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Il Libro...LE BUGIE NEL CARRELLO

di Maria Cristina Marroni
4 minuti

Se la fantascienza immaginava il Duemila come il secolo del cibo in pillole, in realtà mangiamo ancora alcuni alimenti risalenti a prima di Cristo. Sul cibo c’è però molta disinformazione e l’industria alimenta falsi miti in nome del profitto.
Dario Bressanini, ricercatore presso il dipartimento di Scienza e alta tecnologia dell’Università dell’Insubria a Como e autore del celebre blog “La scienza in cucina”, con “Le bugie nel carrello”, edito da Chiarelettere, ci accompagna in un supermercato virtuale per rivelarci i segreti di alcuni prodotti e i trucchi del marketing del cibo.

Il consumatore acquista spesso spinto dall’idea della naturalità degli alimenti, ma dietro l’aggettivo “naturale” si nascondono inesattezze quando non veri e propri inganni. Lo scrittore suggerisce fin dalle prime pagine di diventare consapevoli di ciò che si consuma. Saper leggere le etichette può rivelarsi utile sia per migliorare la qualità degli acquisti sia per risparmiare. “Certi scaffali del supermercato espongono prodotti con etichette più adatte al bancone di una farmacia che a un negozio di alimentari”.

Se la televisione o il dietologo di turno pubblicizzano le virtù di una certa sostanza, dopo poco tempo comparirà sulle etichette dei cibi. Così è stato per gli omega 3, i polifenoli, i fitosteroli, la vitamina D, gli antiossidanti, il selenio. “Negli ultimi decenni l’industria alimentare ha scoperto che, per differenziare due prodotti identici, basta aggiungere una sostanza che il consumatore ha imparato a identificare come “benefica” e pubblicizzarla sulla confezione. A volte viene strombazzata sull’etichetta anche quando è presente naturalmente nell’alimento”.

La Selenella, la patata arricchita al selenio, ne è un chiaro esempio. Immessa nel mercato nel 2000 ha subito incrementato le vendite (dalle 4.000 tonnellate del 2000, alle 30.000 del 2009, per arrivare alle 50.000 nel 2011), perché pubblicizzata come la patata che “fa diventare intelligenti”. Il selenio è un micronutriente rilevante come antiossidante, ma in Italia non ne sono state rilevate carenze. Al contrario una dose eccessiva di selenio potrebbe essere dannosa per l’organismo.
Il pomodoro pachino, così gustoso da mangiare soprattutto d’estate, è ”uno dei vanti dell’agroalimentare siciliano e italiano”. Dal 2003 l’area di Pachino, in provincia di Siracusa, insieme ad alcuni paesi limitrofi, può fregiarsi del marchio IGP (Indicazione geografica protetta).
Peccato, però, che i semi siano israeliani!

Nel 1989 l’azienda sementiera israeliana Hazera Genetics introduce in Sicilia (attraverso la Comes Spa, divenuta poi Cois 94 Spa) due nuove varietà di pomodori: il ciliegino Naomi e il Rita a grappolo”. È il caso di un prodotto tipico italiano la cui origine straniera è stata però a lungo taciuta.
Il Kamut, oggi di gran moda tra i consumatori (l’Italia ne rappresenta il più grande mercato, con metà delle vendite globali), non è l’”antico grano dei faraoni” dalle qualità sorprendenti, ma un marchio registrato il 3 aprile 1989. Di egiziano il Kamut ha solo il nome. Allora perché spendere di più?

Le bugie nel carrello sono ancora molte: alcune mozzarelle di bufala, che si fregiano del marchio DOP (Denominazione di origine protetta), sono prodotte in realtà con latte vaccino (come ha messo in evidenza una ricerca dell’Università di Padova effettuata nel 2007 su 64 campioni di 37 marchi differenti); il vino  viene valutato migliore all’aumentare del prezzo; il tonno più buono non è “quello che si taglia con un grissino”, come recita una nota pubblicità, perché in quel caso sono solo residui della lavorazione.

È l’ora di andare a mangiare. Ma cosa? Meglio prenotare alla pizzeria del Sindaco, per non avere dubbi sulla qualità degli ingredienti.


 

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Commenti

Non dimenticare la battaglia che Dario Bressanini porta avanti da anni contro le incoerenti superstizioni anti OGM.
Il veleno contamina il nostro corpo senza nemmeno accorgercene.
Anche una pratica abituale come la spesa può risultare fondamentale per la salute,infatti non vi e' luogo più pericoloso ma nel contempo più salutare del supermercato. La questione e' non farsi trovare sprovveduti e capire ciò che si sta acquistando. Attenzione agli imbrogli e a volte a vere truffe, messe in opera per fornire all' ignaro acquirente la sicurezza della genuita' dei prodotti proposti. Non stupisce come la situazione sia diventata sempre più insostenibile : se da una parte i consumatori vengono truffati dall'altra gli agricoltori e anche gli industriali dell'agroalimentare vengono derubati da nuove classi di parassiti. E'ora ,pertanto, di porre rimedio a questo saccheggio ai danni dei nostri eccezionali prodotti tipici di qualita'. Forse leggero' il libro per approfondire meglio l'argomento,anche se la magistrale recensione mi ha chiarito diversi aspetti del problema. Grazie,buona domenica e felice inizio settimana.
PERSONALE DI TERRA........non mi riferisco ai dipendenti alitalia .ma a tutti noi che dovremmo procurarci un piccolo podere ed allevare e produrre " il nostro pane quotidiano". potremo così contrastare le criminali frodi alimentari (sanitarie e commerciali), i produttori e allevatori disonesti, i famigerati contaminanti, le etichette grandi bugiarde . spesso e volentieri paghiamo di più ciò che vale di meno; le frodi alimentari sono sempre più subdole e sofisticate e ci stanno uccidendo. forse dentro questi prodotti adulterati vengono inoculare gocce di rugiada e di assenzio, per intenerire il cuore dei consumatori,....perchè non sono mai veramente incazzati! neppure gli ecologici e biologici vegetariani sono al sicuro, quelli che odiano le piante più degli animali e che pensano che l'erba del vicino è sempre più buona!........il vicino supermercato. .....aprè le temps, l'èternitè.
Ringrazio per i preziosi contributi. Sugli OGM, gentile Diego, leggo e studio da un po' di tempo. Mi riprometto di scrivere sull'argomento. Felice settimana.