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UniTe: Il Rettore e il magnifico paggetto da mille euro...terza puntata...

di Giancarlo Falconi
4 minuti

L'Università di Teramo in questi giorni viene disegnata come un piccolo circo Orfei.
Uomini e donne in equilibrio amministrativo.
Trapezisti di determine, ordinanze e delibere.

La caccia alle talpe, agli untori, alle gole profonde è diventata un Safari.
Un ossimoro legislativo perche il decreto legge Anticorruzione tutela la fonte che rivela ipotesi di reato.
Vedremo con il tempo.
Dal piccolo circo Orfei alla direttrice generale MariaOrfeo, che è stata preceduta da un curriculum eccellente per etica e morale.

Una piccola ricera  su google e le tracce diventano conferme e tranquille serenate.
Un concorso annullato da una sentenza di primo grado del Tar della Regione Campania (n. 2620/2012, adottata dalla II Sezione) per due posti di Categoria “EP”, posizione economica EP1, Area Amministrativa-Gestionale, di cui 1 destinato all’Area “Risorse e Sistemi” per le esigenze del Settore “Personale e Sviluppo Organizzativo” e l’altro destinano all’Area “Risorse e Sistemi” per le esigenze del Settore “Approvvigionamento, Appalti e Patrimonio”....www.ilvaglio.it/ateneoricerca/universita/il-rettore-ha-chiesto-una-nuova-relazione-sul-concorso-interno-annullato-dal-tar/ la sentenza di primo grado del Tribunale Regionale parlava di plagio da parte di alcuni studenti...il Rettore Filippo Bencardini aveva subito dimostrato massima fiducia nella commissione esaminatrice e in uno dei suoi fondamentali componenti, la Dottoressa Maria Orfeo, Dirigente di ruolo dell’Università degli Studi di Firenze.

La stessa nostra fiducia incommensurabile, incalcolabile, in attesa di conoscere l'attività del Nuva.
Il Nucleo di Valutazione di Ateneo.
Siamo sicuri che la Direttrice Generale dell'Unite, Maria Orfeo, ci saprà motivare in tempi di spending rewiew alcune spese della nostra gloriosa Università.
Al Rettore D'Amico non facciamo le stesse domande...per ora, solo attore.
Tutto in ordine sparso.

Servizio economato...spese in contanti, in contanti... per mille euro, presso un famoso atelier della provincia di Teramo, di un vestito per un "paggetto", indossato durante la cerimonia di consegna delle lauree a Scienza della Comunicazione.
Secondo un'attenta rassegna stampa datata 26 Ottobre 2013, l'uomo in Frack, non aveva " il cilindro per cappello, due diamanti per gemelli, un bastone di cristallo, la gardenia nell'occhiello e sul candido gilet, un papillon, un papillon di seta blu s'avvicina lentamente, con incedere elegante, ha l'aspetto trasognato malinconico ed assente, non si sa da dove vien ne dove và, chi mai sarà  quel'uomo in frack" perchè dalle foto... era sempre elegantemente posizionato dietro il Rettore D'Amico.

Ci piacerebbe sapere che fine ha fatto l'abito.
Se possiamo riutilizzarlo.
Se si può affittare.
Se si può conoscere la taglia del paggetto.
Se si può intervistare il paggetto.
Se si può conoscere il suo compenso.
Se si può comprendere la funzione e la motivazione della spesa di mille euro.

Le risulta vera una spesa di 600 euro per un microfono?
Le risulta vera una spesa di 900 euro per l'espositore dei quotidiani da far leggere agli studenti.
Nel 2014 gli studenti hanno bisogno di leggere i quotidiani e noi di spendere 900 euro?
Vi leggo il passaggio D.R. n 87 del 12/03/2014 " Progetto quotidiani in Ateneo, al fine di accompagnare gli studenti nel loro percorso di avvicinamento ai quotidiani.
A cosa? Ma siamo alle elementari?

Altro giro altra corsa.
Quanto è costato il plasma in sala mensa?
Si parla di molte migliaia di euro.
Le risulta vero?

Cara Direttrice Orfeo cosa le dice questa data?
25 Novembre 2013.
Parliamo degli 850 tablet acquistati dall'Università di Teramo.
Costo finale 230 euro più iva a tablet.
Ci può spiegare i 10 Tablet regalati allo staff di Ficarra e Picone?
Come sono stati giustificati nella determina?
Non ci dica con la voce " dismissione?".
Perchè tutto lo staff e non solo il duo comico?
Sarà nostra cura procedere con un accesso agli atti.

