Egregio Sig. Sindaco di Teramo,
ho deciso di scriverLe questa lettera aperta, per portare a Sua conoscenza l’increscioso episodio che si è verificato presso il ns. Comando dei Vigili Urbani, episodio certo non degno dello stile del Governo cittadino da Lei guidato.
Alle 11.35 del 25 giugno 2011 mi sono recata presso il detto Ufficio del Comando dei Vigili Urbani apprendendo da un cartello posto sulla porta interna che l’orario di ricevimento del pubblico è, dal Lunedì al Sabato, dalle 12.30 alle 13.30.
Si potrebbe già aprire un capitolo su un così limitato orario di apertura al pubblico, che non si addice certo ad un Paese civile aperto alla cultura del servizio, tenendo anche conto che l’intera collettività osserva gli stessi orari di lavoro mattutini. Pur volendosi per il momento soprassedere è un argomento che a mio avviso, Sig. Sindaco, merita la sua attenzione, ma passando ai fatti, espongo quanto successo alle ore 13.12 minuti dello stesso giorno.
Con mio marito mi reco nuovamente al Comando dei Vigili Urbani, nel rigoroso rispetto dell’orario di ricevimento al pubblico, allo sportello di ricevimento non c’era nessuno e le tendine erano calate come alle 11.35, mio marito coglie l’occasione e ferma due Vigili Urbani (un uomo e una donna) che stavano uscendo dal Comando per chiedere informazioni sul ricevimento allo sportello, il suggerimento dei due Pubblici Ufficiali è di suonare il citofono, che all’interno c’è qualcuno che aprirà.
Adempiendo al suggerimento dei due Vigili Urbani e suonando il citofono, il Pubblico Ufficiale, risponde con un candore inquietante che non può per nessuna ragione servire il Pubblico quella mattina, poiché è solo e quindi potrà presidiare solo il centralino presso il quale arrivano le richieste di intervento, e aggiunge che la persona di servizio allo sportello quella mattina è in malattia e che quindi la mia richiesta non può essere evasa. Cerco, allora, di trovare un punto d’incontro con il Pubblico Ufficiale, affermando molto educatamente che una mancanza di organizzazione del loro Reparto, non può e non deve essere scontata dall’utenza sotto forma di disservizio, ed insistendo chiedo cortesemente con chi stessi parlando, oltre che con una voce anonima al citofono. Il Pubblico Ufficiale esordisce dicendo che non ha importanza chi sia Lui e che soprattutto non comprendeva perché mi ostinassi a non voler capire, ventilando poco educatamente mie probabili difficoltà con la lingua italiana.
Mi preme denotare, Sig. Sindaco, che avrei voluto solo far notare presso l’autorità giudiziaria che ha emesso il preavviso n° 209221, arrivato a mezzo raccomandata e ritirato in data 25 giugno u.s presso l’Ufficio Postale di Viale Crucioli, che nonostante mi venisse accertata una contravvenzione per divieto di sosta, in Viale Mazzini, in area con sosta vietata dalle ore 12.00 alle 14.00, l’agente accertatore, annotava l’ora della violazione, come da verbale allegato, alle ore 11.57; ora nella quale il divieto non vigeva.
Ebbene Sig. Sindaco, per tornare al concetto iniziale di “Paese civile”, avremmo potuto risolvere il palese errore per le vie brevi presso il comando dei Vigili Urbani senza ulteriori oneri per la collettività, ed invece mi trovo costretta a dover ricorrere al Prefetto per contestare una multa a dir poco "bizzarra". Come Lei sicuramente sa, tale iter comporterà per gli uffici preposti una serie di adempimenti formali che a loro volta ingenereranno costi per l’Amministrazione, costi che in ultima analisi pagheremo tutti noi cittadini, Lei non escluso.
Tutto ciò all'insegna dell'efficienza e della razionalizzazione della spesa, concetti molto utilizzati ma che poi nella loro applicazione concreta vengono mortificati da un avvilente quotidiano.
Tanto sentivo di doverLe riferire e mi scusi se ritiene che io abbia abusato del suo tempo,
Distinti saluti.
Monica Cipro
Commenta
Commenti