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Il Libro: Il culo e lo stivale

3 minuti

L’ultimo libro del giornalista Olivero Beha “Il culo e lo stivale”, edito da Chiarelettere,  ha  un titolo provocatorio. L’autore stesso ci dà conto della sua scelta: “Il culo perché in quest’epoca è diventata parola di uso comune, quotidiano. Perché siamo circondati da facce da culo. E perché l’Italia è finita in un cul de sac”.  Una volta la parola “culo”  era bandita dalle conversazioni.
Oggi, invece, si usa a scopo di sfogo dialettico (il famoso “vaffa”) o in modo apotropaico (“in culo alla balena”). Inoltre di culi è pieno l’etere: come dimenticare il “culo flaccido” di Berlusconi, che la Minetti aveva però dovuto a lungo leccare (letteralmente) prima di denunciarne la senile decadenza? Oppure il tonico culetto di Pippa MIddleton? O ancora l’apostrofe del nostro ex Presidente del Consiglio alla Cancelliera Angela Merkel “culona inchiavabile”? Il culo  è  un’immagine pervasiva nei media come nella società.
Il libro si presenta come “un abbozzo per un manuale di deberlusconizzazione dell’Italia”, ma non rappresenta soltanto una condanna tout court del Caimano. Infatti essa si estende ai cittadini italiani e ai suoi psuedo-avversari, D’Alema e Veltroni in particolare, rei di avere “mal dissimulato la loro voglia di essere Berlusconi”. Pertanto in Italia “ha vinto sempre chi doveva vincere anche quando perdeva, in una partita con regole alterate che fanno sorridere se abbinate astrattamente a voci nobilissime come libertà e democrazia”.
E poi ci sono i cittadini che vivono senza avere più memoria, nell’incultura generale, in un pericolosissimo “buco culturale” che si traduce in assenza di senso critico.  Essi imitano “modelli di denaro e successo” illusori.
Purtroppo l’Italia “è ancora un paese all’insegna del berlusconismo, come stile di vita e scala di valori o disvalori”: lo è  nella rappresentazione del potere, nella propria classe dirigente, nella politica guidata da Berlusconi stesso o da “coloro che ufficialmente gli sono avversari”.
Tuttavia accanto a questa Italia, ne esiste un’altra “minima, infinitesimale o in crescita, per raggiunti livelli di saturazione o disperazione”, che si sente “straniera” e ha nostalgia di un’Italia “migliore, certamente più povera ma non più misera di quella di oggi”, ma che rifiuta l’ipotesi dell’espatrio o dell’esilio volontario.
Questi italiani sono quelli che “non si riconoscono in una società sempre più violenta, più barbara o imbarbarita”, che rifiuta inoltre l’idea che nessuno sia più responsabile di nulla. Dunque dai comportamenti responsabili occorre ripartire.

Maria Cristina Marroni


 

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Commenti

sottoscrivo il sottotitolo. "i peggiori anni della nostra vita"
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene. Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore... ma non vi danno un po' di dispiacere quei corpi in terra senza più calore? Non cambierà, non cambierà no cambierà, forse cambierà. Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali? Nel fango affonda lo stivale dei maiali. Me ne vergogno un poco, e mi fa male vedere un uomo come un animale. Non cambierà, non cambierà si che cambierà, vedrai che cambierà. Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali che possa contemplare il cielo e i fiori, che non si parli più di dittature se avremo ancora un po' da vivere... La primavera intanto tarda ad arrivare.
Ma le citazioni non meritano che si nomini l'autore? Oppure, se non lo ri-conosciamo da soli, vuol dire che saremo bocciati, professore'? Un sorriso a Gabriella Liberatore... scendi tra noi comuni mortali, talvolta. Non dico sempre, ma ogni tanto, dai! :)))
@sibilla il testo riportato da g.liberatore e ' di Battiato,abbastanza alla portata di poveri mortali
Hai ragione Sibilla, lo faccio sempre. Stavolta sono stata presa dalla fretta ;) Povera patria,Franco Battiato.
Occultis, lei non è un povero mortale, quindi che ne sa? L'ultimo Battiato mi sfugge. Io sono vintage. Grazie Gabriella! :)
Manca una categoria di italiani...cioè coloro che criticano tutto senza proporre soluzioni e senza immaginare cosa voglia dire prendersi delle responsabilità...a costo di sporcarsi un po' con qualche incoerenza o compromesso sempre per il bene della collettività. Una bella fetta di italiani direi....