Quel che è accaduto oggi, in sede di Commissione consiliare “Garanzia e Controllo” del Comune di Teramo, ha dell’incredibile. ( rif. ilfattoteramano)
1) La maggioranza è presente ma è assente, nel senso che si rifiuta di sedersi fra i banchi per far mancare il numero legale al fine di invalidare la seduta ed evitare di fornire dati, documenti e risposte.
2) La Te.Am. S.p.A., la società partecipata dal Comune di Teramo e concessionaria del servizio di igiene ambientale, dopo risibili giustificazioni circa l’assenza alla scorsa seduta della Commissione (nonostante le convocazioni regolarmente effettuate), è presente nella persona del presidente uscente Fernando Cantagalli, il quale rifiuta platealmente di rispondere ad alcune semplicissime domande poste dalla scrivente consigliera comunale, dimostrando per l’ennesima volta la drammatica condizione di opacità che regna in materia di rifiuti.
3) Le domande formulate dalla sottoscritta sono state molto semplici:
a) Le quantità raccolte anno per anno, a far data dal marzo 2010 (inizio della raccolta porta a porta), di ogni singola materia riciclabile (vetro, plastica, carta, lattine, ecc.) e i soldi introitati dalla Te.Am. in conseguenza della vendita di tali materiali riciclati;
b) L’entità delle spese di personale della Te.Am., l’incidenza percentuale della spesa di personale sul totale del bilancio Te.Am., le spese di personale della sede Te.Am. di Termoli e l’incidenza percentuale anche di tale spesa sul bilancio della sede di Termoli.
4) Il presidente Cantagalli è andato in escandescenze ed ha urlato un perentorio “No!” alla richiesta di fornire precise risposte, nonostante io abbia aggiunto come non fosse necessario fornire seduta stante i dati esatti, ma avrebbe potuto fornirli con le tempistiche del caso.
5) È evidente che l’assenza di risposte nasconde una drammatica realtà: ai cittadini non è dato sapere dove sono finiti i loro soldi, non è dato sapere come si spendono le loro tasse, non è dato sapere cosa succede dentro alla Te.Am.
6) Eppure la questione sembra abbastanza elementare: Brucchi dichiarò – all’avvio del porta a porta nel 2010 – che il lavoro di differenziazione richiesto ai residenti sarebbe stato ripagato con una riduzione delle tariffe sull’immondizia. E difatti da un lato ci sarebbe stata una riduzione del peso dei rifiuti indifferenziati conferiti in discarica (con conseguente riduzione del costo del conferimento, che è parametrato alla quantità), dall’altro lato ci sarebbe stato un aumento delle entrate per effetto della vendita dei singoli materiali riciclabili (vetro, carta, plastica, lattine, ecc.). Per cui ci sarebbe stata una riduzione dei costi e un aumento degli introiti, con evidente beneficio sulle aliquote della tassa sull’immondizia. E invece ci sono stati aumenti costanti e progressivi delle tariffe, di anno in anno, in maniera del tutto anomala.
7) Anche i costi delle spese di personale sono rilevanti, sia al fine di verificare le discordanze fra quanto pesa il personale della sede di Teramo rispetto al personale della sede di Termoli, dove pure la Te.Am. gestisce i rifiuti, sia al fine di verificare le discordanze fra le spese di personale della Te.Am. e quelle di altre società che svolgono i medesimi servizi in altri Comuni.
8) È letteralmente impossibile che il presidente Cantagalli non conosca a menadito le cifre e i dati che compongono il proprio bilancio societario, per cui deve leggersi come gravissimo il rifiuto di fornire risposte, rifiuto peraltro perentorio e ribadito non solo con riferimento alla specifica seduta, ma riferito anche ad ogni successivo sollecito.
9) La situazione è grave, per cui si rivela necessario un intervento del Prefetto, della Guardia di Finanza, della Procura della Repubblica e di ogni Istituzione che abbia il potere di aprire i cassetti e di svelare come vengono spesi i soldi dei cittadini teramani.
Com’è ovvio, andremo fino in fondo a questa vicenda.
Maria Cristina Marroni
Consigliera Comunale Teramo 3.0
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