Caro sindaco Pavone
Ho impiegato qualche ora a riprendermi dalla performance che ha avuto, nel suo studio martedì pomeriggio, nei miei confronti. Ho a lungo meditato se risponderle o meno perché ho sempre trovato assai penose le strumentalizzazione personali a fini politici. Mostrarmi affranta o malconcia per suscitare empatia tra i cittadini è qualcosa non condivido. Eppure, quanto accaduto nel suo Studio, alla presenza della sua segretaria e del mio accompagnatore merita almeno una disanima dal punto di vista di genere.
Capisco bene che né lei né molti di coloro che hanno in mano le sorti della nostra città e della nostra nazione, siano interessati a questo argomento. Eppure sarebbe molto importante riflettere sui tempi e modi dell'interazione politica tra uomini e donne.
Quando sono venuta da lei ero tranquilla e serena, d'altronde – mi dicevo – sono comunque una cittadina di Roseto, da 34 anni vivo dietro il Municipio, posso ben parlare col sindaco che, seppur non ho votato, è comunque deputato ad amministrare anche me. E' durata un attimo la mia pacatezza d'animo; è durata fino a quando ho visto nei suoi occhi accendersi l'ira, a lungo covata, nei miei confronti. Un'ira che ha trovato espressione in parole assai triviali e poco “politiche”. Capisco le sue difficoltà personali di cui non fa mistero e comprendo anche l'amarezza per le critiche che il nostro partito, le ha riservato e le riserverà: siamo umani, ognuno di noi sotto il sole subisce smacchi e delusioni. Non capisco però e soprattutto non posso accettare i suoi insulti.
Espressioni del tipo “Chi è lei?”, “ Vada a pulire la spiaggia libera”, “ Mi sono informato e ho saputo che lei ha preso pochissimi voti, quindi non conta nulla” e poi di nuovo “vada a pulire...” pronunciate con gli occhi spiritati e la fronte imperlata di sudore, mi hanno catapultato immediatamente in una realtà che non mi piace. Sì, caro sindaco! Questa realtà non mi piace come non mi piace l'atmosfera di silenzio e visi torvi, che si respira dentro il Municipio. E' possibile, almeno una volta in questo paese, esigere comportamenti civili e non sessisti? E' possibile sperare in una politica che non riservi alle donne insulti che sfociano comunque in stereotipi maschilisti e fascisti? Perché, mi dica, io devo andare a pulire la spiaggia e il mio accompagnatore meritava tutta la sua pacatezza? Cosa le fa pensare che, in quanto sindaco, lei non sia tenuto alle buone maniere? Non mi scandalizzo semmai resto amareggiata e schifata. Un sindaco che esordisce dicendo “lei ha urinato fuori dalla tazza” è essenzialmente un maleducato! Uno che continua offrendo come soluzione la mia occupazione in lavori donneschi, mi fa ben credere che viva in un universo triviale e ottocentesco. E di ciò mi dispiaccio. Mi dispiaccio perché Roseto e l'Italia tutta, oramai, non hanno più bisogno di personaggi di tal guisa, non di maschi forti coi deboli e vigliacchi coi forti, non di esponenti politici che selezionano in base al sesso del proprio interlocutore, gli insulti da fargli. Proprio non ci servono maschi alfa che agiscono con logiche di branco, accerchiando la parte ritenuta “debole”.
Per troppo tempo la politica è stata ridotta a gioco di idiozie esasperate, in cui il piano politico è stato occultato e quello personale, divenuto argomento di amministrazione e opposizione.
Noi di Sel Roseto abbiamo cercato, con la nostra opposizione dura e costante, di criticare il piano politico. E' questo che lei/voi non riuscite ad accettare, è questo che sia lei e sia alcuni dei suoi assessori faticano a riconoscere. Perché noi, da soli e armati solo del nostro impegno, abbiamo criticato e fatto battaglie sul piano politico! Lei invece, ha scambiato questo piano con quello personale! Questo mi preoccupa, caro sindaco, ma non lo imputo a lei. Lo imputo piuttosto ad un gioco della parti che ha perso, da tempo, la sua dignità e che scambia politica e sfera privata senza pensarci su. Si rende conto lei, che la maggioranza dei voti non vuol dire, puntualmente, “ben amministrare”? E' proprio sicuro che così funzioni la democrazia? Dalle mie conoscenze di “mezza dottoressa” ho sempre saputo che annullare le minoranze, tacitarle, insultarle non è proprio degli stati democratici, semmai di quelli fascisti. Proprio perché il pensiero unico non appartiene alle democrazie ma a ben altri sistemi. Questo però non mi stupisce, perché va dritto al secondo punto. Ossia il mio dovermi dedicare alle pulizie! E' ancora certo che sia questo il modo di rivolgersi alle donne? Forse, come crede che in democrazia le minoranze non abbiano parola, ugualmente crede che a noi “donne” riesca meglio pulire, agghindarci, fare le carine, zitte e mute?
