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Il cancro della politica abruzzese

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Adelmo antonucci andrà via? Il Professore Antonucci, l'eccellenza della chirurgia anti cancro, andrà via? Siamo stanchi di essere la terra di mezzo. la terra di nessuno, terra di conquista, vorrei altro per la mia gente. la speranza di essere un esempio, un valore, un' etica. Il rispetto per le nostre scelte. Una politca che ci rappresenti. Avevamo sottoscritto un appello. Anticipato e seguito da decine di lettere di malati e di miracoli della scienza. Antonucci è una persona che fa i miracoli. Sarà guidato dalla mano di Dio, come volete amici di fede, ma è pur sempre un uomo da proteggere. Da mettere sotto scorta e protezione. Noi invece gli diamo un calcio in nome della meritocrazia segnalata. L'ossimoro della nostra esistenza. Queste è l'ennesima lettera di un'amica speciale di Antonucci. Questa è la nostra rabbia. Stralci di risposta alla Cisl medici Aquila, che non ci ha sorpreso, ma solo deluso.

"Last but not least, il terzo punto che riferisce ad un passaggio preciso della sua nota: […] attraverso un percorso formativo avremmo […] potuto dare quegli strumenti a qualsiasi nostro giovane chirurgo per acquisire le competenze che ha il dottor Antonucci […]”. Ho letto e riletto più volte questo passaggio e davvero, a seconda di come lo leggo (con animo aperto o con pregiudizio), comprendo cose differenti. La prima interpretazione che ho dato (e credo sia quella giusta) è che l’Ospedale dell’Aquila avrebbe potuto, dovuto, approfittare della presenza di Antonucci costruendo per i giovani talenti dell’università dell’Aquila una corsia preferenziale per potersi formare accanto a lui, imparare con le loro mani accanto alle sue mani. Poi una mia amica, più maliziosa di me, me ne ha suggerito un’altra. Me ne scuso in anticipo, ma lo dico solo per farle capire che alcune cose non erano proprio chiarissime. Tale interpretazione suggerisce che lei intendesse dire che quello che fa Antonucci potrebbe farlo chiunque previo “percorso formativo”. No. Non può essere. Questa davvero non può essere! Provi a chiederlo a quelli che sono stati operati da lui, salvati da lui. Provi a chiederlo ai malati di cancro, a quelle persone che dalle sue mani hanno tratto nuova speranza. Non avrà difficoltà a trovarne, vista la quantità di interventi complicatissimi che ha fatto. Bastava affacciarsi all’incontro di Humanitas della settimana scorsa per ascoltarli, per capire, per entrare nella loro disperazione. Lì ce n’erano oltre 200. No. Non può proprio essere. Sa, è un peccato che il sito su cui è stato pubblicato l’articolo non consenta di inserire commenti. Avremmo potuto forse dialogare meglio e aprire il dialogo anche agli altri. Forse non tutti vedono solo quel pezzo di verità che vede lei. O forse, direi, molti vedono altri pezzi di verità distanti, antagonisti, altri rispetto a quelli che vede lei, verità con colori meno cupi e con respiri più profondi. Non vuole essere un giudizio di valore, me ne guarderei bene, ma mi vengono in mente le parole di un mio Professore dell’Università che saggiamente soleva dire: per ri-conoscere bisogna conoscere. Sappiamo vedere negli altri solo ciò che abbiamo dentro di noi. Era questo quello che, credo, volesse dire". (Rosanna Casasanta)

