Come racconta l’assessore comunale al sociale, Giorgio D’Ignazio, “essere clochard a Teramo è spesso una scelta di vita”. Esplode con un brivido irrefrenabile alla mente, uno spasmo incontrollabile cui si pone rimedio solo scappando dai pressanti algoritmi della vita, abbracciando quello che poi appare solo un mondo di liberazione. “È una scelta di vita” ripete, come ad esempio il dormire dentro l’atrio in disuso dell’ex Banca dell’Adriatico a Teramo, come capita da ormai tre settimane a Domenico, a soli due passi dall’ormai famosa cabina per fototessere di Pasquale l’imbianchino, l’ormai nota vicenda segnalata da Il Messaggero. Nonostante l’amministrazione comunale gli abbia messo a disposizione una casa popolare a Frondarola arredata di tutto punto, Domenico, che possiede il demone del vagabondaggio, preferisce restare e vivere in Piazza Martiri. Lì si rade la barba, si lava nella fontana del grosso olmo, racchiudendo tutto il suo mondo, e dunque tutta la sua casa, dentro due valige che costantemente si porta dietro, nemmeno tanto come fardello ma forse a mo’ di appuntamento con le incombenze di quella vita che non ha più. E’ uno senza radici, libero nella sua schiavitù della dipendenza: severo in volto, dall’alto gli si allarga un sorriso con uno squarcio di benevolenza. Ti saluta con estremo garbo. Estrae dalle sue valige piatti e posate, bicchieri, maglie, pantaloni, scarpe, tra Piazza Martiri e Corso San Giorgio, gli unici assi viari che conosca, che gli procurano il senso della familiarità. Frondarola, il sito della casa popolare, è solo qualcosa di estraneo e fastidioso. Una piccola radiolina sintonizzata sulle fisarmoniche di Radio Maria gli infondono quiete e pensieri forse domestici. Spesso è bersaglio di monelli che lo infastidiscono fino a provocargli una reazione scomposta, spesso s’infuria, e sotto il caos dei suoi fumi d’alcol urla piano e torna a dormire nell’angusto box dell’ex banca. Per tornare la mattina sull’orlo del marciapiede a dare signorilmente il buongiorno a tutti, vestito di tutto punto. “Su con la vita” va ripetendo spesso ai passanti frettolosi.
Maurizio Di Biagio ( http://mauriziodibiagio.blogspot.com/)
Pubblicato su Il Messaggero di Lunedì 24 Ottobre e concesso al blog I Due Punti dall'autore.
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