Cari lettori, secondo voi, l'ex Direttore Generale della banca Tercas, Antonio Di Matteo, ha potuto organizzare la bolla immobiliare tutto da solo?
Nessuno sapeva niente?
Altra domanda di arredo e corredo.
Come mai il Commissario Sora non ha sospeso in maniera cautelare i dipendenti, che hanno subito una perquisizione o comunque avvisati dalla Procura di Roma?
Dubbi concreti che sono stati trasmessi anche dalla Consob, ovvero, la Commissione Nazionale per le società e la borsa.
Che cosa avrebbe riscontrato?
1) Irregolarità nella tenuta delle registrazioni.
2) Irregolarità relative all disciplina dei conflitti d'interesse.
Tutto ciò che ruotava intorno alla vendita e compravendita di azioni e di altri prodotti finanziari.
Periodo 1 Febbraio 2009/ 4 Maggio 2012.
La mancata etica dell'operatività a discapito della clientela.
Infatti l'intermediario avrebbe prospettato alla clientela la conclusione di operazioni di vendita che prevedessero alle scadenze concordate, un riacquisto del titolo, il cui prezzo di rimborso veniva determinato in modo tale da corrispondere al cliente il tasso concordato.
Tutto ciò non sarebbe stato registrato in nessun verbale e quindi non dimostrabile.
La Banca in questo caso avrebbe perseguito solo ed esclusivamente il proprio interesse.
Coinvolti dall'attenzione della Consob una decina di dipendenti che orbitano intorno al management delle aree commerciale, finanziaria e territoriali.
Le sanzioni, se le deduzioni non saranno ritenute capaci di suffragare le memorie difensive, andranno da 2500 euro a 250.000 euro.
Il commissario Sora continua a mantenere la stessa formazione del buon Di Matteo...tranne per il caso dell'ex capo del personale, Edoardo Esposito, che è destinato a pagare per tutti.
La verità è un virus pericoloso.
Nel frattempo la posizione dell'Avv. Samorì nell'inchiesta Tercas sarebbe stata chiarita dal colloquio tra l'imprenditore emiliano e il gip Vilma Passamonti.
Si leggeva nell'ordinanza" cospicue somme di danaro (fino a 49 milioni di euro) a titolo di finanziamento in carenza dei presupposti di merito creditizio a fronte della disponibilità ad effettuare operazioni di acquisto con patto di rivendita di azioni della banca (cosiddetto Portage).
L'accusa per Samorì e una ventina di altri indagati era associazione a delinquere transnazionale finalizzata a reati che vanno dall'approvazione indebita fino alla bancarotta.
"Creditori per oltre 20 milioni di euro e non complici in un'associazione a delinquere", ha ripetuto più volte Gianpiero Samori.
Per il coriaceo imprenditore modenese sarebbe rimasto in piedi solo l'avviso per l'ostacolo alla vigilanza.
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