Salta al contenuto principale

Processo ai vertici del Partito Democratico

di Giancarlo Falconi
7 minuti

In un confronto esistono i due punti di vista, a volte anche un terzo e un quarto. Noi siamo disposti ad ospitarli tutti, come sempre. Giorgio De Fabritiis ha la barba e i capelli bianchi. Un babbo Natale quattro stagioni. Un sindacalista di altri tempi. Empatia per la forza delle parole. Mi racconta con gli occhi a cercare ricordi ed emozioni. Tutto è iniziato il 19 febbraio del 2010 quando il commissario del consorzio agrario, Manola Di Pasquale, indiceva l'assemblea dei soci del consorzio agrario di Teramo per la chiusura della liquidazione amministrativa e l'elezione dei nuovi organismi dirigenti. L'assemblea di cui lei non farà parte per la revoca in quelle ore della nomina a Commissario. Qui inizia la nostra storia...Una realtà fatta di domande senza risposta, di un Partito Democratico in imbarazzo, incapace di prendere una decisione, di affrontare un argomento scottante, di avere un confronto interno, di essere coerenza e trasparenza. La chiamavano questione morale. Si chiama camera oscura. Dove chiudere tutto e buttare la chiave. Kafka definiva le domande senza risposta, come destinate a rimanere tali; Lorenz parlava di domande lecite per risposte ragionevoli; Noi più modestamente e dopo aver letto bilanci, visure camerali, delibere di assemblea, partiamo da alcune certezze.

Assiomi fatti di date e documenti. Manola Di Pasquale da commissario del consorzio agrario ha fatto un buon lavoro, portando in soli tre anni, il Consorzio agrario in bonis, con otto milioni di euro di patrimonio, con attività commerciali riavviate e con 20 unità lavorative. Fino alla revoca della sua nomina, fino a quando ha deciso di non accettare la riapertura per i nuovi soci come promesso a Giorgio De Fabritiis, presidente della CIA, ovvero al 75% degli agricoltori teramani, alla confederazione italiana agricoltori con ben dodicimila soci, fino a quando con l'Incontro ufficiale, targato fax del 27 Gennaio 2010 ore 12:12, dichiarava a De Fabritiis, che non avrebbe permesso alcuna entrata ai nuovi soci. Decisione personale. Perchè quella improvvisa retromarcia? Il consorzio agrario di Teramo da lettura di bilancio aveva liquidità e beni immobili di valore storico. Il consorzio agrario di Pescara da bilancio aveva alcune passività. Come può essere stata possibile una fusione tra i due consorzi con sede finale a Pescara e la nomina del chietino Domenico Pasetti (targato Coldiretti) a presidente del Consorzio Agrario D'Abruzzo? Che cosa avrebbe avuto Teramo in cambio di un simile "scippo"? Un Baratto creativo che fa il verso alla Finanza creativa. Nel dettaglio Manola Di Pasquale fu nominata consigliere del nuovo Consorzio e un teramano per meritocrazia politica, per coincidenza, per caso, per fortuna, perchè da un seme nasce sempre un'opportunità di vita, perché era al posto giusto al momento giusto, sicuramente ebbe un cambiamento nell'organigramma del personale e risorse umane. Di chi sto parlando? Volete nomi e cognomi? Mi sembra giusto.

Un esempio del Partito Democratico che tace, che spettegola, che litiga, ma rimane in silenzio. Chi ci sa spiegare il ruolo del Sign. Giacomo Di Pietro? Che diventa da consulente precario a responsabile commerciale del Consorzio Agrario Abruzzo? Giacomino Di Pietro o meglio, il presidente Di Pietro, presidente della Ruzzo Reti. Una soluzione per la crisi economica. Due posti di lavoro per una sola persona. Forse tre, se pensiamo alla presunta rappresentanza di una ditta specializzata in sementi. Di Pietro è uomo forte del Partito Democratico (anche se indiscrezioni hanno rivelato che non sia iscritto), storico portaborse e porta voti prima dell'area Nisi e poi della corrente Ginoble. Simile, sempre per pura coincidenza, alla storia politica dell'Avv. Di Pasquale. Prima area Nisi e poi corrente Ginoble. Di fronte alla crisi sociale, ogni critica diventa sterile, inutile, disarmante. Perchè la politica di centro destra non ha fermato questa emigrazione patrimoniale del nostro territorio? Catarra e Brucchi erano stati avvisati da De Fabritiis. Perché non hanno fatto nulla, pur scandalizzati da questa notizia? Ordine di scuderia? Accordo trasversale? Perchè le domande di Giorgio De Fabritiis, membro dell'assemblea provinciale del PD e presidente della CIA Teramo non hanno avuto risposta? Perchè il documento a firma De Fabritiis, Pasquale Cantoro, Roberto Beltramba, Mauro Di Bonaventura, Fabrizio Di Bonaventura, Bruno Sfrattoni, Giuseppina Di Paolantonio, tutti dirigenti, funzionari, amministratori, membri del partito democratico non è stato preso in considerazione?

