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I tagli della Sanità...e alla Pineta dell'Ospedale

3 minuti

Visita di condoglianze all’obitorio di Teramo. Mattina, c’è un sole pallido, adatto alla circostanza, ma fa caldo.
Fuori aspetto la macchina che mi porterà a casa. Lì vicino c’è la bella pineta, secolare forse. C’è un piccolo camion, degli operai tagliano rami di alberi già abbattuti, alberi enormi, quando sono vivi e ben piantati non sembrano così grandi.
Ne conto cinque o sei, pronti per essere fatti a pezzi. Chissà dove finiranno.
Ricordo questa pineta da quando ero bambino e sapevamo  che lì davanti c’era un edificio sinistro, il sanatorio, l’ospedale per i malati di tisi, la malattia dell’ottocento di romantica memoria. Ancora oggi, per questo, quella pineta suscita pensieri tristi. Ma gli alberi sono alberi, c’è bisogno di ricordarlo? Scatto delle foto, non mi piace quello che a prima vista sembra uno scempio.
Già si è formata una bell’area: altri parcheggi? Mentre fotografo vedo un signore venire verso di me. Mi ha visto armeggiare col cellulare, vorrà dirmi qualcosa? Salgo in macchina e ci avviamo.
Siamo ad un tratto affiancati da un furgoncino, il guidatore, un giovane uomo, abbassa il finestrino e ci chiede perché facevamo fotografie. Curiosità, rispondiamo. Finisce lì. Sul furgoncino, dietro, c’è il logo di una ditta.
Poco dopo in città, nei pressi di Piazza Garibaldi, esco da un negozio e mentre sto per risalire in macchina un signore mi si avvicina e mi fotografa da distanza ravvicinata, è il giovane uomo del furgoncino bianco che, presumo, mi ha seguito, meglio dire pedinato. Mi rivende la battuta: curiosità. Occavolo, io ho fotografato un ambiente, non ho fatto quella che potrebbe essere una foto segnaletica.
Segue una cordiale conversazione in mi si spiega che lui ama gli alberi e su nella pineta stanno solo abbattendo alberi pericolosi per il parcheggio davanti al sanatorio. Saluti, stretta di mano, lui cancellerà la foto scattata poco fa.
L’ho scampata bella! Sono preso alla sprovvista e non ho avuto la prontezza di contestare il suo comportamento.
Si possono trarre conclusioni, in primis la possibile devastazione della pineta documentata dalle foto che io non cancello e che ti invio ricordando come persone perbene possono ad un tratto trasformarsi in involontari (quanto involontari?) minacciosi agenti del KGB. 
Ci sono un po’ di domande da fare ancora una volta ai dirigenti della AUSL di Teramo, quella con l’elica del fuori bordo, alla forestale, e al comune di Teramo che avrebbe autorizzato i tagli. Gli altri sono solo persone a quanto pare terrorizzate.

Romolo Bosi
 

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Commenti

Prima del parcheggio a pagamento, nelle aree di sosta ricavate nella pineta, facevano bella mostra cartelli che, più o meno, avvisavano del fatto che quella era da considerarsi una sistemazione provvisoria e che le aree verdi sarebbero state ripristinate nello stato originario non appena realizzato il nuovo parcheggio. Ora il taglio degli alberi... A pensare male si fa peccato, ma, purtroppo, ci si azzecca quasi sempre.... E' probabile che quelle piante fossero pericolanti, è anche probabile che il taglio fosse necessario, ma quella è un'area verde importante, anche per la salubrità dei pazienti ricoverati (non a caso fu piantata, nei primi anni del 1900, per portare "aria buona" ai malati di tubercolosi del sanatorio. Io ho vissuto più di trent'anni lì vicino, e da bambini andavamo a giocare in pineta, raccoglievamo le pigne, e ci improvvisavamo esploratori in luoghi dove, anni più avanti, ci fu detto di non andare, in quanto c'era un piccolo inceneritore dove venivano bruciati rifiuti ospedalieri pericolosi (ripeto testualmente quello che mi venne raccontato, se fosse vero non ho avuto modo di accertarlo... certo è che esisteva, e forse esiste ancora, un piccolo edificio dietro al sanatorio, con tanto di enorme forno all'interno....). Nella pineta, in un vecchio edifico posto ai margini, un tempo utilizzato per ricoverare le ospiti dell'allora manicomio, per qualche anno fu ubicata anche la chiesa parrocchiale, e nella "casetta" dell'inceneritore, a Natale, realizzavamo un presepe a grandezza naturale). Allora Villa Mosca era una piccolissima frazione, immersa nella campagna, e la pineta era un bosco tra campi arati e oliveti... Oggi la città ha divorato tutto... salviamo almeno la pineta!!!!
Quella pineta andrebbe piuttosto preservata, assieme al bel palazzo che è stato sede dello storico Sanatorio "Alessandrini - Romualdi".
Quanto scritto da Raffaele Di Marcello è assolutamente vero: la storia del Sanatorio e della sua pineta secolare si intreccia con quella degli "Ospedali ed istituti riuniti di Teramo", con quella della "Congregazione di carità", con quella dell'Ospedale Psichiatrico di Sant'Antonio Abate, con quella delle fondazioni Ventilj, Caraciotti e Savini. Teramo ha una storia plurisecolare nobilissima in materia di assistenza sociale e sanitaria: sarebbe bello poterne scrivere qualcosa di specifico. Il Sanatorio funzionò in maniera eccellente per decenni e decenni. Il complesso ospedaliero di Porta Melatina ha ben 675 anni, di cui 117 come Ospedale Psichiatrico. La ASL ha ereditato tutto questo glorioso patrimonio. Ne sia orgogliosa e soprattutto ne tenga cura.
non mi piace affatto quanto sta accadendo in questa città. a breve ci vedremo "il padrino" darci ordini in pubblico... nessuno si vergogna mai?
ma quando si abbattono alberi non ci sono documentazioni da compilare o si puo' fare come si vuole, basta avere l'attrezzatura e un numero di telefono amico? E la legna, dove va a finire?