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Il Libro...ODORE DI BIMBO. La storia di Chiara

di Maria Cristina Marroni
4 minuti

C’è troppa passione nel cuore di alcuni uomini; c’è troppa generosità, troppa vita. Anche l’anima di Chiara, la protagonista del romanzo “Odore di bimbo. La storia di Chiara” (Robin Edizioni), della scrittrice teramana Giovanna Albi, è tutt’altro che lineare. In geometria si direbbe un prisma, perché una sola faccia non è sufficiente a renderne la complessità.

La storia di Chiara è quella di una donna realizzata: avvocato in un prestigioso studio, è mossa dagli ideali della giustizia e del rispetto. Prova interesse per tutto, uomini, donne, cani, libri, senza però atteggiarsi a intellettuale, al contrario sorseggiando la vita a piccole dosi, con la serena esultanza di chi l’ha esplorata e ora sente di poterla affrontare con più ostinazione. Chiara vive una doppia realtà, quella presente e viva e quella della sua immaginazione. Federico è il suo amore, è lui che odora di bimbo, di borotalco e di buono. È l’odore dell’appartenenza, come se fosse stato protetto a lungo dal ventre di Chiara.
Chiara ripercorre la propria vita dall’infanzia alla maturità senza restare però invischiata nel passato, perché rimane l’orgoglio della sua autentica libertà di spirito, che pulsa in lei come un veleno ereditario. La psicoanalisi le ha smontato l’anima e ha spezzato il suo “Io”. Allora per ricomporlo si affiderà solo a se stessa, mandando a fanculo, come Zeno Cosini, il proprio psicanalista.

Il libro è diviso in capitoli, ognuno con un titolo esemplificativo. Essi sembrano in realtà brevi racconti, indipendenti e dispettosi, come se i pezzi dell’anima di Chiara si fossero disintegrati nelle parole.  È sempre lei però a costituirne il filo conduttore e a ricompattare la storia.

La scrittura di Giovanna Albi è composita e mostra una passione lontana nel tempo. Ricche e articolate le citazioni letterarie, molte delle quali legate alla cultura classica, derivante dalla formazione universitaria e dal lavoro della scrittrice.

Giovanna è insegnante nell’anima e dell’anima. Si ripetono spesso nel libro riflessioni sulla scuola e sui giovani: “Oggi gli adolescenti non sanno riflettere, non sanno fermarsi a pensare, non stanno fermi un attimo sulla panchina, sul sedile dell’autobus a osservare, ma si muovono compulsivamente e sonnecchiano nell’anima”. Per fortuna in ogni classe c’è una Luisa “che ascolta, aggrotta la fronte, sì, è concentrata dentro il pensiero”. Allora l’insegnante torna viva “sotto la pelle fin sopra i capelli” e sa che aiuterà a maturare “una testa pensante e addirittura libera”. Come Chiara, che dimostra ampiamente di amare la cultura.

Difficile definire “Odore di bimbo” semplicemente un romanzo, in realtà comprende diversi generi letterari, come il saggio e il diario-filosofico. L’opera ha un finale aperto, perché la scrittrice è convinta che il suo discorso con Chiara non sia concluso.

Ciò che ha a che fare con il mondo onirico e con la fantasia non trova compimento. Solo la verità è certezza. Ma chi può conoscerla? Solo chi la indaga costantemente. Chi entra in contatto con Chiara diventa altro, perché la compagnia di una donna complessa non lascia indifferenti. I nomi non sono casuali, Chiara ha del proprio nome la trasparenza e il candore.

A volte Giovanna sembra identificarsi con Chiara fino a succhiarne l’anima come un vampiro. Chiara è forse quella donna che Giovanna avrebbe voluto essere. Forse è la donna che, infondo, è.
 

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Commenti

Recensione magistrale che mi ha suscitato uno slancio improvviso,un colpo di fulmine ,un'attrazione viscerale e inspiegabile. A memoria non ho ricordi di un personaggio femminile descritto in maniera piu' delicata,affascinante ,misteriosa e profonda. Quando sono arrivato all'ultimo rigo della recensione avrei desiderato continuare a leggere di Chiara,perché Chiara mi ha conquistato. Grazie .
Grazie, Gent.le Sig. Antoine. Le auguro una felice settimana.