I signori del Pd scrivevano al Segretario Verrocchio " La presente per richiedere un vostro  pronunciamento sulla riprovevole vicenda dell’elezione del nuovo CDA del Consorzio Agrario di Teramo che vede coinvolta l’avv.Manola Di Pasquale presidente, purtroppo, del Partito Democratico a livello regionale. La sveltina da “furbetti del quartiere”operata dalla Coldiretti di Teramo con l’ex-commissario Manola Di Pasquale, non può assolutamente passare sotto silenzio perché significherebbe avallare comportamenti antidemocratici e irrispettosi, innanzitutto, delle regole basilari del vivere civile.  Il rifiuto a non voler concedere la possibilità ad altri agricoltori di poter diventare socio del Consorzio rivolgendosi solo ai pochissimi soci ultrasettantenni ancora iscritti sul libro soci; il rifiuto a incontrare le Organizzazioni professionali agricole prima della convocazione dell’assemblea concordata solo con Coldiretti evidenziata anche dalla presenza all’assemblea di Domenico Pasetti della Coldiretti di Chieti che già sapeva, evidentemente, di dover entrare a far parte del futuro CDA; il rifiuto a mettere a disposizione dei soci le proposte di modifiche statutarie che si intendevano adottare; il rifiuto ad accertare preventivamente se i convocati in assemblea ancora conservavano i requisiti di socio previsti dallo statuto, visto che si tratta di ultrasettantenni che non svolgono più l’attività lavorativa; l’aver svolto l’assemblea alle 7,30 del mattino...".

E il PD? Nulla. Tutto insabbiato. Come se ci fosse qualcosa di Trasversale. Per favore, abbiate pietà. Non giochiamo con la questione morale. Molti iscritti del Partito democratico hanno deciso di tornare a chiedere un confronto sul consorzio agrario d’Abruzzo. Non si sentono rappresentati dal presidente regionale del partito Manola Di Pasquale. Se non ci sarà il vis a vis, chiederanno le dimissioni del Presidente Regionale. Sarà disposto il Partito Democratico ad ascoltare le ragioni di un processo oramai inevitabile? Paolucci e Verrocchio ascolteranno le ragioni di una parte sempre più consistente del Partito democratico della provincia di Teramo? Ci sono altri mille argomenti che ruotano intorno al Consorzio agrario. Piano piano verranno tutti fuori. Noi non abbiamo fretta.
Oggi inizia una nuova storia. La revisione di valori.
 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Tutto tace. sssss non disturbate il manovratore.
Falcò nessuno ti risponderà. Non mollare. Sei e rimani un esempio.
Che dire? Nulla hai scritto tutto tu.
Da cosa, se le cose, che io non conosco, stanno come raccontate da Giancarlo, dunque si differenzia il PD dal PDL? Passiamo dal pensiero unico al partito unico. Viene da dire, arrivederci e grazie.
Falconi ma dove vivi? Il Pd e il Pdl dimostrano di essere uguali. Su per favore smettila.
Io sono del PD e non mi sento del PDL, per favore, non facciamo di tutt'erba un FASCIO!

Grande Falconi come sempre!! continua così... forse, un giorno te ne saremo grati per aver dato voce a cose "indicibili"!! anche se è impresa ardua smuovere le coscienze delle segreterie politiche sia di destra che di sinistra accomunate da soli interessi personali! io parlo da ex iscritto PD che ha votato VERROCCHIO sperando in un cambiamento nella gestione del partito a livello provinciale che ad oggi non si è vista! continuiamo a vedere il solito Giacomino, la solita DI PASQUALE, ecc.... che si buttano da una parte all'altra in cerca di qualcosa..... SIAMO STUFI!!!

Ritengo che non sia necessario scomodare il prof. Sartori per comprendere quanto le posizioni dei due maggiori partiti siano appiattite. Vi rimetto, tanto per curiosità, il seguente test di verifica: Appiattimento salariale nella pubblica amministrazione (PD si no) PDL (si no) Unioni civili (PD si no) PDL (si no) Tassazione patrimoniale (PD si no) PDL (si no) Ritiro delle truppe all'estero e diminuizione spesa militare (PD si no) PDL (si no) Equiparazione indennità parlm a salari dirigenti e.l. (PD si no) PDL (si no) Liberalizzazione totale farmacie, notai, profess.ed esercizi (PD si no) PDL (si no) Riduzione costo del lavoro e pressione fiscale (PD si no) PDL (si no) Sospensione canone RAI (PD si no) PDL (si no) Maggiore imposizione fiscale beni Chiesa (PD si no) PDL (si no) Sarebbe opportuno rispondere ai quesiti non tanto valutando le intenzioni prossime venture, ma analizzando la storia consolidata.
Mi sembra tutta roba vecchia. Ne avevi già scritto. Qual è la novità?

Caro Al, la novità e che non ci sono novità. Quindi ci torno e aspetto. Poi ci ritorno e aspetto. Poi ci ritorno. Il classico nodo al fazzoletto.