lungo tempo sono come fratelli e vivono in simbiosi. Poi improvvisamente la vita li separa. Konrad parte per l’Estremo Oriente, Henrik, invece, resta nel proprio castello nei Carpazi. Qualcosa tra loro, dalla repentina partenza di Konrad, è rimasto in sospeso. Un segreto che lega la loro esistenza a una donna, Krisztina. La distanza temporale non ha placato i loro animi, non ha disteso le coscienze e solo quest’ultimo incontro, prima che sopraggiunga la morte, potrà chiarire il significato profondo di una passione.

Il racconto si snoda attraverso un monologo. È Henrik a raccontare la sua infanzia e l’amicizia con Konrad, caratterizzata da un affetto intenso e ideali di vita comuni. Poi egli pone a Konrad due domande, ma in realtà è sempre lui a dare una risposta, perché in tutti quegli anni si è interrogato a lungo sugli avvenimenti della sua vita. E ha scoperto da solo la verità. Konrad ha amato la moglie Krisztina di un amore cieco e appassionato. Perché le loro anime erano affini, sostenute da un’indomita indipendenza di spirito, da trepidanti attese e desideri impotenti.

E come le persone appartenenti allo stesso gruppo sanguigno sono le uniche che possano donare il loro sangue a chi è vittima di un incidente, così anche un’anima può soccorrerne un’altra solo se non è diversa da questa, se la sua concezione del mondo è la stessa, se tra loro esiste una parentela spirituale”.

Tutto è cambiato ormai: i corpi di Henrik e Konrad invecchiati e indeboliti, la Vienna di fine Impero, ricca di cultura e fascino, involgarita, le persone amate scomparse. Anche Krisztina non c’è più, perché il dolore l’ha portata via presto. Henrik è pienamente consapevole che nulla potrà rivivere del passato. Dopo quest’ultimo appuntamento, la vita di Henrik e Konrad volgerà inesorabilmente al tramonto. Henrik ha atteso invano una vendetta che si rivela ora solo un’illusione.

C’è troppa tensione nel cuore degli uomini, troppa animosità, troppa sete di vendetta. Guardiamo infondo ai nostri cuori: che cosa vi troviamo? Una passione che il tempo ha soltanto attutito senza riuscire a estinguerne le braci”.

Il libro di Màrai riflette con uno sguardo lucido e mai compassionevole sull’amicizia, la lealtà, l’amore e il tradimento. E il lettore sente crescere una forte tensione prima di scoprire la verità. Allora prova un po’ di amarezza e di compassione per due vecchi signori che il tradimento non ha lasciato indenni, ma che restano legati da un amicizia che non riescono più a confessarsi per pudore.

“Non credi anche tu che il significato della vita sia semplicemente la passione che un giorno invade il nostro cuore, la nostra anima e il nostro corpo e che, qualunque cosa accada, continua a bruciare in eterno, fino alla morte? E non credi che non saremo vissuti invano, poiché abbiamo provato questa passione? E a questo punto mi chiedo: la passione è veramente così profonda, così malvagia, così grandiosa, così inumana?”.

Henrik risponde affermativamente a questa domanda ed è pronto al perdono. La sete di vendetta si è sciolta come sale nell’acqua.

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Commenti

leggendo la bella recensione domenicale del libro. " Le braci" mi viene da pensare che per perdonare ci vuole coraggio,altrettanto di quanto ce ne vuole per chiedere perdono. Infatti e' difficile ammettere,prima diruttato,con se stessi e poi con gli altri, di aver sbagliato ,di non essere stato all'altezza di una situazione o di aver fatto del male ad un' altra persona,magari la più cara. Altrettanta forza richiede il perdonare perché si tratta di sconfiggere quella parte negativa di noi che vorrebbe la vendetta e che magari,istintivamente,ricorrerebbe alla aggressivita' e alla violenza. Grazie e buona domenica , anche se un po' in ritardo.
"Solamente chi è forte è capace di perdonare. Il debole non sa nè perdonare nè punire". (Gandhi) Gentile Sig. Antoine, La ringrazio per le sue attente letture. Buona domenica.
Grazie per la bella citazione di Gandhi,con i suoi preziosi riferimenti letterari ci si arricchisce sempre di più-Buon inizio settimana,
Capolavoro sull'amicizia maschile, sul rispetto e il decoro. Aggiungerei anche sulla diseguaglianza sociale. Libro da scoprire o da rileggere.