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No Triv: La lettera del Governatore Chiodi è piena di inesattezze

3 minuti

1) la minaccia del Centro Oli non è stata sventata. Quel titolo minerario è ad oggi vigente
2) la legge regionale è uno scolapasta nei cui buchi entra di tutto. Non introduce alcun divieto, ma solo alcune incompatibilità “tendenzialmente” assolute per alcune aree e più facilmente superabili per altre. In entrambi i casi il Comitato VIA è chiamato a procedere ad una valutazione in base a criteri di “sismicità, problematiche idrogeologiche ed esigenze di protezione e valorizzazione della produzione agricola”.
La legge non stabilisce chiaramente: per queste aree è fatto divieto di esercitare le attività petrolifere oppure per queste aree è consentito esercitare in tutto o in parte le attività petrolifere. Essa si limita ad introdurre una valutazione sui “profili di incompatibilità”. Come dire: esistono alcune aree del territorio regionale per le quali l’esercizio delle attività petrolifere è in via di principio incompatibile; esistono altre aree per le quali, invece, l’esercizio di dette attività è in via di principio compatibile. 
Il territorio regionale è oggi tutt'altro che inviolabile

3) Se Ombrina Mare 2 è risorta è grazie all'art. 35 del Decreto Sviluppo su cui anche il Centrodestra (esclusa la Lega) ha votato, a favore assieme al Centrosinistra (tranne Idv). E poi meglio non tornare sulla storia delle note del Minambiente mai pervenute al protocollo della Regione ed alla tardiva trasmissione delle osservazioni della Regione al Ministero

4) A proposito di pareri su progetti di ricerca/estrazione di idrocarburi off shore, da sempre la Regione non ne ha trasmesso uno. L'unico ricorso al TAR presentato contro progetti off shore che riguardassero la Regione Abruzzo, in realtà lo ha presentato la Regione Puglia!

4) L'impianto di Bomba è stato bocciato in sede tecnica per altri 9 motivi oltre a quello indicato dal Governatore (subsidenza, violazione Piano Aria, ecc.). Era tecnicamente insostenibile
5) In un permesso di ricerca non è possibile gas e petrolio. Il titolo è unico: Colle dei Nidi ne è un esempio. Idem Villa Carbone che interessa la città di cui Chiodi è stato per anni Sindaco

6) Per quanto riguarda Colle dei Nidi, il programma dei lavori presentato da GAS PLUS e mai trasmesso in Regione (che ha quindi rilasciato l'Intesa senza mai averne preso visione), non esclude la presenza di petrolio. Ammesso e non concesso che il petrolio sia a solo a Spinetoli e viste le ricadute sul territorio abruzzese, non si comprende da parte del Presidente tanta tolleranza nei confronti di Colle dei Nidi;

7) Colle dei Nidi subentra di fatto ad un titolo minerario preesistente cessato.

8)Vi è documentazione (in libera consultazione sul sito dell'UNMIG) relativa al vecchio titolo che non esclude al presenza di olio
NON E' VERO che "Dacchè io sono governatore non è stata impiantata alcuna trivella, ne sono state concesse intese per la ricerca o la coltivazione di idrocarburi liquidi". Colle dei Nidi riguarda la ricerca di petrolio e gas e l'Intesa è stata rilasciata.

9) Per tutte le altre istanze che presto si trasformeranno in titoli, è necessario che la Regione neghi l'intesa. Diversamente, grazie all'art 38 del Decreto Sviluppo votato anche dal Centrodestra, lo Stato potrà rilasciare il permesso di ricerca in perfetta solitudine.
Tutto chiaro e trasparente ora?

Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni
aderente a Coordinamento Nazionale NO TRIV



 

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Commenti

Sempre stato tutto chiaro! :/
In relazione al permesso di ricerca "Colle dei Nidi", l'intesa non è stata rilasciata dalla Regione a due condizioni, come invece si afferma nella lettera, e cioè: che la ricerca riguardi solo il gas e che avvenga senza interventi sul territorio. Ho seguito io stesso il ricorso e, avendo letto tutti gli atti del procedimento, posso dire che: 1) l'intesa è stata rilasciata dal dirigente e non dalla Giunta, né direttamente e neppure indirettamente. Non esiste alcuna delega in capo al dirigente. La DGR del 2003 che autorizza il dirigente a rilasciare le intese con lo Stato ha per oggetto la costruzione di un campo di calcetto a Catignano;2) l'intesa è stata rilasciata senza che la Regione prendesse visione del programma dei lavori delle società petrolifere: il ministero non ha mai trasmesso questo programma alla Regione, né la Regione si è presentata alla Conferenza dei servizi. Quindi, quando ha rilasciato l'intesa, non poteva sapere se le società volessero cercare gas o petrolio; 3) a prescindere da quanto dichiarino le società petrolifere, il permesso di ricerca è sempre unico, nel senso che riguarda sempre gas e petrolio allo stesso tempo; del resto non potrebbe che essere così: si può sapere quel che c'è nel sottosuolo solo dopo aver cercato e non prima; 4) andava applicata la legge regionale n. 48/2010 che viene citata nella lettera. Questa legge, invece, non è stata applicata; 5) nella lettera si sostiene che l'intesa è stata rilasciata a condizione che non ci siano interventi invasivi sul territorio. Anche questa condizione non risulta dagli atti. Anche se ci fosse stata non sarebbe comunque servita: le società petrolifere hanno un permesso di ricerca in tasca e possono cercare gas e petrolio con qualsiasi tecnica anche invasiva, eccezion fatta per il pozzo esplorativo (per il momento). In ogni caso questo non esclude che esse possano chiedere l'occupazione dei fondi già in fase di ricerca, come è accaduto di recente con un permesso di ricerca in provincia di Ravenna. Ciò comporta l'indisponibilità dei terreni da parte degli agricoltori. Se questo non accadrà è, semmai, solo in quanto è pendente un ricorso davanti al TAR Lazio. Verosimilmente le compagnie chiederanno una sospensione del permesso per non fare decorrere i 6 anni a loro disposizione e per non pagare il canone annuo dovuto: nell'attesa di una sentenza del TAR, potrebbero ritenere saggio attendere e non iniziare i lavori. Su tutto questo e su altro ancora sarà comunque il TAR a decidere.