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Le dimissioni dell'Ass. Marconi. Immediate e senza scuse.

2 minuti

Le ammissioni dell’assessore all’ambiente Marconi colto con la pistola fumante, sulla sua partecipazione personale al capitale della società coinvolta nella nascente centrale a biomasse a Colonnella sono semplicemente sconcertanti. Altro che strumentalizzazioni!!! Con estrema disinvoltura dichiara: “Sto predicando, dunque, interventi di questo genere, ed è chiaro che deve esserci un filo logico poi con quello che faccio”.
Se l’obiettivo delle sue affermazioni  era di fugare i dubbi dei suoi comportamenti personali, potremmo dire che è riuscito a centrarlo in pieno. Adesso  è chiaro a tutti che l’assessore provinciale disconosce il significato di conflitto d’interesse e quello dell’etica nell’amministrazione della cosa pubblica, ma conosce bene il filo logico del business e quello che lega la politica con gli affari.  D’altronde c’era da aspettarselo vista la focosità con cui bocciò nel Marzo 2011 lo stop ai termovalorizzatori proposto in consiglio provinciale dal sottoscritto. L’assessore quando dichiara che l’opera non gode di finanziamenti pubblici fa un’affermazione gravissima che palesa incompetenza a pensar bene o sfacciataggine e presa per i fondelli nelle altre, perché anche le centrali a biomasse godono di tariffe incentivanti  finanziate dalle nostre bollette energetiche per ben 15 anni. Di soldi pubblici si tratta.
Infine, resta da capire quali siano a suo dire le personalità politiche locali con le mani nella marmellata che hanno inserito suocere e mogli nella suddetta società o che magari si sono costituiti la propria società per accaparrarsi gli incentivi pubblici. All’assessore Marconi per salvaguardare la propria reputazione non resta che scegliere fra due strade: la prima è di completare la sua denuncia pubblica facendo nomi e cognomi dei politici “sempreverdi” coinvolti; la seconda è quella di dimettersi.

                    Riccardo Mercante
Consigliere Provinciale Indipendente
 

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Commenti

Alla fine tutti i nodi vengono al pettine.... comunque, male che vada, l'assessore può darsi al cinema... http://www.youtube.com/watch?v=IjBiO6pqO_Ehttp://www.youtube.com/watch?v=0tQrxsK56vw
Un tempo il mondo degli affarie quello della politica erano formalmente distinti. Da tempo non lo sono più. L'Assessore Marconi ha il dovere di portare fino in fondo la sua denuncia, facendo nomi e cognomi. Resta un ultimo dubbio da fugare: i procedimenti autorizzativi di questa o quella centrale hanno "velocità" e "metri di valutazione" differenti a seconda della composizione della compagine sociale?
Fantastico! Quando usciranno anche gli altri nomi ci sarà da ridere! Tanto la procura a Teramo non esiste. Basta vedere quello che è successo a un noto consigliere comunale di teramo! Praticamente nulla!
Mi sembra che questo signore è un politico e come tutti gli altri che ci rappresentano svolgono questo privilegio nel tempo libero...quindi, non trovo cosa ci sia di strano se un politico per lavoro vuol curarsi dei suoi interessi personali o professionali che siano, per ottenere un profitto quando ci sono professori tecnici nominati, che esercitano al posto di chi dovrebbe farlo per dignità costituzionale in quanto eletto dai cittadini... ecco un piccolo esempio di ciò che è accaduto oggi: "da tgcom24" Il Pdl Lazio tra spese pazze e faide interne In un dossier cene di partito a base di ostriche L'ex capogruppo Fiorito, indagato per peculato, mette in piazza le magagne del suo accusatore. Ed elenca le ricevute di raffinati simposi politici e di ricchi regali di Natale 11:23 - La Procura di Roma indaga l'ex capogruppo Pdl Franco Fiorito per peculato. Ma lui non ci sta e, per vendicarsi contro i compagni di partito, mette in piazza le loro magagne. Il suo successore, Franco Battistoni, lo aveva accusato rendendo pubbliche le sue spese, compresi bonifici con soldi del partito e conti correnti aperti in Spagna. E Fiorito lo ripaga con la stessa moneta, dicendo che Battistoni chiedeva rimborsi per ostriche e cene principesche. Era Battistoni, dice Fiorito, a presentare ricevute da 7mila euro per acquistare vini raffinatissimi. E sempre sue erano le fatture per cene per due da Ottavio, a Santa Croce in Gerusalemme. Il menù: ostriche francesi, moscardini, crudo misto, fragolino. Fiorito non si limita al suo accusatore Battistoni e allarga il cerchio. Ci sono molti altri pidiellini che non badavano a spese, con i soldi del partito. Nel dossier compare per esempio il nome di Veronica Cappellaro, presidente della commissione regionale Cultura. Per pagare le cene sociali del Pdl ha avuto bisogno di 32mila euro soltanto nel 2011, sempre nello stesso ristorante, Pasqualino al Colosseo. E la foto pubblicata sul sito dalla stessa Cappellaro è costata 900 euro. Tutte informazioni che Fiorito ha potuto recuperare avendo gestito per due anni e mezzo il gruppo Pdl alla Regione Lazio. Ed ecco che spuntano ricevute che gli venivano presentate dai suoi consiglieri per il rimborso sulle spese dei regali di Natale. Qualche esempio: due bottiglie di Paul Goerg brut Rosé o di Taittinger Millesimée, una Magnum di Primitivo. E poi, cravatte di seta di Marinella e sciarpe lana-seta da 230 euro l'una. Sulla fotocopia della ricevuta si scriveva un "ok" e i soldi venivano rimborsati. Lui, Fiorito, risulta già iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per aver trasferito in due anni 800mila euro dai conti del partito a quelli personali. Ma la sua tesi accusatoria nei confronti dei colleghi è quella del "così fan tutti". E, se in questa vicenda a dominare sono le vendette e i rancori personali, è però certo che la cultura del risparmio non sia il punto forte dei politici della Regione Lazio. Che noleggiano stampanti al costo di 3mila euro l'anno e che saldano 6mila euro per 200 coperti in ristoranti che arrivano al massimo a 170 indicando sulla brochure una disponibilità per 40 posti. Per non parlare dei contributi assegnati ai simpatizzanti. Come i 71mila euro versati una tantum all'associazione del Viterbese "Progresso e innovazione". Bastava indicare sull'evento "campagna di promozione territoriale delle politiche regionali in favore dei giovani" perché il partito non badasse a spese. Tanto, "così fan tutti". da semplice cittadino ogni giorno mi sforzo di pensare al termine "default" come una cosa veramente brutta per il nostro Paese...non ci riesco...forse perchè non sono un politico....ma un semplice cittadino...uomo.
Io direi che, come spesso accade, esiste anche una terza via: può elencare nomi e cognomi nel frattempo che si dimette.
@e per lo stesso motivo,l'assessore se pensasse di installare un impianto fotovoltaico sul suo tetto o su sua superficie,non lo potrebbe fare perche' andrebbe ad usufruire di incentivi statali e perche' in qualche modo avrebbe fatto impresa.Secondo questo contorto modo di pensare lo stesso si dovrebbe isolare in un convento di clausura e solo così non andrebbe in conflitto con il ruolo istituzionale,ma per favore smettiamola con questa ipocrisia da verginelle putibonde...
l assessore provinciale Marconi ha il dovere di fare i nomi di tutti i politicanti coinvolti. Non e' una gentile concessione di un amministratore pubblico. Subito dopo se ne puo tornare a casa con l auto blu che ha "venduto" alla provincia tramite il suo datore di lavoro. Sogno falco,francia e mercante ministri della repubblica!!!
Caro Occultis lei è proprio incorregibile, ma come fa a paragonare un impianto fotovoltaico ad uso privato con un'attività industriale/commerciale?
e cosi anche Occultis ha confessato. a sua insaputa e' un BIO SOCIO. Avanti il prossimo... Il denaro e' un potente afrodisiaco, ma quello non sudato prima o poi distrugge. D'accordo con Falco, DIMISSIONI SUBITO E SENZA SCUSE!!!
Come si evince dalla lettura dei link sotto, Catarra e tutti i suoi compagni di merende avrebbero millemila motivi per dimettersi!

