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Luciano Monticelli dichiara "guerra" a Varrassi. L'Ospedale di Atri non si tocca...

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“Invito Giustino Varrassi a non prendere alcuna decisione senza essersi prima raffrontato con sindaci e territorio o ripartiremo con una nuova e più forte battaglia”.
C
osì il sindaco di Pineto Luciano Monticelli commenta la notizia secondo la quale sarebbe stato deciso di ridurre il reparto di Cardiologia dell’ospedale San Liberatore di Atri da Unità complessa a Unità semplice.
Una decisione che, se confermata, significherebbe per l’amministrazione pinetese la sconfitta di una serie di battaglie e ricorsi portati avanti per difendere un presidio fondamentale per l’intera comunità locale.
 
“Cosa succede –si chiede il sindaco Monticelli –?
Il San Liberatore sembra essere di nuovo sotto attacco e questo ci dà nuova forza per tornare a difenderlo. Invito il manager Varrassi a stare fermo e a ragionare con il territorio prima di prendere ogni tipo di iniziativa. Il suo è un atteggiamento che non avvantaggia nessuno”.
Il riferimento è alle decisioni recentemente prese dal manager della Asl teramana, che, a detta di Luciano Monticelli, sono intimamente connesse alla politica, “oltre a essere prese –
nota il primo cittadino– sempre durante i periodi estivi, quando tutto è un po’ più fermo. Peccato però che noi siamo sempre vigili e attenti”.
 
Il sindaco pinetese chiede, pertanto, a Varrassi di non prendere alcun provvedimento.

“Non ho paura – conclude in merito – a dire che siamo pronti a scendere nuovamente in campo. O il manager ci ascolta o sarà di nuovo guerra”.  

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Commenti

Se il sindaco Monticelli avesse letto l'intervista del prof. Varrassi su Certa Stampa del 9 luglio scorso, in reazione all'assalto al 'palazzo d'inverno'... «Mi chiedo ripetutamente com'è possibile che ci siano una 50ina di persone che tengano cosi tanto al convenzionamento di Urologia, e nessuno invece tenga al convenzionamento per Cardiologia ad Atri o Ortopedia a Sant'Omero? Non sembra strano?». E spiega: «Dovremmo avere molta molta più gente a reclamare per l'andata via di altri professionisti dalla Asl...» A parte il clamoroso autogol del professore, realizzato con queste allucinate affermazioni, il sindaco leggendola avrebbe avuto una anticipazione di qualche giorno sugli eventi. Avrebbe visto ancor prima l'ascia cadere ampiamente anche su Atri, oltre che S. Omero, avendo messo mano il professore alle convenzioni con l'università... e pure vantandosene!!! Non si tratta quindi semplicemente di combattere battaglie, caro Sindaco, aspettando il prossimo colpo mortale alla sanità teramana, ma di 'tagliare la testa al toro'... Perciò, sia stata l'esasperazione politica e civile a portare all'avvio stamane della raccolta firme per l'uscita di Varrassi dalla scena sanitaria abruzzese... con la mania di onnipotenza non si riesce a ragionare, si può solo rimuovere il male alla radice... Sarà il caso, che i Sindaci attenti alla salute dei propri cittadini, sostengano questa iniziativa, fino alla caduta della testa del toro..?!?!
Luciano ti voto. Sa foto mi f ammattì e carica i miei 80 anni. Grazie.
Se il Sig. Ancora mi meraviglio, avesse letto quanti ricorsi abbiamo ( comune di Pineto con l'aggiunta di consiglieri di Silvi Atri) contro le decisioni del manager - segretario aggiunto dl Pdl teramano?
Silenzio ragazzi che il sindaco di atri sta dormendo! Sccchhhhhh!
Sono completamente d'accordo con chi sostiene che per circa 300.000 abitanti non servono 4 ospedali. Questo e' il risultato di 40 anni di politica clientelare. Ora dobbiamo trovare il modo migliore per recuperare i fabbricati esistenti, destinandoli a funzioni compatibili. Se negli anni '70 erano ancora concepibili 4 ospedali per la provincia di Teramo, oggi non lo sono più. Per prima cosa per l'alto costo di gestione e poi perché due ospedali sono più che sufficienti. Sono ipotizzabili 2 ospedali, uno a Giulianova e uno a Teramo, quello di Giulianova a servizio della costa e quello di Teramo a servizio delle aree interne e della montagna; così potremmo ridurre i costi di gestione e liberare risorse per migliorare il servizio.