Ci sono storie che vanno raccontate.
Quella di Marco è una di queste.
Marco è un bimbo disabile, viene abbandonato dai suoi genitori ed accolto da Don Silvio nella casa famiglia.
Ma non sta bene. Si ammala, l'istituto non è una buona soluzione per lui.
Paolo e Natascia si sono sposati da appena un mese. Una sera a loro viene chiesto un atto d'amore, il primo, accoglierlo per un po' in affidamento temporaneo.
Non dicono di no. Anzi, dicono di sì.
Sì. Il coraggio dell'amore.
Che non chiede. Dà. E da quel sì cambia tutto.
Marco ha 8 anni. Il Tribunale sta valutando l'adottabilità. Marco è pieno di quella vita che però non si sa quanta potrà essere.
Ma ha qualcosa di speciale lui.
Sa amare per primo, sa gioire, sa rendere migliori e più belli tutti.
Sa vivere, così com'è. Doveva essere di passaggio in mezzo a quell'uomo e a quella donna, a quel marito e a quella moglie.
Invece diventano una Famiglia. La più bella delle famiglie. Marco con la sua mamma e il suo papà. Marco con la zia, i nonni, il suo paese. Poi arrivano anche le sorelline. Un cuore che batte ed abbatte la ragione. E vive più che può.
Marco l'abbiamo salutato oggi, in una chiesa piena di amici, affetto, di fede, di speranza e di mistero.
Marco a 21 anni ha iniziato qualcosa di nuovo ed infinito. Lasciandoci intorno a lui ad ascoltare le parole del suo papà: " L'unità di misura della vita è l'amore".
Marco semplicemente lo sapeva e riusciva anche ad unire ogni possibile diversa misura con l'amore.
Non sempre ci sono le parole che riescono a rendere le storie.
Ma alcune vanno proprio raccontate. E le parole possono anche sparire. Diventare minime. Parlano da sole.
Basta solo immaginare quanto amore, quanta vita e sì, quanta felicità Marco abbia saputo far nascere intorno alla sua vita.
Credere che sia possibile un amore così, oltre tutti i limiti, più forte, più coraggioso, più profondo, più vero di ogni paura.
A Marco piaceva giocare. Se solo lui e la sua Famiglia, così incredibilmente bella ma semplicemente reale, ci avessero insegnato un po' di più di questo meraviglioso gioco dell'esistere..avremmo vinto tutti e no, mai perso lui.
Trovato noi, forse.
Grazie.
La Redazione de I Due Punti
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