La Cassazione riapre “finalmente” ai cittadini teramani la strada per il diritto al rimborso dell’Iva ingiustamente pagata sulla Tia.
Con la sentenza 3756 depositata lo scorso 9 marzo, la Corte di Cassazione mette la parola fine alla questione sulla natura della Tariffa di igiene ambientale prevista dal D.Lgs. n. 22 del 1997 (la cd. Tia 1 istituita dal Decreto Ronchi), ribadendo che la stessa non poteva e non può essere assoggettata ad Iva in quanto entrata di carattere tributario e non un corrispettivo per il servizio reso.
La sentenza segna un’ulteriore e (ci auguriamo) definitiva tappa della vicenda riguardante il sacrosanto diritto dei contribuenti teramani al rimborso dell’ Iva indebitamente pagata sulla Tia nei periodi di imposta 2005-2009, sostanzialmente sorto sulla base della nota sentenza della Corte Costituzionale n. 238 del 2009 che aveva già puntualmente chiarito la natura non tributaria della tariffa stessa.
Viene così sonoramente bocciata quell’operazione che avevamo già etichettato come “tentativo di elusione fiscale governativa” con cui il Ministro Tremonti e la sua maggioranza in Parlamento avevano cercato vergognosamente di impedire il soddisfacimento del diritto dei contribuenti al recupero delle somme versate ingiustamente. Si ricorderà, infatti, come l’Esecutivo, dopo aver espressamente escluso, con un’imbarazzante norma di carattere interpretativo inserita nel D.L. n. 78 del 2010 (art. 14, comma 33) che la tariffa prevista nell’art. 238 del D.Lgs. 152 del 2006 (la cosiddetta Tia 2 mai divenuta di fatto operativa), avesse carattere tributario, attraverso una cervellotica operazione analogica effettuata con una circolare del Ministero delle Finanze del 11 novembre 2010, ha irragionevolmente ritenuto di attribuire carattere tariffario anche alla Tia 1,paralizzando di fatto le procedure di rimborso già attivate dalle richieste presentate da oltre 4 mila cittadini teramani. Ed ora, con la citata sentenza, la Cassazione riapre i giochi e restituisce di fatto la giusta legittimazione alle richieste di rimborso dell’Iva ingiustamente corrisposta.
Alla luce del chiarimento giurisprudenziale, se è vero, come abbiamo sempre detto, che l’Iva è stata girata allo Stato e che sul bilancio statale graveranno i costi derivanti dalle procedure di restituzione, appaiono ormai improrogabili una serie di chiarimenti da parte dell’Amministrazione comunale e della Teramo Ambiente, che, nella qualità di gestori del servizio per gli anni di rispettiva competenza, sono chiamati a ricevere le domande di rimborso oltre che ad assumere la posizione di controparte in eventuali ricorsi davanti al giudice ordinario. La perdurante situazione di silenzio a questo punto è inaccettabile.
Per tale ragione chiediamo che da parte dei soggetti competenti siano comunicati immediatamente ai cittadini teramani forme, termini e modalità per il soddisfacimento di un diritto troppo a lungo negato e che nel nostro territorio assume una valenza maggiore, se si considera l’elevata incidenza della Tia sulle tasche di tutti i contribuenti.
Gianguido D'Alberto
Vicecapogruppo PD al Consiglio comunale di Teramo
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