Replica di Robert verrocchio...

"Non mi stupisce che l'assessore Marconi non voglia dimettersi, perché se la sua sensibilità sull'argomento fosse stata adeguata forse avrebbe ammesso prima di possedere quote in quelle società". Questa la replica del segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio alle dichiarazioni dell'assessore provinciale all'Ambiente Francesco Marconi che ha rigettato la richiesta del Pd di dimettersi dal suo incarico.

"Se Marconi afferma di non avere alcun ruolo nella programmazione energetica è pregato di dire ai cittadini per quali motivi prende uno stipendio come assessore provinciale all'Ambiente - ha proseguito Verrocchio - È chiaro che Marconi non ha argomenti per giustificare il pasticcio in cui si trova. L'assessore afferma che oggi non ha più nulla a che fare con la centrale di Colonnella. Ma sino ad aprile scorso chi sedeva dietro alla scrivania? L'imprenditore che ha sempre creduto nelle rinnovabili oppure l'amministratore che deve pensare all'interesse del proprio territorio? A ma non sfugge affatto il ruolo della Provincia nella pianificazione energetica. Forse all'assessore sfugge il senso del suo ruolo, che non è tecnico ma politico, e che deve porsi sempre la domanda se un determinato progetto è nell'interesse o meno della collettività. Secondo la visione di Marconi, tanto vale che al settore rifiuti andasse un imprenditore del campo e all'urbanistica un costruttore. Come possiamo sapere se Marconi, nel momento della discussione della centrale di Colonnella, ha pensato più agli interessi propri che a quelli della Vibrata? Non lo possiamo sapere, e questo è quello che si chiama conflitto di interessi. Riguardo alle azioni Enel, Marconi le compri pure, perché da privato cittadino gli auguro la migliore fortuna nel campo delle rinnovabili che tanto ha imparato ad apprezzare da qualche anno a questa parte".

Mamma mia! E Verrocchio sarebbe il capo dell'opposizione! Sveglia Verrocchio! Mena, tira calci, strilla, fai qualcosa - non dico di sinistra, non esageriamo - ma fai qualcosa.
Nei link riportati sotto e messi all'attenzione di Mercante, compaiono i nomi di 6 dipendenti della Teramo Lavoro S.r.l. Ci può dare un'opinione?
ciccia!