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Il Libro...Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto.

di Maria Cristina Marroni
5 minuti

Una calda sera di luglio, il Lungotevere in festa. L’isola Tiberina piena di bancarelle e di luci. Su un’isola è nata la mia “vita”.
Dare la vita è un miracolo assoluto. È l’energia del cosmo che si sintetizza in un momento, è la storia che si fa attimo.
Dare la vita è credere nel futuro del mondo, è lasciare una traccia, che la morte non cancella, perché si perpetua.

Quando nel cuore sboccia l’idea di avere un figlio, sentiamo che siamo pronte a morire, perché in lui rivivremo. In lui si ritroverà il nostro stesso taglio degli occhi, la stessa fossetta sul mento, lo stesso gruppo sanguigno, lo stesso modo di irritarsi all’improvviso.
Le mamme sono tali anche quando sono imperfette. Anche quando piangono in silenzio, vergognandosene, perché non ce la fanno.  Anche quando sentono tutto il peso e la responsabilità di una dipendenza.

La giornalista Concita De Gregorio, nel libroUna madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto”, racconta le storie di tante madri, tutte diverse l’una dall’altra. Il sottotitolo è illuminante, perché anche l’amore assoluto, quello che non ha fine, vive di chiaroscuri. Ci vuole coraggio per leggere questo libro, perché mette a nudo la fragilità femminile, che a volte può essere esasperata da una gravidanza.

“Cosa sia una “buona madre” lo decidono gli altri. Il coro. Lo sguardo che approva e che rimprovera. Quelli che sanno sempre cosa si fa e cosa no. Cosa è giusto, saggio, utile. Quelli che dicono “è la natura, è così”: devi avere pazienza, assecondare i ritmi, provare tenerezza, dedicarti. Se ti senti affondare è perché sei inadeguata. Se soffochi è perché non hai gli strumenti della maturità”.

È facile cantare l’armonia della maternità, più difficile è dire che a volte questo strumento stona; allora bisogna riaccordarlo: “come quando il suono è disturbato, quel disagio lì: come quando la ricezione è deformata e non c’è corrispondenza tra il tuo ascolto e le voci intorno”.
Le nostre nonne non avevano tempo di seguire le proprie inclinazioni e il proprio talento. C’era la casa, il marito, i figli che nascevano quando queste donne erano giovanissime “non erano state educate ad anteporre la propria indipendenza culturale ed economica al resto”.

Le nostre mamme si sono emancipate eci hanno insegnato con l’esempio che quel sacrificio lì, quello delle nonne, non si faceva più: avevano combattuto per noi la battaglia dell’uguaglianza”.
Poi siamo state noi a maturare il desiderio di essere madri: “Vorrei essere la madre dei tuoi figli. Dei miei. Vorrei essere madre. Vorrei essere, e basta. Esserci forte, pianissimo, alla luce e di nascosto. Andare avanti senza perdere nulla di quello che c’è dietro”.

Tra le tante storie raccontate dall’autrice ce ne sono alcune molto tristi, altre allegre e curiose.
Mercè Anglada è un’ostetrica che ha fatto nascere più di diecimila bambini e racconta con emozione ogni nascita. Un dettaglio che l’ha sempre colpita è che dopo un parto “nessuno chiede mai subito come sta la madre. Nessuno tranne la madre della madre, che sempre –sempre- chiede per prima cosa come sta sua figlia”.
Ci sono poi le narrazioni più cupe, quelle tragiche, come il racconto della depressione post-partum, quel buio assoluto che spinge a ripudiare il proprio nato. Di ciò si parla ancora poco, per paura e per pudore.

La scrittrice, da madre, è onesta quando afferma che i figli non sono tutti uguali nel cuore dei genitori. “Non è vero che i figli sono tutti uguali, è una menzogna perpetuata dalla secolare litania della “gente perbene”, una bugia che ogni genitore conosce, che reprime e occulta insieme al senso di colpa di saperla. I figli sono diversi, ciascuno di loro lo è. Ci sono figli che alleggeriscono la vita, figli che la appesantiscono”. Ma restano figli per sempre.

Le donne sono un po’ così: “Sanno tenere insieme l’orrore e la felicità, il candore e la perversione, sanno parlare coi morti, sanno farsi carico dei delitti altrui e compierne intanto di propri, sanno crescere i figli nati dalla violenza, sanno portare il peso di un errore, sanno dare un posto a quello che altrimenti posto non avrebbe e sanno trovarci dentro la bellezza, sempre. Anche dove non penseresti di trovarla mai”.

Così sono le donne. Così è la vita. Contraddittoria e affascinante.



 

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Commenti

LA FORZA DELLA NATURA. concita de gregorio, giornalista-saggista a tempo pieno è una donna in carriera ed è madre di quattro figli (maschi) ergo è una donna che ama suo marito, è una donna adulta, una donna responsabile e, soprattutto una donna.....RICCA, per permettersi tutto ciò ! non ho letto il libro ma, ho gustato alcuni suoi articoli sull'argomento,gli articoli sono scattanti e fanno riflettere; potrebbero essere gli antecedenti necessari per la stesura dell'odierno libro. storie di madri e di maternità ne conisciamo tante , quelle di amore infinito, di terrore, di felicità, di angoscia e depressione si, quelle storie dei truci pensieri, quando la simpatica e solare mamma diventa UN MOSTRO DI MAMMA. argomento, indubbiamente, scottante, considerato pericoloso da autori meno coraggiosi....non posso non concludere che il nostro è un mondo in cui per la maggior parte delle madri non sembra esserci più posto......w la maman, vive le femmes avec le pied sur terre!
Nella nostra caotica Societa' le mamme sono una presenza impagabile e irrinunciabile,ma purtroppo spesso il loro ruolo viene considerato scontato . L ' ottima analisi della sig.ra Cristina e la grande " penna " di Concita De Gregorio mi stimolano alla lettura de libro proposto. Sempre grazie.
Alla fine degli anni '20 F. Garcia lorca raccolse ninne nanne e capì subito che spesso sono molto tristi, a volte tragiche. "Malinconiche le melodie, spaventosi i testi". Molte donne hanno provato l'inadeguatezza di fronte ai figli che nascono, alle attese che incalzano e questi testi antichi raccontano che è così da sempre. Accanto all'amore, c'è la paura. Io l'ho provata. Ho letto questo libro un anno fa e mi è stato utile. Grazie a questo sito, che mi è stato consigliato, per averne parlato.
Un pensiero in questa giornata alle madri di Plaza de Mayo. Cito dal libro: "Non esiste un esempio di Madre più puro, più intenso, più netto. Donne che per trent'anni hanno reclamato i loro figli, sfidando senza temere alcun pericolo l'arroganza violenta del potere. Donne che per venticinque anni hanno speso giornate intere davanti al Palazzo, immobili. (...)Hanno invocato i figli quando erano sicure che non li avrebbero rivisti più: sono diventate perciò un non senso logico o il senso assoluto, che è lo stesso, il simbolo dell'amore materno".
Anche se in ritardo,un augurio di cuore a tutte le mamme.
Ho appena acquistato il libro e lo leggerò con estremo interesse. Grazie ancora a voi per il suggerimento.