Striscia L'Ateneo...potrebbe essere una buona rubrica per la Facoltà di Scienza della Comunicazione...sempre dopo la lettura dei quotidiani. 




 

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Commenti

 Rispondo volentieri a un messaggio con tanto di firma ( falsa) di un signore che mi chiede chi ha acquistato la mia bici, chi mi nutre e come oso scrivere sull'Università.
Caro signore che mi ha lasciato il suo indirizzo ip, le prometto che sarà il prossimo protagonista di un mio articolo.
Attore principale.
Ciò che scriviamo è supportato da documenti e testimonianze.
Sarà accuratamente riportato agli organi competenti.
Lo studio di mio fratello (Gianni Falconi) mi supporta legalmente per ogni querela.
Tutte archiviate (finora).
Non usiamo soldi pubblici e abbiamo il diritto di chiedere come gli stessi siano spesi. 
In Italia, scriveva Enzo Biagi, il colpevole è chi denuncia una presunta malagestio e non chi la detiene.
Le auguro altre splendide figure. 


 

Giancarlo, non voglio entrare nel merito di cose che non conosco -ossia le spese varie, i tablet allo staff dei comici ecc..- ma vorrei spendere una parola per i quotidiani. sì ti sembrerà strano ma nel 2014 i ragazzi come me hanno ancora bisogno di leggere i quotidiani. Personalmente ogni giorno ho bisogno di leggerne più di uno per approfondire la notizia e confrontare l'informazione. i principali quotidiani online o in applicazione danno soltanto notizie tronche, mancano tutte le parti cultura e spettacolo. insomma dai, buttare nel calderone anche l'informazione aggiornata dei quotidiani mi pare esagerato. Non siamo alle elementari, né alle superiori.. perché quando il liceo classico mi dava quotidiani gratis io li schifavo perché troppo poco maturo per apprezzarli. Allora chiudiamo tutte le librerie, le biblioteche, le edicole e buttiamoci sui tablet perché siamo nel 2014. tra l'altro, il quotidiano poggiato nei corridoi desta curiosità e spinge ad aprirlo e leggerlo più di un'app buttata su AppStore che sta lì ferma in attesa della mosca bianca che vada a scaricarla. insomma, avrei tolto quell'infelice frase. a volte non capisco da che parte stai, se dalla parte dell'informazione ragionata o se dalla parte del sensazionalismo mediatico. il quotidiano gratis è un servizio utile e indispensabile, anche in tempi di spending review. "Un uomo che legge ne vale due" buona giornata Fabio

 Fabio massima disponibilità a critiche
Perchè non hai commentato le altre notizie?
Quale sensazionalismo mediatico?
Sono solo letture di carte e documenti.
Rispondi chi decide quali quotidiani acquistare?
Secondo quale logica?
Se uno studente universitario ha bisogno di essere stimolato alla lettura dei quotidiani non abbiamo futuro in partenza.
  Io sono dalla parte di chi vuole sapere tutto sui soldi pubblici.
Tu dalla parte di chi?
La tua frase mi ricorda le stesse frasi all'inzio dell'inchiesta Tercas, Asl, Izs, Ruzzo, Cirsu, etc etc etc .
Pagliuzza o trave?
Grazie anche a te...andremo avanti.