Mi vergogno.
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Commenti

Pena. Che altro possiamo provare? il Dott. Antonucci se ne andrà perchè noi, noi abruzzesi, non siamo stati in grado di apprezzare il suo talento, le sue doti, le sue capacità... una curiosità tutta personale per la Sig.ra Cicogna: se un giorno, un domani lontano (e le auguro davvero che non arrivi mai) lei dovesse averre bisogno di un chirurgo, davvero si affiderebbe a uno dei tanti o cercherebbe il meglio? sono pronta a scommetere che farebbe di tutto per avere il meglio, come hanno fatto tutti i malati che Antonucci ha salvato con le sue mani miracolose... perchè togliere questa facoltà ai malati di oggi? noi potremmo essere quelli di domani... è davvero triste questa storia, perchè parla anche di insensiblità e freddezza verso una categoria talmente vulnerabile, quella dei malati di cancro, che andrebbe invece tutelata ad ogni costo e non lasciata nelle mani di un chirurgo qualsiasi... basta con questo qualunquismo!!!
non ti conosco cara Rossana, ma grazie per le tue parole...da aquilana sono indignata!!! spero che tutto questo rumore possa servire a trattenere Antonucci qui da noi... FACCIAMOCI SENTIRE!!!
Definire miopi i politici abruzzesi a questo punto è davvero troppo poco. Non si può lasciare andar via un patrimonio come ANTONUCCI.
Sono senza parole. Quanti abruzzesi non si potranno piu' valere dell'aiuto del dottor Antonucci? Quanti medici dovranno ancora andarsene prima che finisca questa guerra dei poveri? (Vorrei qui brevemente osservare che un bravo chirurgo che attira pazienti da altre regioni, porta soldi aggiuntivi all'ospedale e quindi alla comunita' tutta, per cui e' una perdita non solo per i malati.) Il mondo dei medici e' un mondo pieno di grandi persone, ma anche di piccoli omuncoli con interessi privati. Non c'e' nulla di peggio dei chirurghi che operano unghie incarnite e che per invidia e desiderio di potere dannegiano la comunita' in cui invece dovrebbero operare. Mi dispiace che Antonucci vada via e mi dispiace che alcuni suoi colleghi invece di unirsi in un coro di proteste e di utilizzare questa occasione per denunciare le difficolta' di chi desidera far bene il proprio lavoro, si siano semplicemente sentiti piccati perche' : "lui si e noi no, cos'ha lui piu' di noi?!"...forse, in effetti, non ha qualcosa in piu', ma qualcosa in meno: la mediocrita'.
Si, Simona, la vera domanda è questa: quanti medici dovranno ancora andarsene prima che finisca questa guerra? La nota della CISL medici dell'Aquila,firmata da Sabrina Cicogna, era molto pesante. Giancarlo - che ringrazio perchè il suo appoggio non ci manca mai - ha necessariamente tagliato la mia lettera, ma in quella nota più di tutto colpisce l'astio. Nella nota Sabrina Cicogna si lamenta perchè Cialente "spende il suo tempo a vantare le grandi doti professionali del dottor Antonucci" . Ma se Adelmo Antonucci è uno che sa fare bene il suo mestiere, perché è un problema il fatto che Cialente lo dica a chiare lettere? Né mi sembra che Cialente, pur vantando le capacità di Antonucci, abbia denigrato gli altri. O forse l’ha fatto? Se così fosse, sarebbe importante saperlo. Non dovrebbe forse essere piuttosto felice, Sabrina Cicogna, di veder riconosciuta pubblicamente la competenza di un medico (quindi di un professionista che lei, da sindacato, dovrebbe tutelare), competenza indiscutibile, mi pare, stando alla quantità di attestati di stima che ha ricevuto e continua a ricevere? O lei ritiene, piuttosto, che tale competenza sia discutibile? Ci interessa capire, come cittadini, come malati e come malati potenziali (categoria alla quale, mi pare, nessuno di noi si possa sottrarre), ci interessa capire se abbiamo preso tutti un grande abbaglio. Ch tristezza quelle parole! E ancora più tristi le parole che seguono “ignorando tutti gli altri”, che suona come un alibi perfetto per un risentimento di cui non si intende assumere la pubblica paternità. Sono parole che evocano certi burocrati ambienti che tanto bene conosco, dove tutti sono bravi e tutti sono belli, con valutazioni tutte uguali, perché nessuno è meglio di un altro.
Non sono sorpresa! La politica sanitaria abruzzese ha cercato di salvaguardare il bene della Comunità facendo poco o niente per trattenere, nei nostri ospedali, i medici eccellenti, che volontariamente (sic!) hanno preferito il trasferimento. In fondo l'Abruzzo fa parte del Mezzogiorno. Come osa, il dott. Antonucci, realizzare un polo di eccellenza oncologica all'Aquila con il rischio di bloccare, a metà strada, l'esodo di malati di cancro dal Sud al Nord? Con quali pretese mette a rischio il pregiudizio consolidato che al Sud la sanità non funzioni? Ironia Amara
sono sempre più senza parole...a quanto pare i miracoli non sono ben accetti nel nostro caro Abruzzo...risultano troppo scomodi a chi è incapace di farli...siamo arrivati al punto in cui se sei bravo è meglio allontanarti così da non far sfigurare gli altri! si fà tutto il contrario di quello che andrebbe fatto! si sceglie sempre la strada più facile invece che quella migliore...sono nauseata.
Il mio primo pensiero?…."sono sempre i migliori quelli che se ne vanno"…tuttavia, quando le cause sono al di là delle possibilità umane ci si rassegna ma, quando sono dovute all’ignoranza, l’ invidia o peggio ancora la stupidità, come si può accettare? La consapevolezza, poi, che di queste persone non solo ce ne sono tante, ma spesso anche investite di poteri decisionali a cui bisogna sottostare, mi getta davvero nello sconforto. Basta!..non se ne può più!
Da quando abbiamo il nuovo vice-re il deleterio Modello Teramo si avvia a diventare Modello Abruzzo, si salvi chi può! Ma chi è che si meraviglia della CISL? Sia essa del medici, dei metalmeccanici, dei bancari e/o di tutto quello che volete voi solo e sempre acquiescenza al potere dispensatore di favori, carriere e prebende soprattutto a chi non merita.
Ancora una volta la Sanità come crocevia delle misteriose e contraddittorie trame del potere. Antonucci è una eccellenza, riconosciuta, indiscutibile. Lo è in un settore del sapere che più degli altri ha una incidenza diretta e decisiva sulla vita degli individui: la medicina. Lo è in una specialità della medicina che più delle altre ha a che fare con la sofferenza, la speranza, l’orizzonte prossimo, il futuro: la “chirurgia anti cancro”, come la definisce l’articolista. Eppure va via. E’ costretto ad andar via. Perché? E’ nel tentativo di dare una risposta che la Sanità, come crocevia delle misteriose e contraddittorie trame del potere, si complica di inestricabili percorsi. Antonucci può andar via perché è facilmente sostituibile, perchè è sufficiente un buon corso di formazione che addestri come è addestrato lui, giovani chirurghi. Antonucci va via perché inascoltato da chi potrebbe valorizzare al massimo il suo talento e, dunque, il suo mettersi al servizio della comunità, e non lo fa, per sciatteria, per incapacità, per superficialità. Quale sia la risposta, resta una sensazione di sgomento di fronte a tanta inettitudine mostrata da chi governa la sanità regionale.
il vero cancro della politica è la politica stessa. politica che permea ed invade qualsiasi campo, qualsiasi spazio, qualsiasi fonte di reddito....