Che dire quando si arriva alla fine dell'inizio di un'inchiesta? Perchè vi assicuro che quando si parla di rifiuti, non esiste mai una fine e un inizio. Nulla. Solo una forte puzza. Sudore. Quello della povertà d'animo. Quello della ricchezza dell'amicizia, con il buon Leonardo Codirenzi. Il pattume è nato con l'uomo e con i topi. Tutti insieme per la vita. Il mio pensiero è per gli operai della Teramo Ambiente e per quell'ambiente malsano di Carapollo. Dove tutto sembra protetto da una giustizia legata con una benda sugli occhi. Prime domande: Chi dovrebbe controllare la sicurezza degli operai? Chi firma? Chi dovrebbe rassicurarci sul lavoro e sull'igiene? Chi paghiamo attraverso la Tia? Ora vi racconto l'inferno di Carapollo. Lasciate ogni speranza...voi che entrate. Il percolato che fuoriesce da container che non sono a tenuta stagna. Lo stesso prodotto dei rifiuti che finirebbe nel pozzetto delle acque bianche. Vasche nuove a tenuta stagna, che sono smontate al centro del piazzale. Impianto di triturazione fermo da mesi. Impianto di abbattimento delle polveri sottili da carico e scarico rifiuti, non sarebbe funzionante o non messo mai in condizione di funzionare. L'autofficina non sarebbe a norma. Ci spiegate come sia possibile definire questo luogo un posto di lavoro? Ci piacerebbe una dichiarazione dell'Amministratore Delegato Stefano Gavioli, dei vertici Te.Am, del sindaco Brucchi, dell'Opposizione. Gli operai meritano di lavorare senza rischiare di ammalarsi. Teramo non ha bisogno di un'emergenza ambientale. Chi disinnesca questa bomba ecologica? Guardate le foto, guardatele bene. C'è tutto.
Ps1: Non finisce qui...il brutto deve ancora venire...
Ps2: Queste foto sono state scaricate dal sito....quel fortunatodifalconitrovatuttoinunplicoanonimo.it
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