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Il sindaco di Roseto a una cittadina" Lei ha preso pochi voti...non conta nulla"

10 minuti

Caro sindaco Pavone
 
Ho impiegato qualche ora a riprendermi dalla performance che ha avuto, nel suo studio martedì pomeriggio, nei miei confronti. Ho a lungo meditato se risponderle o meno perché ho sempre trovato assai penose le strumentalizzazione personali a fini politici. Mostrarmi affranta o malconcia per suscitare empatia tra i cittadini è qualcosa non condivido. Eppure, quanto accaduto nel suo Studio, alla presenza della sua segretaria e del mio accompagnatore merita almeno una disanima dal punto di vista di genere.
Capisco bene che né lei né molti di coloro che hanno in mano le sorti della nostra città e della nostra nazione, siano interessati a questo argomento. Eppure sarebbe molto importante riflettere sui tempi e modi dell'interazione politica tra uomini e donne.
Quando sono venuta da lei ero tranquilla e serena, d'altronde – mi dicevo – sono comunque una cittadina di Roseto, da 34 anni vivo dietro il Municipio, posso ben parlare col sindaco che, seppur non ho votato, è comunque deputato ad amministrare anche me. E' durata un attimo la mia pacatezza d'animo; è durata fino a quando ho visto nei suoi occhi accendersi l'ira, a lungo covata, nei miei confronti. Un'ira che ha trovato espressione in parole assai triviali e poco “politiche”. Capisco le sue difficoltà personali di cui non fa mistero e comprendo anche l'amarezza per le critiche che il nostro partito, le ha riservato e le riserverà: siamo umani, ognuno di noi sotto il sole subisce smacchi e delusioni. Non capisco però e soprattutto non posso accettare i suoi insulti.
Espressioni del tipo “Chi è lei?”, “ Vada a pulire la spiaggia libera”, “ Mi sono informato e ho saputo che lei ha preso pochissimi voti, quindi non conta nulla” e poi di nuovo “vada a pulire...” pronunciate con gli occhi spiritati e la fronte imperlata di sudore, mi hanno catapultato immediatamente in una realtà che non mi piace. Sì, caro sindaco! Questa realtà non mi piace come non mi piace l'atmosfera di silenzio e visi torvi, che si respira dentro il Municipio. E' possibile, almeno una volta in questo paese, esigere comportamenti civili e non sessisti? E' possibile sperare in una politica che non riservi alle donne insulti che sfociano comunque in stereotipi maschilisti e fascisti? Perché, mi dica, io devo andare a pulire la spiaggia e il mio accompagnatore meritava tutta la sua pacatezza? Cosa le fa pensare che, in quanto sindaco, lei non sia tenuto alle buone maniere? Non mi scandalizzo semmai resto amareggiata e schifata. Un sindaco che esordisce dicendo “lei ha urinato fuori dalla tazza” è essenzialmente un maleducato! Uno che continua offrendo come soluzione la mia occupazione in lavori donneschi, mi fa ben credere che viva in un universo triviale e ottocentesco. E di ciò mi dispiaccio. Mi dispiaccio perché Roseto e l'Italia tutta, oramai, non hanno più bisogno di personaggi di tal guisa, non di maschi forti coi deboli e vigliacchi coi forti, non di esponenti politici che selezionano in base al sesso del proprio interlocutore, gli insulti da fargli. Proprio non ci servono maschi alfa che agiscono con logiche di branco, accerchiando la parte ritenuta “debole”.
Per troppo tempo la politica è stata ridotta a gioco di idiozie esasperate, in cui il piano politico è stato occultato e quello personale, divenuto argomento di amministrazione e opposizione.
Noi di Sel Roseto abbiamo cercato, con la nostra opposizione dura e costante, di criticare il piano politico. E' questo che lei/voi non riuscite ad accettare, è questo che sia lei e sia alcuni dei suoi assessori faticano a riconoscere. Perché noi, da soli e armati solo del nostro impegno, abbiamo criticato e fatto battaglie sul piano politico! Lei invece, ha scambiato questo piano con quello personale! Questo mi preoccupa, caro sindaco, ma non lo imputo a lei. Lo imputo piuttosto ad un gioco della parti che ha perso, da tempo, la sua dignità e che scambia politica e sfera privata senza pensarci su. Si rende conto lei, che la maggioranza dei voti non vuol dire, puntualmente, “ben amministrare”? E' proprio sicuro che così funzioni la democrazia? Dalle mie conoscenze di “mezza dottoressa” ho sempre saputo che annullare le minoranze, tacitarle, insultarle non è proprio degli stati democratici, semmai di quelli fascisti. Proprio perché il pensiero unico non appartiene alle democrazie ma a ben altri sistemi. Questo però non mi stupisce, perché va dritto al secondo punto. Ossia il mio dovermi dedicare alle pulizie! E' ancora certo che sia questo il modo di rivolgersi alle donne? Forse, come crede che in democrazia le minoranze non abbiano parola, ugualmente crede che a noi “donne” riesca meglio pulire, agghindarci, fare le carine, zitte e mute?