Giancarlo Ultimamente capito di rado su questo blog Oggi ci sono capitato e ho voluto commentare -come alcune altre volte- Mi ha colpito molto quella frase E ti dico che sì, c'è bisogno di stimolare alla lettura! E te lo dice uno che ci sta dentro, tra i giovani. Per questo, BEN VENGA! Salviamo il salvabile e critichiamo il criticabile
Non capisco una cosa, tutti possiamo sbagliare anche nell'ambito lavorativo ma perché anziché dire è vero oppure dare delle motivazioni valide dell'errore, si attacca chi ha scoperto l'errore? Non capisco Come fa il Dott. Falconi ad avere ancora voglia di cambiare il futuro, perché a questo servono le sue indagini, non a crocifiggere infatti tutti ancora sono liberi..., dopo le ultime elezioni! Io sono profondamente deluso e amareggiato anche perché cambiare è sempre positivo, nuove menti, nuove famiglie che possono guadagnare qualcosa....
Rispondendo a Fabio. Chi frequenta l'università si presume legga i libri che deve studiare. Ben più di un quotidiano. Ma volendo anche rapportarsi positivamente. Perché non un pdf scaricabile con codice qr visto che si sono voluti i tablet? Volendo anche accettare il consumo di carta... Con 900 euro quanti espositori sono stati acquistati?
Della bicicletta e di chi nutre il dr. Falconi 1) NN CE NE PUÒ FREGARE DI MENO 2) SONO CAZZI SUOI. Dell'università, e quindi della cosa pubblica, che tutti noi cittadini manteniamo a suon di tasse, vogliamo ed abbiamo il diritto di sapere tutto, specialmente quando si tratta di SPRECHI. Il dr. Falconi, cosa che anch'io condivido, critica l'invito alla lettura dei quotidiani "con sperpero di denaro", e nn la lettura degli stessi, trattando infatti l'articolo di sprechi. Rafforzando poi il proprio disappunto per le parole usate in determina, che da un ateneo ci riportano indietro alla figura della mamma che accompagna il proprio figlio alle elementari tenendolo per mano. Lo stimolo alla lettura dei quotidiani, davvero grave qualora ce ne fosse bisogno in studenti universitari, dovrebbe essere dato nelle AULE da parte dei professori GIÀ PAGATI per il proprio ruolo educativo. EVITIAMO GLI SPRECHI. E ringraziamo chi si preoccupa di denunciarli. GRAZIE DR. FALCONI, CONTINUI COSÌ.
Non vorrei aggiungere altra carne al cuoco (Falconi) ma... Quanto mi piacerebbe se, con la sua maestria, preparasse una bella pietanza a base di GAL! La preparazione comporterebbe inevitabilmente lo scoperchiare una pentola stracolma di imbarazzanti quesiti e dal profumo non proprio appetitoso... Io ci spero, così, giusto per sapere e poi discutere insieme, filosoficamente, di come va questo mondo. Un abbraccio a tutti.
Caro Giancarlo, in tempi di vacche magre come quelli attuali, l’acquisto con danaro pubblico di un vestito da paggetto all’eventuale prezzo di 1000 euro, di un microfono all’ipotetico prezzo di 600 euro, di un espositore di quotidiani al presunto prezzo di 900 euro e via dicendo, rappresentano effettivamente circostanze che bene hanno fatto le sue fonti, qualora si trattasse di verità inconfutabili, a segnalarle e bene ha fatto lei ad evidenziale in questo articolo. Tuttavia dovrebbe sapere, Giancarlo, che una voce che incide in maniera tremendamente significativa sul bilancio dell’Ateneo di Teramo è quella inerente gli stipendi e gli oneri ad essi connessi del personale tecnico-amministrativo. Di TUTTO il personale tecnico-amministrativo, non solo di coloro che lei ha nominato nei precedenti articoli (e degli ulteriori che, forse, nominerà nei successivi). E dovrebbe sapere altrettanto bene, Giancarlo, che la causa di tale voce di spesa così ingente risiede nel fatto che tempo addietro, in periodi di vacche grasse, l’Università di Teramo ha assunto un numero imponente di persone che oggi fanno parte del suindicato personale tecnico-amministrativo. Per carità, non ho dubbi che si sia trattato in tutti i casi di “reclutamento” legittimo di gente con titoli idonei, fatto seguendo fedelmente le norme di Legge previste. Comunque, fatto sta che c’è stato un periodo in cui si è assistito a vere e proprie assunzioni “di massa”, che oggi costringono l’Università di Teramo a sopportare oneri in confronto ai quali i 1000 euro per il vestito da paggetto ed i 600 euro per il microfono sono bazzecole. Orbene, molti di quelli che ai tempi furono assunti dall’Ateneo teramano, seppure in modo perfettamente regolare e legittimo come ho detto e ripeto, ai più non è sfuggito – come non sfugge – avessero un