"Non vogliate negar l'esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" Ha ragione il maestro Flocco, tra la gente a mormorare d'emozione. Il Sabato della Coccagna è stato intenso, surreale, rivoluzionario, il pifferaio con il piffero in mano, un flauto magico e riflessione. La rivoluzione che si scontra con la reazione. Implosione di ignoranza che semina dubbi e rimorsi. La cultura che muore e risorge fenice dalle sue ceneri. Una lunga passeggiata per il corso San. Giorgio, tra cadute e immersioni nella protesta. Un quintetto cherubino vestito in mimetico e caschetto, perchè a Teramo la Cultura, si nasconde di vergogna dietro i pret a porter delle confezioni, soffocata da quel talento che non ha cuore... ma Cartellone. Vorrei chiedere, mi piacerebbe sapere, quanta di questa cultura rivoluzionaria, sia stata lontana dai favori della politica. La dolce Coccagna, Mauro Baiocchi, Enrico Melozzi, che parlano di protesta, di un comunale okkupato dalla forza del potere, quanto siano stati in passato o nel passato recente fuori da questo meccanismo? Quante volte abbiano rifiutato i compromessi dei patrocini o delle sponsorizzazioni? Quante volte abbiano corteggiato gli Assessori alla Cultura? Se al posto della Riccitelli, avrebbero avuto apertura o chiusura con i giovani emergenti. Vorrei sapere ancora qualcosa sull'affitto del Comunale, sulla Primo Riccitelli, su quel negozio che non c'è più, vendeva piante e una volta vestiti. Vorrei sapere di quegli affitti perduti nel bilancio tra il dare e l'avere. Vorrei sapere se si parla ancora di zero euro per la gestione del Cineteatro. Ecco un'altra cultura fondata non da una domanda, ma dall'attesa di una risposta. Autocritica e falsa morale. Interferenze è uno spettacolo sociale, urbano, umano, ma viene sconfitto dalla satira quotidiana, dal teatro degli apparenti. La scalata del teatro comunale, la liberazione contro l'omologazione dei talenti è nulla in confronto, all'ironia della presentazione del meraviglioso libro di Fabrizio Primoli sulla storia del teatro cittadino. Presentato alla Banca di Teramo nella Sala Carino Gambacorta, il sindaco che decise con il consiglio comunale, il suo abbattimento nel 1959. La cultura è anche rispetto e forse vergogna. La storia si ripete. Ha ragione il Maestro Flocco, dicevo...l'arte è l'inconsapevolezza della provocazione...semplicemente istinto. Oggi mi sono emozionato con una semplice Interferenza(e)...grazie.
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