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Il LIbro...Basta piangere!

di Maria Cristina Marroni
4 minuti

È vero in Italia ci si lamenta spesso, ma la ragione è che infondo non c’è molto da ridere. Perché questo è il Paese dove puoi studiare e investire tempo per la tua preparazione, senza che ciò sortisca nessun effetto in termini di occasioni lavorative e dove diventa invece Ministro della Salute (dico della Salute!) una donna neppure laureata.
Qui l’elezione di un Presidente del Consiglio di quarantasette anni, viene salutata come l’avvento di un “giovane”.
Tony Blair e David Cameron avevano quarantatré anni quando sono diventati premier britannici, Bill Clinton quarantasei e Obama quarantasette quando sono stati chiamati a governare gli Stati Uniti.

Eppure Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, con l’agile saggio “Basta piangere!” (Edizioni Mondadori) prova a reagire al disfattismo di Monti, per cui quella dei quarantenni è una “generazione perduta”, o alla superficialità di Brunetta, per cui i giovani italiani sono “bamboccioni”, con un messaggio di ottimismo e con il recupero dell’uso di “noi” al posto di “io”.
Vale la pena di unirsi, parlarsi, fare rete, costruire alleanze, stringere amicizie, condividere progetti comuni, anche solo per vivere meglio. In questi anni siamo stati troppo individualisti”.

Nel libro ripercorriamo la storia della generazione di Cazzullo e insieme quella dei più anziani, “che non hanno trovato tutto facile; anzi, hanno superato prove che oggi non riusciamo neanche a immaginare. Hanno combattuto guerre, abbattuto dittature, ricostruito macerie. Hanno fatto di ogni piccola gioia un’assoluta felicità anche per conto dei commilitoni caduti nelle trincee di ghiaccio o nel deserto”.

Ritroviamo inoltre gli eventi storici, i fatti di cronaca, i successi sportivi più rilevanti, a partire dagli anni Sessanta del Novecento e fino all’età contemporanea. È un sentimento di nostalgia quello che traspare, che però non cattura completamente lo scrittore tanto da fargli considerare il passato “l’età dell’oro”, rispetto a un presente cupo e  angoscioso.  Anzi Cazzullo  tenta di dimostrare che la commiserazione è superflua, perché le generazioni passate hanno vissuto le difficoltà del dopoguerra, il terrorismo degli anni ’70, le morti frequenti dei giovani per eroina negli anni ’80.

All’improvviso affiorano ricordi sopiti, una canzone, un film, un oggetto, una pubblicità: “Sandokan” con Kabir Bedi, il mago Zurlì, “Il tempo delle mele”, con la canzone “Dreams are my reality”, “Sapore di mare”, “Portobello”, ma anche il walkman con le cuffiette, le cinture El Charro, i camperos, le borse Naaj-Oleari, il gel per i capelli, “il Ciao per le ragazze, il Gilera a pedali per gli sfigati, la Vespa 125 Px con le marce per i fighetti”.
Anche la scuola era di qualità e formava una coscienza critica: “Si cominciava a capire da che parte stare nella vita, se con l’apollineo o con il dionisiaco, con il sole o con la luna, con il giorno o con la notte, con l’ordine o con il caos, con l’armonia o con la frenesia, con la sobrietà o con l’ebbrezza, con la responsabilità o con la rivolta, con Ettore profondamente umano o con il semidio Achille”.

A differenza di Cazzullo, però, credo che i giovani sappiano di essere fortunati, perché nati e cresciuti nel benessere. Non hanno perso il mordente, sono avviliti perché sanno che gli sforzi non sono ripagati; che è “più importante conoscere qualcuno che non qualcosa”; che sono ricompensati gli yes men, anziché i meritevoli; che i politici gradiscono perpetuare un sistema clientelare; che dovranno cercare fortuna all’estero. Il loro pianto è dell’anima, anche quando fuori sorridono. Senza speranza il cuore palpita a rilento.






 