grado di parentela con chi nella medesima Università già ci lavorava (e semmai ancora ci lavora). Un caso. Sicuramente un caso. Al 100% un caso. Però sarebbe interessante se anche da questa cosa lei, Giancarlo, ne ricavasse spunto per un ulteriore reportage. Ma non per denunciare qualcuno o qualcosa, giusto per mettere al corrente il pubblico di una curiosità. Chissà che andando a fondo su questa storia, lei, Giancarlo, avrà modo di rilevare che fra coloro che sono stati assunti REGOLARMENTE E LEGITTIMAMENTE diverso tempo fa e che PER PURISSIMO CASO ha un grado di parentela con altri storici impiegati dell’Università di Teramo, ci sia, guardacaso, la sua fonte ispiratrice per questo articolo, per quelli che ha scritto e per quelli che scriverà in merito alle vicende un po’ oscure del nostro amato Ateneo.
Salve, all'UniTe non sono ereditari i posti di lavoro? Basta vedere i cognomi che ricorrono. Fratelli, sorelle, mamme, figlie, amanti, interi clan. Io amo l'UniTe!
per Santacruz: Lei che nei Suoi commenti è sempre così attento alle parole, a non urtare la sensibilità di nessuno, da sembrare ma solo sembrare un po' schierato, in una difesa d'ufficio (per conto di chi?), va bene l'anonimato, ma potrebbe dirci che lavoro svolge, insomma la sua denuncia dei redditi. Perchè 900 euro di un abito utilissimo più 600 di un microfono "bagno oro" fanno 1500 euro che sono uno stipendio altissimo per quegli italiani che hanno la fortuna di avere un lavoro, ma al mese! (tranne per chi prende ulteriori incarichi) con cui pagare per una famiglia mutuo, bollette, figli eccetera eccetera e se ci esce, forse, anche un microfono 20 euro e un espositore per giornali ikea. Anche di quei dipendenti dell'Università "causa di tale voce di spesa così ingente" "una voce che incide tremendamente significativa sul bilancio dell'Ateneo". Dunque, vogliamo affidare a un solo blogger, Falconi salvaci tu! i destini di Teramo e dell'Italia tutta o vogliamo uscire da false retoriche e concentrarci su come vengono utilizzati i NOSTRI soldi. Lei che è così informato, ci illumini sulla rete di parenti, amanti (e peggio) dell'Università, della ASL, dello Zooprofilattico, della Regione, del Comune, della Provincia, del Ruzzo, del Braga, della Tercas, della Fondazione Tercas, della Fondazione dell'Università!! scoperchi il mondo, invece di distogliere solo l'attenzione da quanto viene denunciato, ma chissà che non trovi sulla strada anche qualche Suo parente! (e non ho detto amante o peggio).
Gentile sig.ra giovanna (scrivo il suo nome minuscolo perché probabilmente è di fantasia e, comunque, perché così l’ha scritto lei), ma che vuole da me? Il suo intervento appare tanto come “trapano del dentista che ha toccato il nervo scoperto”, sa? Il mio precedente post contiene la seguente CHIARISSIMA premessa: è giusto segnalare/denunciare l’utilizzo improprio, o evitabile, di danaro pubblico, anche quando si tratta di 1000, 600 o 900 euro. La mia professione, la mia dichiarazione dei redditi, 900+600 che fa uno stipendio altissimo di 1500… dov’è il nesso con ciò che ho detto io? E poi, se io non ritengo di dover commentare articoli come questo di Giancarlo postando vari “bravo”, “bene”, “bis”, non è che sto assumendo le difese d’ufficio di qualcuno per conto di questo qualcuno. I miei sono “pareri”, “punti di vista”, cara sig.ra giovanna. Altrimenti potrei dire che anche i suoi non sono “pareri”, essendo invero attacchi d’ufficio nei confronti di qualcuno per conto di qualcun altro. Ma non lo dico. Me ne guardo bene dal dirlo, perché fino a prova contraria voglio credere non sia così da parte sua (quella prova contraria della quale lei se ne infischia e parte in quarta accusandomi di scrivere su commissione). Quindi mi faccia la cortesia, legga meglio quello che scrivo e, dopo averlo fatto, conti fino a cento prima di replicare. Non ho mai detto che Giancarlo faccia male ad evidenziare sprechi ed incongruenze di quelle amministrazioni che gestiscono quattrini di tutti noi. Anzi, gli ho fatto presente a più riprese che fa bene (legga sig.ra giovanna, legga…). Ma sono libero di avere dubbi sulle reali motivazioni che spingono le fonti di Giancarlo interne all’Università a passargli certe notizie, mettendo in preventivo che siano più di natura personalissima e, quindi, che nell’animo delle medesime fonti sia relegata in subordine l’indignazione in generale per gli sprechi e per le cose che non vengono fatte in maniera totalmente