C’è un bel sole oggi, non è quello della calura estiva ma il sole dell’autunno che scalda quanto basta e accende la natura di colori brillanti.
Bellissimo passeggiare laggiù, nel lungo fiume, dove le recenti piogge hanno incoraggiato splendide fioriture e il verde si stende morbido e acceso.
Passeggiare lì fa bene alle gambe e agli occhi. Se non fosse per un brutto spettacolo che improvvisamente mi si para davanti.
La piccola costruzione annessa al campetto di calcio, costruita con la stessa pietra che arreda tanta parte del parco, è stata orrendamente imbrattata per metà della facciata con un dipinto rosso nero, con la scritta “no racism”, lo stemma del comune e uno stencil raffigurante un giovane.
Pare che gli autori dello scempio si firmino “antifa” con il ben noto logo delle due bandiere rossa e nera. In tutta Europa “antifa” sta per antifascista, con una connotazione anarco-comunista o anarco-sindacalista o più semplicemente anarco-anticapitalista e antirazzista.
Non è detto che l’antifascismo così come l’ho conosciuto io e tanti della mia generazione e come è scritto nei libri di storia non possa virare verso significati più forti e più vicini alla rabbia giovanile così da indurre le nuove generazioni a disertare le istituzionali celebrazioni dell’ANPI e tutto quanto sa di stato e dei suoi legittimi rappresentanti.
Non è detto che non sia lecito essere “antifa”. Ciò che non è lecito è appropriarsi di un bene comune e farci quello che ti pare.
Questo è un pessimo servizio all’antifascismo!
Vedete cari giovani “antifa”, gli antifascisti storicamente dati lottarono per cose molto semplici e importanti. Come quello di bene comune. Se un oggetto, sia esso materiale o immateriale, appartiene ad una comunità libera e civile che con i soldi di tutti ha permesso che si costruisse questo nostro parco fluviale per la buona vita dei cittadini di ogni età, non è ammesso che un individuo o un gruppo possa appropriarsene e deturparlo. Questo oltre che essere un reato è un‘azione immorale di cui gli anonimi dell’”antifa” devono rispondere.
E per dirla tutta rivolgo le stesse considerazioni a chi amministra la cosa pubblica e alle forze dell’ordine e permette che si compiano simili atti. Il manufatto appartiene al comune, le porte dell’improbabile spogliatoio, in condizioni di totale degrado, sono bloccate da un lucchetto: chi gestisce l’uso del campetto?
Le domande si affollano perché qualcuno, in primis uno Sgarbi nostrano, potrebbe gridare: “Capre, capre! Ciò che è accaduto giù al lungo fiume è poca cosa rispetto a ciò che le amministrazioni fanno: l’ipogeo, i busti dei tigli, il teatro romano, la villa comunale, lo scempio di piazza Martiri, ecc ecc. capre capre!”.
In fondo non avrebbe tutti i torti anche perché la vernice del campetto si può sempre rimuovere (vero antifa?). Il resto proprio no…
Approfitto per ricordare che, mentre ogni tanto la nostra città si abbellisce con le immagini della street art, per il resto i muri dei palazzi, delle case, delle scuole sono orrendamente deturpate senza che nessuno, amministratori, forze dell’ordine abbiano mosso mai un dito o effettuato interventi di deterrenza. Ciò che accade a Teramo non accade in nessuna città abruzzese, vero?
Romolo Bosi
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Commenti
Pier io non amo censurare e adoro il confronto. Son fatto così...siamo fatti così;)
Pier, io non sono d'accordo. Ma farò di tutto per pubblicare chi non la pensa come me.;)
Ragazzi il Prof Bosi è uno storico antifascista. Ha il diritto di esprimere un'opinione senza essere insultato? Non fate i fascisti, grazie.
Caro Ignazio Lei mi chiede.... chi abbia offeso il signor Bosi. E come pone questa domanda?
Leggiamo insieme " O lei è in malafede oppure ha delle difficoltà nella lettura e comprensione dell'italiano e sinceramente, vista anche la professione importante e delicata che svolge, non sò cosa sia peggio".
Si rende conto di come scrive? Con quale livore? Cosa vuole che le risponda?
Riformuli la domanda con educazione e potrò avere con lei un civile confronto. Grazie.
@che tristezza, io sono abituato a perdere, ma non al silenzio. Le ripeto, vi ripeto, il vostro modo di esprimere non fa onore alla Storia che pretendete di rappresentare. Il Professor Bosi è un uomo di coraggio e di profonda cultura. Un abbraccio, vincenti.
Veritas, a parte il commento di vecchio coglione e altri arrivati in redazione, potrei trascrivere quelli più pesanti. Come ti sembrano le mura di Teramo? Hai notato dei manifesti abusivi? Noi abbiamo attaccato lo scempio architettonico dell'Amministrazione Brucchi, ultimo la cagata dell'Ipogeo, ma nessuno m'impedirà di ospitare un articolo del Professor Bosi. Accetto le critiche e le invettive. prego...
Tancredi, lei ha fatto tutto da solo. Non ho fatto il suo nome, giusto? Bene. Siamo sulla buona strada. Ora può continuare con il suo onanismo.