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Commenti

Basta lamentassi sempre. Sembra che tutti abbiamo dei diritti e pochi,pochissimi doveri. Ovunque ti rivolgi e con chiunque parli, tutti prima o poi ti diranno che hanno diritto a questo o a quello . Lo pensiamo tutti almeno una volta nella nostra vita e specialmente lo dicono i giovani che sempre più alzano la voce e incrociano le braccia per le tante ingiustizie subite. Lo Stato non gli da' questo o quello, la Societa' non gli garantisce nulla,nessuno sembra prenderli in considerazione ,e tutti vagano in un perenne stato confusionale misto ad attesa per che cosa bene non si sa. Ingiustizie e promesse mai mantenute ,intanto la fila si infoltisce di quelli che borbottano e che aspettano che qualcuno faccia qualcosa ,che qualcuno glia dia quello che e' stato promesso,quello che secondo loro gli e'stato rubato ,negato e trattenuto. Urge un cambiamento di coscienza . Serve un lavoro sinergico da parte di tutti e la famoglia e' il primo presidio sociale. Grazie di cuore per le occasioni di confronto che ci offre . Buona Domenica .
Invece non ci resta che piangere...
MA COME CAZZULLO SI FA A NON PIANGERE DOTT. CAZZULLO! anche questa volta il suo pregiato tomo, della serie come eravamo, forse l'ha elaborato troppo in fretta e senza troppo riflettere. come si fa a non piangere in un paese guidato da ministri che ogni giorno enunciano che il loro governo fa schifo e che è illegittimo ! in un paese dove una ministra ( di poca grazia e poca giustizia) assicura ai Ligresti " contate su di me " ! in un paese dove gli industriali scappano e gli artigiani chiudono desertificando economicamente e demograficamente il territorio ! in un paese dove un impiegato della camera dei deputati guadagna più del presidente degli stati uniti ! come CAZZULLO si fa a non piangere ! non sono questi dei colpi alla nuca che fanno piangere dott. CAZZULLO?.........................e i giovani, i nostri ragazzi che CAZZULLO di colpa hanno? loro, tragicamente, fanno parte della così detta " lost generation " vale a dire di coloro che hanno terminato gli studi ma senza occupazione; quindi sono una generazione senza futuro che dipende da tutto e da tutti, alla quale è negato un dignitoso posto in questa paese di vecchi che vivono di ricordi......forse dott. CAZZULLO avrebbe dovuto spiegare e precisare che il vero problema è questa una bomba con la miccia accesa in procinto di esplodere !.......tuttavia non posso non ricordare ai nostri ragazzi che l'animo umano non si arrende ma, ( siamo sopravvissuti ai dinosauri, e non è poco ). non posso quindi che concludere con una bella frase di nelson mandela "....UN VINCENTE E' SEMPLICEMNTE UN SOGNATORE CHE NON SI E' ARRESO MAI. "............l'hombre donne la lumièr
Libro acquistato stamattina. Sono più giovane di Cazzullo, ma mi incuriosisce la lettura. Buona domenica.
Il punto più interessante di questa recensione è nella valutazione delle conquiste negative che la società attuale ha lasciato ai ragazzi. Il clientelismo politico, finalizzato a rendere infinita la permanenza dei corrotti al potere, che scoraggia l'impegno a crescere culturalmente, ad impegnarsi per cercarsi un lavoro, necessario per la crescita personale e dello Stato. Se pensiamo che questo sistema è stato istallato da una repubblica elettorale, speriamo di perdere presto la democrazia.
Grazie a Lei, gentile Sig. Antoine. Felice settimana.
Che la scuola fosse di qualità e formasse una coscienza critica è un pensiero che sta solo nella testa di Cazzullo. Per chi ha vissuto le vicende della scuola italiana dal 1960 in poi sa benissimo con quanto pressappochismo sono stati affrontati i problemi della scuola, passando dal velleitarismo di riforme importanti all’inerzia e alle resistenze conservatrici del mondo della scuola, attardata sulla matita rosso e blu e sull’assenza di ogni innovazione didattica. E mentre la società cambiava velocemente e la scolarizzazione cresceva, non si era capaci di affrontare il passaggio cruciale da una scuola di élite a una scuola di massa, continuando a pensare che qualità significasse selezione ed esclusione. Ancora oggi il passaggio è problematico anche per l’avvento delle tecnologie informatiche…Discorso lungo...
Io piango. Ho la sla. Che fare? Nulla, aspetto e intanto continuo a leggere. Mi aiuta a stare serena e sognare. Grazie.
Sono un ultra cinquantenne e posso testimoniare che anche nel periodo della mia giovinezza imperversavano la politica clientelare, gli yes men e il sempre "moderno" rampantismo. Però esisteva ancora una politica che a quella deriva morale si opponeva, e questo permetteva agli allora giovani di incazzarsi costruttivamente, di credere e lottare. Poi ammazzarono Moro e morì Berlinguer, lasciando spazio ai politicanti mezze tacche o corrotti precursori della decadenza, ai "moderni modernisti", all'omologazione e alla rinuncia, all'attuale pensiero unico del quale i giovani sono in larga parte vittime e non responsabili. Verrebbe da dire non ci resta che piangere, ma non è così. La lunga notte finirà non si sa quando, ma finirà, grazie ad altri giovani sognatori in grado di guardare lontano, oltre il falso modernismo, vivendo fino in fondo nel presente, ma con ideali nel cuore, nella testa e non solo nelle carte di credito... Basta piangere! Come cantava il mitico Fabrizio De Andrè: "Il dolore degli altri è (per noi) un dolore a metà".
Sono d'accordo con l'ottimismo della volontà. Il clientelismo c'e' sempre stato e sempre ci sarà, tocca alle persone fare la differenza.
Per Morta, anzi no vorrei dire per Viva, dedico a Lei questa frase di Pasolini: "Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura". Spero di darle, attraverso i libri, piccole gioie.