regolare da parte dell’Ateneo? Sono libero di averceli questi dubbi senza che ciò significhi che sono d’accordo sugli sprechi? O no? Si, sono libero. Per cui siffatte perplessità (attenzione, perplessità e non certezze) le espongo serenamente e democraticamente. E le espongo non per il gusto di fare illazioni, ma come ulteriore spunto di riflessione sul quale eventualmente discutere. Perché è innegabile che, per esempio (sig.ra giovanna, per esempio!), se un impiegato di qualsivoglia Ente pubblico (non per forza l’Università quindi) denuncia il malsano operato del suo diretto superiore ma poi si viene a sapere che non l’ha fatto con l’intento di tutelare la collettività, ma sulla scorta del personalissimo risentimento dovuto al fatto che tal diretto superiore non gli ha concesso le ferie nel periodo che lui avrebbe voluto (per esempio sig.ra giovanna, per esempio!), allora per me – cittadino facente parte della suddetta collettività – quella denuncia dell’impiegato assume tutto un altro “sapore”. Spero di essere stato chiaro. Prima di rispondermi, sig.ra giovanna, sempre che abbia l’intenzione di farlo, legga quello che ho qui scritto una ventina di volte. Stia bene.
Scusi Santacruz maiuscolo, Santacruz di nome o di cognome? non è di fantasia il Suo?! mamma quanto livore! quando ho visto una mail così tanto lunga ho pensato che volesse svelarci un po' di parentele (e altro) purtroppo non è stato così, chissà perchè.. stia bene anche Lei
Buongiorno signori, un grazie al dott. Falconi che ci ospita, vorrei far riflettere chi legge, a me sembra che chi non ha coraggio di farsi riconoscere con nome e cognome ha il valore di una cicca masticata e sputata in un immondezaio. Leggo tante ipotesi di presunte illegalità su acquisti,su concorsi ed altro,signori qui c'è l'interesse a far passare un luogo di cultura e uno dei pochi enti ancora presenti sul territorio della nostra bella citta come un ricettacolo di delinquenti,non è cosi, io sono un dipendente di questa Università e vedo persone fare salti mortali per non far chiudere questa bella realtà che dovrebbe essere un vanto per tutti noi, non conosco tutti i fatti mensionati da tutti questi signori ben iformati ma chiedo a loro che stanno rendendo il mio posto di lavoro un inferno di fare una riflessione (ma realmente non avete capito che molto probabilmente il panettone lo mangeremo altrove?)nvece di perdere tempo a chiedere di indagare su questo e quello cercate di lavorare con diligenza e serietà in modo da dare un servizio eccellente agli studenti e rendere il nostro posto di lavoro un vanto per tutti noi, cerchiamo di essere diligenti e seri nell' espletare le pratiche come ci veniva richiesto nel giuramento di onesta e serieta che facevamo allo stato quando fummo assunti, forse io faccio parte di quella categoria che ha ancora rispetto verso gli altri verso le istituzioni e verso lo stato ma sono anni che si sputa veleno contro ogni vertice e ogni persona passata e presente che sicuramente ci mette l'anima per non far andare alla deriva questa bella struttura.Scusatemi se non sono d'accordo con voi ma vorrei essere orgoglioso del mio posto di lavoro adesso e sempre.Ringrazio la redazione per l'ospitalità e tutti quelli che aggiungono la firma al proprio scritto e provo pena per gli anonimi che vivranno sempre da conigli Guido Di Serafino
Sig.ra Giovanna "questa-volta-maiuscolo", confermo e ribadisco: ma che vuole da me? Lei scrive col paraocchi perché è un po’ disperatella nel difendere una posizione non meglio definita, o la sua è proprio ignoranza? Primo: non ho capito perché lei polemizza CON ME sulla questione delle assunzioni/parentele, quando io sono stato il primo ad aver fatto presente la cosa nel mio precedente intervento; Secondo: lei rivolgendosi a me dice che non bisogna fare falsa retorica spostando l’argomento dallo spreco di danaro pubblico agli assunti/parenti all’interno di Enti pubblici vari, poi vuole sapere, sempre da me, i nomi di tali assunti/parenti (insomma, su che ci dobbiamo concentrare sig.ra Giovanna "questa-volta-maiuscolo"? Si decida non appena l’arteriosclerosi le concede un po’ di tregua); Terzo: fa confusione di ruoli, sig.ra Giovanna "questa-volta-maiuscolo", pretendendo che un semplice commentatore come me si sostituisca al blogger Giancarlo. Chieda a lui i nomi degli assunti/parenti, è suo il compito di dirle se sti nomi li sa e, se li sa, se è sua intenzione renderli noti a lei ed al pubblico. Io ho detto che ci sono e che è un fatto notorio che ci siano, non ho mai detto di sapere di chi si tratti. Ed io che perdo pure tempo con una che un commento pubblicato su un blog lo chiama “mail”… Vabbè, se lei è davvero una donna, sig.ra Giovanna "questa-volta-maiuscolo", prenda questo mio tentativo di donarle un po’ di materia grigia come un gesto da gentleman.