Beh caro Sindaco, forse questo potrà calzare alle belle statuine che è abituato a vedere lei, ma non a tutte le donne! No, sindaco! Io non giudico né la sua situazione personale, né le trovo impieghi adatti in base al suo sesso e alle sue provenienze geografiche! Lei, con me, lo ha fatto!
E lo ha fatto solo perché io ero in minoranza e prigioniera nella sua “tana”, perché così l'ho percepita. L'ho invitata a venire in Piazza della Libertà, dove siamo presenti per le raccolte firme, che non condivide. L'ho fatto perché volevo offrirle la possibilità di “passeggiare” per le zone a me note. Venga in via Latini, venga laddove sono Dalia e non una sconosciuta che ha preso solo una manciata di voti, venga a dirlo ai rosetani che ho “urinato fuori dalla tazza”, che devo “pulire la Pinetina Centola”, lo faccia, la prego! E poi si prepari ad una serie di ben altre domande che io, assieme a molti altri rosetani vorremmo rivolgerle alla luce del sole, e come lei ha detto a me, sotto la luce artificiale del suo studio, guardandoci negli occhi.
La prego, lo faccia! Si informi meglio su di me, vada a spulciare il mio passato – come in parte ha fatto – e magari si informi delle condizioni penose in cui vivono i precari della scuola, i giovani che emigrano e poi tornano a casa, i disoccupati, gli schiavizzati senza conoscenze politiche , e non quelli che vengono tutte le mattine in comune con strane cartellette sotto braccio, senza che nessuno sappia perché e per come siano li. E per favore, la smetta assieme a molti altri, di pensare che le donne siano buone a far di tutto – pulizie o fellatio è lo stesso – purché non sia la politica che fanno gli uomini. Perché qui le rispondo: E' vero! Non siamo capaci di farla in quella maniera! Non ne siamo capaci perché la facciamo meglio, con educazione, con la netta distinzione tra il piano politico e quello personale, senza temere di fermarci per strada, senza voltare la faccia davanti ai commercianti schifati, senza aver necessariamente bisogno di claque da tenere a noi, in forza della loro disperazione. La facciamo anche se siamo in minoranza, assieme a tanti compagni che non ci guardano pensando che siamo buone solo a pulire ma che ci stimano in virtù delle capacità che ci riconoscono.
Vede, caro sindaco, è anche per questo che ho scelto il partito di Sinistra Ecologia e Libertà. Si, proprio quello per cui Vendola, come lei stesso ha detto, dovrebbe invitarmi al suo matrimonio. L'ho scelto perché so per certo che sia dalla parte degli ultimi, di coloro che non godono del plauso sociale, perché in regola, perché vicini al potere. L'ho scelto perché tiene conto della bellezza delle parole e dei modi, perché ha cura delle differenze di genere e dei diritti di tutti. E perché non fa differenze tra “uomini e donne” nella gestione politica ma promuove tutti, allo stesso modo, poiché ha compreso che l'Italia merita di meglio e non solo che le donne facciano pulizie.
A Roseto esistono uomini e donne libere, saranno pochi, è vero. Saranno lontani dai maggiorentes ma ci sono! E di questo, lei e tutti gli altri, dovete prenderne atto. La invito alle nostre riunioni dove comunque io l'attenderò a braccia aperte e non come lei ha detto e fatto con me.
Dalia Collevecchio,
IN PRIMIS cittadina rosetana e solo DOPO coordinatrice di Sel Roseto. E se proprio volessimo essere precisi, non “mezza dottoressa” ma professoressa.
Ps: Noi della Redazione de I Due Punti consigliamo al sindaco Pavone la lettura di questo articolo...www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/17/piccoli-soprusi-quotidiani-di-politici-esaltati-dal-potere-sindrome-clinica/385141/
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