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Caro Abruzzo occhio al fracking

di Enzo Di Salvatore
2 minuti

Entro il 6 marzo 2014 anche le Regioni italiane potranno esprimersi in ordine alla Raccomandazione della Commissione UE relativa all’utilizzo della tecnica della fratturazione idraulica ad alto volume per le attività di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi, in modo da consentire al Governo nazionale di formulare la posizione che l’Italia intenderà assumere al riguardo. Il diritto dell’Unione europea non prescrive agli Stati membri l’utilizzo della tecnica del fracking (considerata dalla stessa Raccomandazione pericolosa per l’ambiente e la salute dell’uomo).

Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea – come modificato dal Trattato di Lisbona – prevede, infatti, che gli Stati membri sono liberi di determinare le fonti di approvvigionamento energetico; e, del resto, in diversi Stati membri l’utilizzo della fratturazione idraulica è vietato per legge (per es. in Francia, ove il Consiglio costituzionale francese ha di recente confermato la legittimità di tale scelta). In Italia, tuttavia, un divieto esplicito in tal senso non esiste.
L’intervento dell’UE in materia è stato sollecitato nel 2012 dal Parlamento europeo con due distinte Risoluzioni.

Nel 2013 il Comitato delle regioni ha presentato un parere sulla posizione degli enti locali e delle regioni in materia di idrocarburi non convenzionali, e, nel maggio dello stesso anno, anche il Consiglio europeo ha preso posizione al riguardo sollecitando lo sfruttamento di fonti energetiche interne per ridurre la dipendenza energetica dell'UE dall’esterno e stimolare la crescita economica. È in questo contesto, quindi, che il 22 gennaio scorso la Commissione ha presentato una Comunicazione strategica e una Raccomandazione con l’obiettivo di mettere a punto un quadro per la sicurezza e la protezione dell’estrazione di idrocarburi non convenzionali nell’UE.

Con la sua Raccomandazione – che, com’è noto, è un atto non vincolante – la Commissione invita gli Stati membri – che consentano all’utilizzo di tale tecnica – a valutare l’impatto ambientale e i rischi che le attività relative determinerebbero prima di rilasciare le autorizzazioni, a verificare la qualità dell’aria, dei terreni e delle risorse idriche, a controllare le emissioni atmosferiche, ecc.

Le osservazioni delle Regioni e la posizione unitaria del Governo non avranno, pertanto, ad oggetto il divieto del ricorso alla tecnica del fracking. Ciò, tuttavia, può costituire la giusta occasione perché anche l’Italia prenda chiaramente e con legge posizione sul problema.

 

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Commenti

In Italia non ci sono le formazioni geologiche che consentono l'estrazione di idrocarburi per mezzo del Fracking, quindi neanche in Abruzzo, ed allora, perchè perdere tempo su qualcosa che non accadrà mai? Non sarebbe meglio spendere tempo su cose che potrebbero realmente verifcarsi?
Quindi - a rigore - neppure il governo nazionale dovrebbe partecipare alla formazione degli atti dell'Unione quando tali atti non abbiano un immediato interesse per l'Italia. Nel caso di specie si tratta di un atto in via di formazione, rispetto al quale l'Italia è chiamata ad esprimere il proprio punto di vista (unitario). Il coinvolgimento delle Regioni è dovuto non perché così deciso dall'Unione europea, ma perché così voluto dalla legge n. 234/2012. In base a questa legge, tutti gli atti europei in via di formazione sono trasmessi dal Governo alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome per l'inoltro alle rispettive Giunte e ai Consigli regionali. Entro 30 giorni, le Regioni POSSONO trasmettere osservazioni. Qualora, invece, il progetto di atto europeo sia di tipo NORMATIVO e sul piano interno allo Stato riguardi una competenza LEGISLATIVA delle Regioni, la legge - qualora una o più Regioni lo richiedano - prescrive il raggiungimento dell'intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, in modo da concordare la posizione da assumere ufficialmente a Bruxelles.
A proposito di fracking... La questione è ben esplicata nell'articolo del Prof. Di Salvatore, il punto chiave è la mancanza di un espresso divieto che di fatto può essere assimilato ad un vuoto, c'è un varco che è visibile a tutti ed è da non sottovalutare la facilità con cui possa essere attraversato da un momento all'altro da chi già si frega le mani in attesa di facile profitto. Voglio sperare che Chiodi e la Regione Abruzzo non mandino tutto a P....erdere, facciano ciò che è giusto per la nostra terra, si oppongano a questa follia. Infine, dato che il Governatore parla tanto di dignità, vorrei chiedergli quanto vale la nostra di dignità e quella del nostro territorio visto che non si è mai espresso in difesa dell'una, tantomeno dell'altro. Saluti