Sig. Guido Di Serafino, sottoscrivo ogni sillaba di quello che ha scritto. Spero che i miei precedenti interventi inerenti questo articolo, per come li ho strutturati, non diano l’impressione – a lei ed a chi la pensa come lei – di contenere punti di vista in contraddizione con la mia condivisione del suo pensiero, trattandosi invero di commenti nei quali, in buona sostanza, ho affermato gli stessi concetti da lei evidenziati (basta leggerli bene e tentare di comprendere cosa ho inteso dire, eventualmente anche nei casi di qualche passaggio dove certe cose le ho esposte ”fra le righe”). Per quanto riguarda i post firmati con uno pseudonimo che secondo lei varrebbero quanto una “cicca masticata e sputata in un immondezzaio”, rispetto la sua teoria ma mi permetto di dissentire decisamente non ritenendo che i commenti “anonimi” siano tali perché scritti da chi non ha il coraggio di farsi identificare. Si tratta semplicemente della facoltà concessa da Giancarlo Falconi di intervenire su questo sito senza rendere noti i propri nome e cognome, grazie alla quale (facoltà) viene garantito - per come la vedo io - lo scambio di opinioni sui singoli articoli che altrimenti si ridurrebbe ad un condensato di frasi altamente retoriche (tenga presente che se fosse vero il suo giudizio sui post anonimi su “I Due Punti” il 95-98% di essi non avrebbe senso, ergo non avrebbe senso l’esistenza stessa del blog). Per quanto mi riguarda, quello che lei ha detto nel suo post ha molto valore e ne avrebbe avuto in egual misura anche se lo avesse firmato con uno pseudonimo. La saluto, buon lavoro.
@Guido Di Serafino dipendente Università, le Istituzioni non si rispettano ignorando o sorvolando su eventuali usi impropri delle stesse. Cosa avrebbe da temere dalle inchieste se l'Università fosse stata amministrata correttamente? Riguardo ai suoi giudizi su chi non si firma con nome e cognome per commentare un argomento, non li condivido ma li rispetto. Però non mi sembra che ci voglia coraggio per fare sviolinate al proprio datore di lavoro, il quale potrebbe anche decidere di far mangiare il panettone altrove a qualche dipendente se lo ritenesse opportuno. Quando i fatti nemmeno si conoscono, sarebbe preferibile un anonimo, o se vuole firmato, silenzio.
Non capisco perchè Santacruz ha la necessità di offendere, qualcuno mi può aiutare a capirlo? Forse Lei, Sig. Guido Di Serafino? Io avevo capito che l'Università fosse un luogo con tanti parenti in armonia, invece il Sig. Guido dice che i bene informati, i bene informati "stanno rendendo il suo posto di lavoro un inferno", che vede persone "fare i salti mortali", ma allora aveva ragione Falconi a parlare di circo!? Non capisco, neanche con un po' di materia grigia donata (sarà perchè non è stato proprio un vero gesto da gentleman)! Sono d'accordo che "chi non ha il coraggio di farsi riconoscere con nome e cognome ha il valore di una cicca masticata e sputata dentro un immondezaio". Però ho seguito lo stesso i consigli del maestrino (o maestrina) e ho letto almeno venti volte. Ho letto il bilancio preventivo 2014 dell'Università, che è pubblicato on-line (va bene dire on-line?). Spero per lui che non abbia ragione il Sig. Guido, impiegato dell'Università, che ha paura di mangiare il panettone altrove. Perchè io pensavo che Unite fosse un posto in armonia con tanti parenti e perchè l'altro giorno in televisione hanno detto che le risorse umane in un'azienda sono la vera ricchezza. Non capisco. Così ho provato a leggere ancora e a vedere se Unite l'aveva capito e l'ha capito. Infatti in Fondazione c'è tanto altro personale. No qualcosa non capisco di nuovo. Qualcuno mi aiuti a capire. Volevo tanto venire a lavorare da Unite (o in Fondazione) ma così non ci voglio venire più! Ho letto anche che un certo O. Wilde (si scrive così?) ha detto che non si deve discutere con gli idioti perchè prima ti portano al loro livello e poi ti battono con l'esperienza. Parlo in generale, non mi riferisco assolutamente a Lei, Sig. Guido Di Serafino, che ha avuto il coraggio di metterci la faccia (ma anche la penna?).