Beh caro Sindaco, forse questo potrà calzare alle belle statuine che è abituato a vedere lei, ma non a tutte le donne! No, sindaco! Io non giudico né la sua situazione personale, né le trovo impieghi adatti in base al suo sesso e alle sue provenienze geografiche! Lei, con me, lo ha fatto!
E lo ha fatto solo perché io ero in minoranza e prigioniera nella sua “tana”, perché così l'ho percepita. L'ho invitata a venire in Piazza della Libertà, dove siamo presenti per le raccolte firme, che non condivide. L'ho fatto perché volevo offrirle la possibilità di “passeggiare” per le zone a me note. Venga in via Latini, venga laddove sono Dalia e non una sconosciuta che ha preso solo una manciata di voti, venga a dirlo ai rosetani che ho “urinato fuori dalla tazza”, che devo “pulire la Pinetina Centola”, lo faccia, la prego! E poi si prepari ad una serie di ben altre domande che io, assieme a molti altri rosetani vorremmo rivolgerle alla luce del sole, e come lei ha detto a me, sotto la luce artificiale del suo studio, guardandoci negli occhi.
La prego, lo faccia! Si informi meglio su di me, vada a spulciare il mio passato – come in parte ha fatto – e magari si informi delle condizioni penose in cui vivono i precari della scuola, i giovani che emigrano e poi tornano a casa, i disoccupati, gli schiavizzati senza conoscenze politiche , e non quelli che vengono tutte le mattine in comune con strane cartellette sotto braccio, senza che nessuno sappia perché e per come siano li. E per favore, la smetta assieme a molti altri, di pensare che le donne siano buone a far di tutto – pulizie o fellatio è lo stesso – purché non sia la politica che fanno gli uomini. Perché qui le rispondo: E' vero! Non siamo capaci di farla in quella maniera! Non ne siamo capaci perché la facciamo meglio, con educazione, con la netta distinzione tra il piano politico e quello personale, senza temere di fermarci per strada, senza voltare la faccia davanti ai commercianti schifati, senza aver necessariamente bisogno di claque da tenere a noi, in forza della loro disperazione. La facciamo anche se siamo in minoranza, assieme a tanti compagni che non ci guardano pensando che siamo buone solo a pulire ma che ci stimano in virtù delle capacità che ci riconoscono.
Vede, caro sindaco, è anche per questo che ho scelto il partito di Sinistra Ecologia e Libertà. Si, proprio quello per cui Vendola, come lei stesso ha detto, dovrebbe invitarmi al suo matrimonio. L'ho scelto perché so per certo che sia dalla parte degli ultimi, di coloro che non godono del plauso sociale, perché in regola, perché vicini al potere. L'ho scelto perché tiene conto della bellezza delle parole e dei modi, perché ha cura delle differenze di genere e dei diritti di tutti. E perché non fa differenze tra “uomini e donne” nella gestione politica ma promuove tutti, allo stesso modo, poiché ha compreso che l'Italia merita di meglio e non solo che le donne facciano pulizie.
A Roseto esistono uomini e donne libere, saranno pochi, è vero. Saranno lontani dai maggiorentes ma ci sono! E di questo, lei e tutti gli altri, dovete prenderne atto. La invito alle nostre riunioni dove comunque io l'attenderò a braccia aperte e non come lei ha detto e fatto con me.
 
 
                                                                                                   Dalia Collevecchio,
IN PRIMIS cittadina rosetana e solo DOPO coordinatrice di Sel Roseto. E se proprio volessimo essere precisi, non “mezza dottoressa” ma professoressa.  

