Per l’associazione Teramo Nostra non ci sarebbe la volontà da parte dell’amministrazione comunale di portare a termine i lavori di consolidamento e recupero del Teatro romano.
“Si preferiscono spendere i soldi per le feste in piazza e non utilizzarli per la cultura e per un monumento simile”. Parola di Sandro Melarangelo che molto presto, assieme agli altri associati, andrà a far visita al ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi. Il direttore artistico dichiara infatti di non fidarsi più del sindaco Brucchi che recentemente è stato ricevuto dal sottosegretario del ministro “venendo meno ai patti stretti con Teramo Nostra che su questo versante prevedevano un continuo coinvolgimento delle parti”.
Melarangelo anticipa anche che del Teatro Romano se ne interesserà l’onorevole Elena Zamparutti con un’interrogazione parlamentare. È senza dubbio rottura con Brucchi e con la linea della collaborazione instaurata solo poco tempo fa, dopo che Sandro Melarangelo, con un’eclatante azione dimostrativa, si stese sull’asfalto dinanzi al camion per impedire il trasferimento dei reperti in zona Cona.
“Un’azione tesa all’interesse collettivo – rimarca Melarangelo - che certamente non è stata la causa dell’attuale rallentamento dei lavori, checché ne dica il consigliere Canzio”.
Il Pd cittadino, per bocca del suo segretario Alberto Melarangelo, chiede al sindaco “di fornire una risposta a questi ritardi, per non aspettare altri 10 anni, e di impegnarsi nel Protocollo d’intesa stilato con gli enti”.
La ditta che sta realizzando i lavori fa sapere invece che il cantiere verrà riconsegnato alla città tra due mesi. La causa dei ritardi per l’imprenditore Giovanni Patella è da annoverarsi nelle lentezze burocratiche “in buona sostanza alla scelta da parte del reparto scientifico della soprintendenza di quale silicato usare per i reperti”.
Finora sono stati realizzati l’impianto elettrico, adeguato al centro storico con luci fredde, le passerelle, e in generale il consolidamento, e si sta procedendo agli scavi propedeutici per il lavoro futuro che prevede di portare alla luce la zona della scena.
Maurizio Di Biagio
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Cara pestebubbonica il titolo del pezzo a firma del mio caro amico e giornalista Maurizio Di Biagio, riprende un coinciso dell'intervista. Un abbraccio.