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Inaugurato il Lotto zero

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Questo articolo contiene principi di satira e umorismo nero. Ciò che leggerete è frutto di neorealismo allo stato puro: Riso amaro. Il Lotto zero di Teramo, primo lotto, uscita Porta Romana, è stato inaugurato nella notte. Gli ospiti si sono vergognati della rampa con il 15% di pendenza, aperta alle sole automobili e alle motociclette estive. Ma chi ha collaudato tale accesso? Si scende in maniera verticale e prima di raggiungere la canna di appartenenza si nota una costruzione che ospita un gruppo tecnologico, forse, per l'illuminazione o altro, ai margini del fiume. La corrosione avanza. Chi ha collaudato una simile costruzione a ridosso di un fiume, che si è appena ritirato, dimostrando tutta la sua invadenza di amante? Gli ospiti manderanno controfigurine per l'inaugurazione ufficiale. Attori da circo ben addestrati per descrivere ciò che non esiste. Il Bla Bla politico, civile, medico e religioso... sarà assordante. Il nulla in sintesi di una rotonda che può far rotare la testa alle sole utilitarie. Stretta, strettissima. Si trans-ita e la signora dell'abitazione, modello drive-in, ci serve un caffè. Resisterà il Governatore Chiodi dal fare una battuta sul manifesto-assist dell'ASL di Teramo? Penso di no. Si accettano scommesse. Miracolo riuscito? Era meglio di no. Si Brinderà con una bottiglia di benzina con le bollicine, visto le ultime accise. Il futuro ci darà ragione. Sono annoiato da questi politici. Il lotto Zero è stato inaugurato. Aperto a Bighe, Quadrighe, Carri e Carrozze. Teramo guarda al passato. Si stava meglio...

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Caro Sottosegretario, perdonerai se un semplice cittadino si rivolge ad un uomo di governo e delle istituzioni con il tono amichevole e confidenziale di quando, a unirci, c’era la comune passione per il giornalismo degli anni giovanili. Penso che - in nome di quei trascorsi e dei tanti bei ricordi che mi legano alla tua illustre persona - possa parlare con spirito di amicizia e collaborazione. Come quando si lavorava per l’amato quotidiano romano di Piazza Colonna. Sono passati tanti anni, ahinoi! Ma certamente hai conservato intatta la forte capacità di ascolto e lo straordinario spirito di servizio, che ti hanno sempre distinto. Qualità che ti assicurano spessore umano, e generale stima e simpatia. Sei sicuramente fra i pochi che non si sono lasciati influenzare dalla politica come oggi viene comunemente praticata, caratterizzandoti, e in crescendo, come uomo dello Stato e delle Istituzioni. Nell’album dei ricordi trovo che sei stato a Teramo negli anni ‘60 per una grande opera viaria. A distanza di circa 50 anni, torni per un evento legato al cosiddetto Lotto Zero, vale a dire a un’importante opera viaria. Strani e curiosi certi appuntamenti della vita. Quella volta, accompagnato da Ettore Della Giovanna, arrivasti in città da giornalista de Il Tempo, per prendere parte a un convegno organizzato dal tuo e mio giornale sul Traforo del Gran Sasso. Allora solo un progetto sulla carta. Registrammo un fallimento, quel giorno. Nel senso che il convegno non si tenne, a causa del sabotaggio di un partito politico, che costrinse gli altri rappresentanti dell’allora intransigente “arco costituzionale” a non partecipare. In segno di protesta contro l’invito dal nostro giornale incautamente esteso ad un rappresentante del MSI, ghettizzato allora dai comunisti e da altri nel lazzaretto dell’isolamento politico. Vicende di un passato travagliato, che fanno ora un po’ sorridere e tuttavia denotano come la politica, in fondo, sia quella di sempre. Immutabile, tutto sommato. Se è vero che, spessissimo, questioni serie e vitali, che interessano da vicino la collettività, passano in secondo piano. Vengono trascurate e messe da parte, per cedere il passo al vaniloquio, allo scontro insensato delle fazioni in nome del “particulare”. Hanno voluto attribuire all’ostruzionismo di Marco Pannella i troppi ritardi per il Lotto Zero, ma la verità è un’altra ed è la solita. Tutta responsabilità di quella maggioranza, che non seppe allora difendere la propria creatura, a causa di rivalità e faide interne di partito. Un modo di far politica, caro Sottosegretario, che ha regalato alla strategica opera viaria, che sei venuto ad inaugurare con il ministro Matteoli, oltre un ventennio di rinvii e ritardi colpevoli. Tutto a scapito e danno della comunità locale, che ha vissuto la straziante realizzazione del Lotto Zero (da qualcuno ribattezzato Lotto Spero) in una attesa esasperante. Al rallentatore. Pagata dalla città che ti ospita con i disagi di un traffico urbano impazzito e veleni ambientali ai massimi livelli. Un’opera attesa e necessaria, la tangenziale cittadina. Ma temo che arrivi vecchia e, per ora, anche incompiuta, in una città e in una regione dove da troppi anni non si inaugura più nulla. Né si tagliano nastri tricolori. Al contrario dei bei tempi andati, quando gli abruzzesi potevano contare almeno su un politico, rimpianto dai più, al quale avevano appioppato la curiosa etichetta di “manidiforbici”. Ma lasciamo correre e restiamo al presente. All’odierno taglio del nastro del Lotto Zero. Su cui qualche domanda s’impone: ci sarà mai una strada, magari un semplice viottolo, per chiudere con certi riti della politica e della burocrazia, che non marciano mai al passo con le attese e gl’interessi della gente comune? Avremo ancora e sempre rinvii e ritardi per le popolazioni più deboli e bisognose? O con il Lotto Zero si potrà girare pagina? Piangersi addosso è una vecchia cattiva abitudine. Meglio impegnarsi cambiando noi stessi, per pretendere che il mondo migliori e che la politica degenerata cambi. Anche in questa piccola città così desiderosa di rinnovamento. Non so, caro Sottosegretario, se avrai tempo per avvertire che, dopo anni, torni in un capoluogo di provincia fermo e sonnolento. Un piccolo mondo antico che, al di là dei proclami e degli esercizi di buona volontà, non offre prospettive reali ai suoi giovani. Privo di un disegno, una vocazione, un progetto. Siamo in una parte dell’Abruzzo rimasta ancorata al peggio di quelle che il nostro illustre conterraneo Panfilo Gentile chiamava “degenerazioni oligarchiche della democrazia”. Qui tutto procede al rallentatore, come se il Lotto Zero dovesse assurgere a simbolo, per le nuove generazioni, condannate ad attese e tempi biblici. Abbiamo regole e cadenze nostre. Qui il potere non si conquista, si conserva. Mentre il consenso si riceve per concessione e delega del Principe. Sarà per questo, forse, che questa inaugurazione, ad osservare certi apparati in prima fila, rischia di confondersi con la posa della prima pietra. Come se la lancetta dell’orologio (e della città) fosse rimasta bloccata a quel dì. Grazie per l’attenzione, e buon lavoro a Teramo e in Abruzzo.