Ps: Noi della Redazione de I Due Punti consigliamo al sindaco Pavone la lettura di questo articolo...www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/17/piccoli-soprusi-quotidiani-di-politici-esaltati-dal-potere-sindrome-clinica/385141/
 

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Mi riprometto di articolare qualcos'altro. Ora invio la mia Letterina a Enio Pavone, Sindaco pubblicata su facebook. L'indignazione per ciò che sta accadendo e la consapevolezza del suo significato sociale, civico, umano adesso mi farebbero balbettare. Oggi per motivi strettamente personali e, per me importanti, avevo deciso di prendermi un giorno di silenzio per restare sola con me a ricordare, dopo un anno di mancanza, mio padre che di me ha fatto la donna che sono. A cui devo pure ciò che so che diventerò. Ma non resisto. Ho saputo di Dalia. Ho saputo anche di un'altra donna che ieri è stata invitata ad uscire ed andare a casa. Ne so di altre ed altri ancora. Allora parlo anch'io, per tutti gli uomini che ci hanno accompagnate ad essere migliori. E sono tanti. Si chiamano amici, colleghi, mariti, compagni, politici, scrittori, imbianchini, operai, ultimi tra gli ultimi. Ma Lei no. Ed io come Dalia lo voglio dire. Non tanto per aumentare la sua rabbia. È così facile farlo che la bella sensibilità femminile non sarebbe proprio attratta né interessata. No. E Lei lo sa. Lei è il Sindaco. Non le riesce di esserlo nei confronti di tutti. Io ho dei dubbi che le riesca anche nei confronti di qualcuno. Mi sembra di fare un torto a Dalia scrivendo perché ha detto così bene ciò che ha vissuto. Sentito e capito. Ma non ci riesco. Roseto non Le somiglia. È più bella, più vera. Più educata. E ciò che è accaduto a Dalia in un luogo istituzionale non le sarà condonato in nome di un umano fragile. Perché a mio avviso solo questo la potrebbe giustificare. Me ne dolgo per lei. Ma non posso accettarlo da un Sindaco. E mi costi ciò che mi costi io lo dico. O stasera andrei a dormire meno donna, meno Raffaella, meno molto meno consigliera e per niente cittadina Rosetana. Questo non glielo consento. Si scusi. Come avrebbe dovuto in molte occasioni. Ovviamente sa il mio banco in aula qual è. Sarò lì. Forte e serena della ragione e del buon senso. Dell'educazione e del rispetto che mio padre mi ha insegnato. Insieme a Dalia e a tutte le altre donne, uomini e cittadini offesi dai suoi modi. Ingiustificabili. Può bastare. Un carissimo abbraccio a Dalia e alla sua bellezza.
Se solo la bellezza potrà salvare il mondo, questa stagione politica non si salverà dalla bruttezza . Bellezza e' un sorriso, bellezza e' umiltà , bellezza e' sobrietà ,bellezza e' consapevolezza della nostra brevissima dimensione temporale , bellezza e' lasciare tracce di un profumo... Bruttezza e' un petto tronfio, bruttezza e' volgarità ,bruttezza e'presunzione, bruttezza e' la dea dei piccoli uomini ...
Sul tema dell’annullamento del caro affitti la questione è quanto mai spinosa. Riguarda famiglie in estrema difficoltà. L’azione intrapresa dal circolo di Sel e dalla sua coordinatrice Dalia Collevecchio è meritevole e va in contro alle esigenze dei cittadini . Nessuno mai poteva immaginare la reazione del Sindaco verso chi porta simili istanze in un palazzo comunale. Vogliamo solo ricordare al Sindaco che la democrazia non significa dittatura della maggioranza. Le opposizioni , consiliari e non , hanno il diritto\dovere di vigilare, proporre e riportare i bisogni dei cittadini. Il rispetto e la diligenza devono essere qualità costanti per chi ricopre un incarico tanto importante come quello di Sindaco. Sel non ha espresso consiglieri , come noi tra l’altro , ma questo non autorizza nessuno ad inveire contro un rappresentante politico. La civiltà ed il rispetto per le persone sono qualità obbligatorie per chi ricopre incarichi pubblici. Invitiamo il Sindaco di Roseto a chieder scusa per un comportamento decisamente al di sopra le righe.
Carissima Dalia, io non la conosco personalmente e non Le esprimo solidarietà. No! Troppo banale, troppo "contemporaneo". Io Le sono a fianco come collega precario, come uomo, nell'indignazione, nella rabbia, nell'esercizio del senso civico, nel diritto inalienabile di cittadinanza, nella dinamicità e praticità delle idee che spesso hanno il volto di una donna... La pochezza quotidiana della nostra classe politica si esprime anche nella forma di una locuzione volgare. Non lasci perdere, insista, provochi. Il "primo" cittadino di Roseto è oggi "l'utimo" rappresentante di un mondo ormai decadente.
