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Regione Abruzzo: Padre Serafino e Lanfranco Venturoni

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Il 22 Maggio ricorre il secondo anniversario della scomparsa di Padre Serafino. La Piccola Opera Caritas di Giulianova. In realtà il santo padre non è morto. Vive, si agita, scrive, sorride, nei cuori delle persone che hanno amato il suo essere speciale. Un uomo che ha creato l'impresa del bene. Duecento impiegati, 240 ragazzi assistiti ogni giorno. Una realtà speciale, che vive grazie al cuore e all'anima di tanta gente. La sua agenda rossa, il suo ufficio, la sua mensa per le persone che hanno difficoltà economiche, i laboratori artigianali, l'affetto che provava per le persone. Quando qualcuno gli faceva notare che assumeva personale con poche capacità, rispondeva" Licenziate chi è capace, troverà un altro lavoro, noi teniamoci stretto chi ha problemi e ci darà tutto". Il suo medico era Lanfranco Venturoni. L'ex assessore regionale della Sanità. Lo ripeteva come una litania. Aveva fiducia e credeva nelle sue capacità e nella sua generosità. Credeva alla sua parola. Alle sue promesse. La realtà, purtroppo, sembra smentirlo. In questo momento la piccola Opera Caritas vanta dei residui di credito con la regione Abruzzo di circa 6 milioni e mezzo di euro. Residui di credito che riguardano le annualità 2007/8/9/10. La gestione di Bilancio costringe l'amministrazione della struttura fondata da Padre Serafino a chiedere delle anticipazioni bancarie per pagare gli stipendi. Vi rendete conto che significa in termini di interessi passivi? Perchè? Perchè la regione Abruzzo non paga la piccola Opera Caritas? Dott. Venturoni, che cosa ci racconta?

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Commenti

Ci racconterà le solite balle, condite da lacrime di coccodrillo.
LA domanda non va posta solo al Dott. Venturoni, lui è solo il politico che si trova ad essere qui adesso. Forse ci si aspettava qualcosa di più dal Dott Venturoni verso la Piccola Opera Caritas visto i rapporti di fiducia tra Padre Serafino e lo stesso Venturoni, ma ad oggi non è così. La parola "politica" deriva dal Greco antico e precisamente da un sostantivo "Polis" che vuol dire "città" (nell'antica Grecia ogni città coincideva con uno stato sovrano ed indipendente), e da un verbo che "tukos" che vuol dire letteralmente "condurre per mano". La parola Ministro è composta di 2 termini: "Minus" comparativo di minoranza dell'antico latino che si traduce: "inferiore", "al di sotto di" ed un sostantivo di origine indoeuropea "ter" che vuol dire "popolo": quindi la parola Ministro può essere tradotta in Italiano come segue:" al servizio del Popolo" (che gli paga un lauto stipendio per tutta la vita). Purtroppo i politici (che fanno i ministri ed a livello locale gli assessori) non hanno idea di cosa significhi "condurre per mano" o "essere al servizio di". Che possiamo fare oltre che pagare un lauto stipendio a questi signori? Lamentarci e continuare così? Troppo Pirandelliano! Batterci il petto e disperarci? Troppo Kafkiano! Io penso che una cosa dobbiamo fare: ritrovare l'orgoglio e la dignità di essere uomini liberi che sanno dire a queste persone (che sono nostri dipendenti: gli paghiamo lo stipendio!): basta! Andate a...casa. Su un trattato di Chirurgia c'è scritto "preziose mani sottratte alla vanga". I nostri politici stanno tirando la corda, la stanno tirando troppo, sepre più pensano ad autosostenersi, ad autoproteggersi, ad autoassegnarsi benefit e a giocare con la dignità di essere uomini liberi dei loro datori di lavoro che siamo noi. Io penso che non dobbiamo aspettarci nulla da queste persone, nè parole nè tantomeno fatti. Una cosa possiamo fare, se non ci stanno bene: mandarli a casa alla prossima elezione! Ma se li teniamo lì allora dobbiamo stare supinamente zitti con la vasellina in mano