Qual è lo stato della cultura a Teramo? Grave a detta della recente indagine sulla qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore. Siamo agli ultimi posti (88°) per gli acquisti di libri ma per contro siamo nel gruppone di testa per l’indice della sportività, della serie non conosciamo Kant ma a pilates non ci batte nessuno, mens poco sana in corpore sana. Abbiamo tra i più bassi numeri di spettacoli, checché si sforzi il Campana a rimediare contratti con Vittorio il fenomeno, ma a bar e ristoranti non ci batte nessuno: siamo addirittura 24esimi, incastonati tra Venezia e Roma. Poche le sale cinematografiche, tanti gli alberghi, si preferisce rifocillare ventri molli piuttosto che alimentare la curiosità della mente. Solo poco tempo fa l’Istat, malgrado gli sforzi di pochi, delineava una Teramo altrettanto incolta e rozza: agli ultimi posti per numero di biglietti staccati in teatro, al cinema, nei musei e perfino negli archivi. Una biblioteca ogni 10 mila abitanti (al pari di Taranto e Caltanisetta), in fondo alla classifica per numero di spettacoli, in più i teramani sono quelli che spendono di meno per gli eventi culturali: circa 5 euro a testa contro i 23 di Piacenza e i 17 di Pescara.“
Perché un assessorato ai grandi eventi in una città senza grandi eventi?” si chiede allora Sandro Santacroce.
“A Teramo non viene fatta cultura ma solo celebrata – proseguì - tutto ciò in mano a pochi, ad alcuni alti papaveri che detengono il monopolio che non valorizzano i giovani talenti”.
Inoltre, gli enti Provincia e Comune “non producono cultura rimettendosi ad associazioni private” e le deleghe alla cultura presso l’amministrazione comunale, diciamo noi, sono frammentate tra “una colicisti” e un “tesò amò”: troppo poco per una città capoluogo di provincia, abbastanza per un paesone come il nostro.
Maurizio Di Biagio (mauriziodibiagio.blogspot.com/2011/12/la-cultura-teramo-un-disastro.html)
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