Cara Dalia, ho avuto la fortuna di conoscerti e di averti come collega. Abbiamo trascorso dei lunghi pomeriggi a parlare di politica e, sebbene da parti diverse, ci siamo sempre incontrate su valori comuni e sulla critica a una classe politica locale ignorante, volgare, inetta. La tua Roseto (che tanto hai a cuore) ha bisogno di te; ha bisogno di donne che non siano "sorelle di", ma che possano mettere a frutto i propri studi e le proprie competenze ed esperienze, maturate anche fuori provincia. Con affetto, cara amica.
la questione si comprende da sola, vi prego facciamo conoscere che tipo è il sindaco a tutti i cittadini, che si vergogni ( ma è difficile vergognarsi poiché anche la vergogna prevede un minimo di maturità e serietà) A prescindere se si ha ragione o no, questo paese , ormai non consocie più la buona educazione, la morale e l'etica. Il resto è storia, finito il suo mandato tornerà ad esse un signor nessuno, q uesto e solo questo lo farà tornare mite, meno arrogante. Mi aspetto le scuse pubbliche, se è un uomo. altrimenti come categoria rimangono solo mezz'uomini, ominicchi, ruffiani e quaquaraquà. http://www.youtube.com/watch?v=3eLsTZladD8 scusate lo sfogo, ma di arroganti politici non se ne può più
No! Io non ci posso credere! E' surreale! Scusatemi, ma balbetto... non riesco proprio ad articolare due parole che non siano parolacce, in questo momento...
Massimo Felicioni, Segretario del Partito Democratico di Roseto, in merito a quanto accaduto alla coordinatrice di Sel, Dalia Collevecchio, durante un incontro, avvenuto martedì pomeriggio dichiara: " A nome del Partito Democratico di Roseto, esprimo la mia più sincera solidarietà a Dalia Collevecchio, coordinatrice di Sel; esprimo, inoltre, tutto il mio disappunto per quanto accaduto durante l’incontro con il primo cittadino, Enio Pavone, sottolineando, ancora una volta, che avere la maggioranza dei voti non vuol dire appiattire o azzerare il dissenso. Essere in democrazia significa discutere, e perché la democrazia possa essere tutelata deve basarsi sul rispetto delle minoranze, e non deve trasformarsi in una dittatura della maggioranza che non accetta il confronto, bensì la sopraffazione".
Credo che la signora Cinzia abbia ragione,perche' non indovinare il water e' tipicamente maschile.Ha sbagliato quindi il sindaco Pavone nell'attribuire un cattivo comportamento tipico del maschio iperprostatico,ad una signora; mi associo pertanto nella richiesta di scuse a cui e' tenuto il primo cittadinodei " cotaroli" .
Se non conoscessi Dalia, stenterei a credere al suo racconto. Invece ci credo e mi vergogno della mia Città, della quale a suo tempo sono stato anche Sindaco: Sindaco di tutti, ma ancora di più dei deboli a qualsiasi organizzazione politica appartenessero. Purtroppo la politica nella nostra Città è degenerata al punto che gli elettori, più che scegliere, si sono vendicati, non sapendo che la vendetta si sarebbe scaricata su di loro. Pertanto mi vergogno anche di chi a spinto i cittadini ad esercitare lo spirito di vendetta e non il diritto alla scelta. Di ciò farebbe bene a rendersi conto anche l'attuale mio successore. La solidarietà mia e dell'IdV a Dalia.
