“Ritengo che la “sofferta” decisione del CAL di accorpare la provincia di Chieti a quella di Pescara e la provincia di Teramo a quella dell’Aquila sia debole e inadeguata: l’Abruzzo non è divisibile per due!” afferma il Capogruppo di FLI in Consiglio regionale Berardo Rabbuffo. “A questo punto, sarebbe meglio in tema di revisione dei spesa, fare una sola provincia in Abruzzo”.
“Il problema di fondo è che si sta equivocando tutto: da un lato c’è l’esigenza di rivedere l’organizzazione della pubblica amministrazione attraverso la ridefinizione e il ridimensionamento delle province, dall’altro c’è la necessità di mantenere inalterati i servizi per i cittadini. Purtroppo la strada che ha indicato il CAL, peraltro espressa da una minoranza dei suoi membri, va proprio nella direzione opposta, perché così non si vuole eliminare l’ente provincia, sulla cui soppressione saremmo tutti d’accordo, ma si vuole dimezzare la presenza dello Stato e dei servizi arrivando a penalizzare e mortificare interi territori sub regionali, ipotecando una possibile ripresa futura”.
“Tutt’al più, se dovessimo tenere a mente le peculiarità dei territori regionali, potremmo immaginare un Abruzzo costituito da tre province e dall’area metropolitana di Pescara. Anche se tecnicamente è una soluzione valida, credo che la stessa oggi sia divenuta difficile se non impossibile da realizzare”.
“Come ho espresso in una riunione del CAL di qualche settimana fa, infatti, siamo entrati in un percorso che ci porterà all’eliminazione di tutte le province e alla ridistribuzione delle funzioni proprie di questi enti tra regioni e comuni”.
“In questo scenario – insiste il Capogruppo di FLI - è inutile continuare ad impegnarsi nella formulazione di varie ipotesi frutto del campanilismo territoriale. L’Abruzzo, invece, deve raccogliere la sfida intrapresa dall’attuale Governo e interpretare la volontà dei propri cittadini. La soluzione è quella di creare una sola Provincia che andrebbe a coincidere con il territorio della nostra regione”.
“Possiamo immaginare così una direzione di coordinamento centrale per i pochi servizi ancora in capo alla provincia e che si esplicano con delle strutture territoriali. Eviteremo, perciò – conclude Rabbuffo - che, con l’istituzione di due province, ci siano dei territori spogliati completamente oltre che degli uffici provinciali, anche degli uffici statali e di tutti i servizi organizzati in sedi provinciali”.
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