http://www.piazzagrande.info/rubriche/33706/lotto-zero-non-solo-al-rallentatore-lettera-aperta-gianni

Che piacere leggere una simile lettera. Grazie a Falconi per aver ospitato chi mi ha insegnato molto nel lavoro di giornalista.
Chissà se Letta risponderà???? Carramba...
ma secondo te..... chi cazzo l'ho leggie so cavolo di messaggio... andiamo tutti domani mattina a dire che cazzo di situazione abbiamo a san.nicolo' falli tornare ....canzio..di giovangiacomo..puglia sappi una cosa io ci saro' e mi riconoscierai..........
Io non so come sia questo primo tratto di lotto zero. Sarà breve, impervio, ad un'unica corsia per senso di marcia, con pendenze da far invidia ai muri della Paris-Roubaix. Ho memoria per ricordare ancora le urla degli oppositori di questa opera. "Uno scempio per la città" - definirono il Lotto zero - quasi a pensare che quel piombo infernale e quelle code malefiche fossero invece segno di decoro, salute ed estetica urbana. Ricordo, anche, che quegli oppositori - una volta conquistato lo scranno - iniziarono a pensare che una variante, un succedaneo di asse attrezzato, potesse favorire il traffico e la qualità della vita. Ebbene, questa piccola bretellina è finalmente pronta. Certo, i toni trionfali sono una manifestazione eccessiva. Non stiamo inaugurando il ponte di Brooklin, né il tunnel della Manica. Stiamo inaugurando un piccolo tratto di strada, di circa 2800 metri, di cui si parla dalla fine della guerra dei cent'anni, che darà il suo piccolo, ma percettibile contributo al miglioramento della viabilità cittadina. Sempre meglio che transitare sul letto del fiume di contrada Carapollo, tra pietre, dossi, cani ed eloquenti tracce delle furtive nottate di amore. Per le grandi opere, poi, c'è sempre... il canale tematico di Sky.
Se non fosse stato uno scempio non ci sarebbe mai stata questa Sentenza 10 giugno 2004, C-87/02, Commissione contro Repubblica italiana Ricorso per inadempimento. Inadempimento dello Stato italiano per mancata valutazione dell’impatto ambientale da parte dell’Abruzzo nell’autorizzazione del progetto “Lotto zero” La Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le derivano dalla direttiva 85/337/CEE in materia di valutazione di impatto ambientale non avendo verificato la Regione Abruzzo, cui era demandata la competenza in materia, se il progetto di costruzione di una strada extraurbana a Teramo (c.d. Lotto zero) richiedesse siffatta valutazione oppure no. Infatti la circostanza che uno Stato membro abbia affidato alle proprie Regioni l’attuazione delle direttive non può avere alcuna influenza sulla propria responsabilità di fronte alla Comunità: sebbene esso possa ripartire liberamente le competenze normative sul piano interno, resta il solo responsabile del rispetto degli obblighi derivanti dal diritto comunitario.
A Teramo il futuro e il passato vanno a braccietto...