Vi prego di pubblicare questa versione e non la prima inviata poco fa.Buon lavoro! IL PAVONE Disse un giorno un bel pavone: "Voglio dirvi una canzone tutti attenti: uno, due, tre! Io risplendo come un re! Presto, gallo e voi galline, oche, anatre e tacchine fate a me la riverenza e chiamatemi eccellenza!" "Che fai tu di bene al mondo?" disse un gallo, grasso e tondo. "Sai cantar chicchirichì quando allegro spunta il dì?" "E la tua carne è saporita?" chiese un'anitra impettita. "Mangi il pane a tradimento!" disse un'oca di talento. E poi concluse una gallina, del cortile la regina: "Quando ben saprai far l'ovo tutti i giorni dentro al covo e cantare coccodè: ti diremo allora re! Vaffanculo, arrogante, le cazzate tue son tante! Per offender apri bocca col cervello che si blocca. A pulir tu devi l'aia oltre quella porcilaia! Sulla spiaggia c' immondizia colpa della tua imperizia! Quella ruota a nulla serve a un uccello senza verve. Applaudì la compagnia e il pavone scappò via. (Trovata per caso sul web)
Dispiace!!!!!! Dispiace veramente vedere un Primo Cittadino scendere a questi livelli...dispiace a me in quanto donna, in quanto cittadina, in quanto essere umano pensante e parlante... Quello che è successo è umiliante da tutti i punti di vista. Vorrei rivolgermi direttamente al Sindaco Enio Pavone e chiedergli se davvero si sente fiero, orgoglioso e pieno, di come sta portando avanti il suo incarico, di come riesce a relazionarsi, ad scoltare le persone che cercano di avere un contatto o un confronto con lui. Mi dispiace, ma visto che questo non è il primo ,ne penso sarà l'ultimo episodio, di maleducazione, arroganza, superbia, incapacità al dialogo, al confronto, al rispetto....penso che forse dovrebbe fermarsi un attimo, riflettere e magari chiedere "scusa". Un Sindaco deve avere la capacità di discernere quelle che sono le sue questioni personali, da quello che è il suo ruolo. Un Sindaco dovrebbe essere colui che ascolta, accoglie e parla per noi....beh questa sera io non mi sento rappresentata da quelle parole e mi sento offesa. Davvero 7.300 voti presi danno il diritto di sentirsi migliori degli altri? a me non sembra, se questi sono i risultati... Davvero ricoprire una carica dà così tanto alla testa, da dimenticarsi tutto perfino il rispetto? Caro Sindaco impari a confrontarsi con le persone che non la pensano come lei, con il genere femminile che lei tanto denigra e che ha in sè il seme dell'accoglienza, con la diversità che tanto la spaventa...perchè forse è proprio da loro che riuscirà ad imparare il vero significato di essere ogni giorno una persona migliore ..e magari, lo speriamo tutti...un Sindaco... Un abbraccio e tutta la mia vicinanza a Dalia Collevecchio Donna e Coordinatrice di Sel. Valentina Coccagna
NON VI SCANDALIZZATE PIU' DI TANTO: A MOSCIANO, A MOSCIANO, A MOSCIANO, SAPETE TUTTI DOVE SI TROVA, CERTAMENTE NON IN AFRICA, QUALCUNO, SALVATO DAL MIO AMICO CHE NON L'HA DENUNCIATO, HA SPUTATO PER TERRA LAMENTANDOSI DELLE DEUNCE PUBBLICHE DEL MIO GIORNALE E DELLA TV RADICI MOSCIANO, LIBERA, LIBERA, LIBERA: "TI NGHE SII' FUTUGRAFIE E SII' FELMINE.." E GIU' LO SPUTAZZO SUL QUALE HA POI PASSATO A MO' DI STRUSCIO, LA SUA FETENTISSIMA SCARPA; DIETRO DI LUI IN ACCORDO SCELERIS UN ALTRO SOGGETTO RINCALZAVA: "Ti denuncio sei entrato nell'edificio COMUNALE senza permesso" E GIU' L'ANSIMARE CORPULENTO E ROSICANTE (COME OGGI SI DICE), IN FASE DI INCIPIENTE CLIMATERIO. QUINDI BAVAGLIO A TUTTA FORZA, NON SOLO, MA MALEDUCAZIONE ED IGNOMINIA DI CHI DEVE DARE L'ESEMPIO. ATTENZIONE MOSCIANO E' GOVERNATA DA UNA GIUNTA PD E SEL (MA SEL NON E' QUELLA DI GENTE ONOREVOLE CHE CONOSCO IO); QUESTA SEL E' APPOSTA SOLO A MO' DI TARGA, MAGGIORITARIA, MAGARI NEL SILENZIO DELLA SEL PROVINCIALE, REGIONALE ET CETERA. MORALE: L'ARROGANZA DEL POTERE E' PIU' FORTE DEL DIRITTO ALLA VERITA' ! giuseppe massi, nome e cognome.
Che dire ....basta e avanza che è amico del nostro senatore, sono fatti con la stessa pasta.
No. Stavolta no. Non allontaniamoci troppo in fretta, fermiamoci e guardiamolo. Il sig. Sindaco ci parla di sé, si è spogliato e si mostra nudo, per quello che è. Aspettate, fermatevi. C’è un insegnamento importante qui, sul dominio di sé, sulla capacità di temperare il proprio intimo pensiero all’interno della sfera pubblica. Un sindaco, nel suo ufficio riceve una persona: non in un altro luogo e in questo luogo fa dei “ragionamenti”. Chiedo scusa alla signora Collevecchio, ma sorprendersi e indignarsi insieme a lei, certamente doveroso, è troppo facile. No, provo a mettermi nei panni del primo cittadino e scopro… di non averne. Non ho interesse a dubitare di lei signora, al contrario ho il dovere di mettere in discussione chi mi rappresenta e che sulla carta è me nella sfera pubblica. Non ho motivo di dubitare di lei e suggerirei al sig. Sindaco di documentarsi bene sulle famiglie di Roseto se la sua memoria storica si ferma agli ultimi 20 anni, se non arriva almeno a quando le buste del latte erano piramidali e a Roseto c’era una premiata ditta che richiama il nome della rosetana citata. A Roseto, come in ogni luogo del vivere comune, c’è una storia fatta di persone: ognuna custode del proprio tassello nella memoria storica della città. Ma forse il sig. Sindaco non è di Roseto. E se lo è, resta un po’ periferico. Anche oggi. Quello nell’esercizio politico è un pensiero della comunità. Sebbene espresso da singoli, è e resta sovraordinato ad essi. Guardini, non io, scriveva che la lunga serie di questioni del vivere comune può essere risolta solo in questa comunità di pensiero. La vita politica è relazione. Si basa sull’atteggiamento del singolo che riconosce la relazione e solo qui si forma la vera “sfera pubblica”. Che il sig. Sindaco non abbia una reale cultura politica, lo si capisce dal fatto che questo singolo non si sente parte di un legame di pensiero della comunità. Non pensa “pubblicamente”, nel suo ufficio, come membro di un tutto. Non si pone spontaneamente in modo collaborativo di fronte a un pensiero espresso da un altro. E se affronta un problema e imposta una relazione, non percepisce spontaneamente questi compiti come invito a collaborare. Nel suo ufficio, quest’uomo conta. Conta i voti, conta le persone che gli chiedono appuntamento, misura il loro peso, conta se la loro richiesta ha un tornaconto, conta se i conti tornano e, soprattutto, egli è l’unico che conta. Ma voi che fareste? Se siete coscienti o inconsciamente intuite di non avere risorse interiori, se nel corso della vita aveste tralasciato, per tanti validi motivi, di aggiungere spessore alla vostra persona, se tra le tante cose tralasciate non avete memorizzato dove cercare gli strumenti culturali per affrontare la carica che nonostante tutto avete la volontà di ricoprire, voi, voi che fareste? Non sareste portati al controllo? e come si fa a tenere tutto sotto controllo? non iniziereste a … contare? E qui Il sig. Sindaco ci parla di sé, si spoglia e si mostra. Nella relazione con l’altro però, se ci sono calcoli non ci sono più persone ma cose: non c’è relazione. Se ci sono persone allora ci sono parole che parlano di noi. Quest’uomo parla per stereotipi, per slogan, schematizzazioni che semplificano, forzano e squalificano la realtà. Sa, intuisce, di non essere all’altezza, ma parla. Non tace. Il primo tra i cittadini ha come unica modalità di relazione la difesa e si difende disprezzando e non ha abbastanza dominio di sé da disprezzare in silenzio. E qui c’è l’essenza. Tolta la corazza, c’è solo nudità. Dell’agire politico che è commistione di improvvisazione e arroganza, sappiamo tutto da decenni e qui abbiamo un feroce interprete. Della disinibizione e dell’assenza di temperanza sappiamo solo dagli anni politici recenti e ognuno avrà in casa propria il suo esempio. Della fragilità di quest’uomo che nulla ha da dire a questa città, constatiamo ora e ancora una volta con evidenza. Tra le regole del suo contare sig. Sindaco, si avvalga pure dell’esistenza dell’inversamente proporzionale: è inchinandosi nel Servizio alla comunità che ci si innalza di statura, si benedicono le fasce e si cambiano le cose. A Roseto come in ogni altro luogo.
l'unica cosa che posso affermare e che questo Sindaco è inadeguato a svolgere il compito che i cittadini gli hanno affidato. comunque è più inadeguato chi lo ha scelto come Sindaco.
Che comportamento raccapricciante....dopo quello che sta succedendo a Roseto negli utlimi anni ho preferito vendermi casa. Palazzi (obrobri) che spuntano ovunque senza un rispetto minino architettonico, ristrutturazioni pietose autorizzate, ville storiche deturpate e scambiate per edifici polifunzionali dismessi per essere trasformate in alberghi. Se si pensa di poter reggere il tempo solo rifacendo il lungomare.....