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Morire in Ospedale

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Questa è una storia che non avrei voluto scrivere. Il Signor G. (iniziale casuale) sarebbe scomparso lo stesso, ma avrebbe dovuto avere un altro rispetto. La cura è un valore umano. La medicina rimane una missione. Ippocrate non era un falso. Questa è una storia di un’organizzazione ospedaliera, che va quanto meno rivista. Questa è una storia che fa male a chi scrive e a chi la leggerà. A questa storia seguirà un esposto al Tribunale del malato.
Il Signor G ha meno di 70 anni. Un’operazione alla vescica e un primo ciclo di chemioterapia. Maggio-Giugno 2009. La Chemio è molto forte e il valore delle sue piastrine è un motivo più che sufficiente, per un primo ricovero di urgenza. Agosto 2009. Ospedale Civile di Teramo. Dopo un mese le sue condizioni migliorano. Il Signor G è una persona speciale. Altri esami. Pet e una Scintigrafia ossea nelle Marche. La colonna vertebrale presentava dei puntini neri. Gennaio Febbraio 2010 nuovo ciclo di chemioterapia. Ripetuto nei mesi di Ottobre e Novembre 2010. Le piastrine continuano nei loro balzi impazziti. I valori continuano a preoccupare.Viene di nuovo ricoverato nel Dicembre 2010. Esattamente il 28 Dicembre. Il reparto di Oncologia non aveva un posto disponibile.Il Signor G viene ospitato nel reparto di Otorinolaringoiatria.

Qui inizia la nostra storia. Qui inizia la rabbia. Il dolore. L’incredulità. Otto Gennaio. Padre e figlia. Un unico abbraccio. Il Signor G rimane bloccato. Il suo corpo non risponde. I suoi muscoli non ascoltano il cervello. La figlia cerca di soccorrerlo. Un’emorragia cerebrale si scoprirà dopo, molto dopo. Il genero cerca aiuto. Nel reparto un medico risponde ” Non è un mio paziente. Io sono un otorino”.

La corsa nel reparto di Oncologia. L’unica dottoressa in servizio durante le vacanze dell’Epifania è in visita e in quel momento, si dichiara impossibilitata all’intervento. "Sono sola". Intanto nella stanza invisibile, figlia e padre si uniscono in un unico abbraccio. Dalle ore 10 alle ore 10 e 50, nessuno è andato a visitare il Signor G, che rimane immobile, pallido, lontano. Alle ore 10 e 52 dal reparto di Otorinolaringoiatria parte una telefonata al 112. Il genero chiede aiuto ai carabinieri. La vita è fatta di coincidenze. Sarà stato l’intervento divino o forse di un maresciallo della benemerita. Dopo cinque minuti corrono tutti. Una maratona. Oncologo, neurochirurgo e una tac in dieci minuti. Il Signor G muore alle ore 14,03. Meritava un'altra storia. Un altro finale. Era una persona speciale. Era una persona.
 

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Commenti

NO!!! Alla famiglia vanno le mie inutili ma sentite condoglianze con una richiesta: GIUSTIZIA!!! L'otorino, l'oncologa, infermieri vari.... DEVONO ESSERE LICENZIATI IMMEDIATAMENTE!!! Perchè quello che vi è accaduto non possa ripetersi con altri... vi prego andate fino in fondo!!! Mettiamo sulla strada 10 famiglie... bè potevano pensarci prima, nel mondo vero (non quello degli amici e della sanità) se faccio male il mio lavoro vado a caa.. con buona pace della mia famiglia!! I due dottori della storia devono prendere il loro bel pezzo di carta pergamena e pulircisi il culo... la scottex vale di più!!!
Maurizio non essere così cattivo, magari era troppo impegnato a decidere gli optional del suo nuovo suv................stupida battuta a parte, purtroppo la leggerezza con cui svolgono il loro lavoro molti medici è una cosa risaputa, per non parlare delle guerre interne ai reparti che, nel silenzio, provocano sofferenze atroci................
Conosco, personalmente, queste attitudini nel nostro Ospedale Civile... Trenta anni fa per ottenere attenzione da parte del personale sanitaria bisognava farsi sentire a gran voce e chiamare i Carabinieri... Oggi, trent'anni dopo la situazione è notevolmente peggiorata... non diamo, ancora una volta, colpa allo stato, ma alle singole persone che non svolgono con passione e professionalità le loro professioni... così in ogni campo... se la nostra società è invivibile non è per colpa di chi governa, ma nostra! Grazie ...
....queste sono le cose che mi fanno rabbia...e mi danno fastidio!!!
Dove siamo arrivati? Ma dove arriveremo?
Sette gennaio 1926, nasce in Via Getulio a Teramo, dopo una supplica di mia nonna Albina a Sant'Antonio, mio padre. Settant'anni dopo, il nove gennaio 1996, muore in una corsia del Mazzini; nascosto agli altri da un paravento (morire nel nostro paese, pare sia una vergogna oltre che un lusso) in seguito a un male incurabile. Tre giorni di agonia, iniziati la sera del cinque gennaio. La sera prima della morte, rincorro un medico per il corridoio in cerca di inutili conforti. Il dottore rallenta, fa un passo e sporge all'indietro il collo per buttare un'occhiata professionale su mio padre intubato e sotto dopamina. Seguono testuali parole pronunciate da un professionista nell'esercizio delle proprie funzioni sociali, dinanzi a un testimone: “Quello là, a domani non ci arriva...”. Il mio papà morì fra le mie braccia e quelle di mio cugino, alle una e trenta, del nove gennaio millenovecentonovantasei. Quel medico, non azzeccò la diagnosi: papà ci arrivò al giorno dopo!
...una storia terribile...un dolore ineguagliabile...una rabbia condivisa...
non era solo speciale,ma ERA ED E' MIO PADRE

Per Anonimo....grazie...Questa storia non finisce qui...Promesso.

mia madre... un intervento a chirurgia oncologica, un ricovero a chirurgia vascolare: nessuno l'ha mai lasciata (ne io lasciavo loro). Fortuna? no, semplicemente ho trovato parte di quei medici e infermieri che son li non solo per aspettare fine mese! In questo caso non mi capacito di tanto non senso del lavoro oltre che dell'insensibilità dimostrata...mi capacito però della mancanza che possa sentire un figlio. Andate avanti: questa gente va mandata via.
Caro Giancarlo, quando leggo storie come questa mi cadono le braccia. E la rabbia che inizialmente, umanamente provo lascia il posto a mille dubbi e mille perché... E mi chiedo quindi a cosa servano gli ospedali, a cosa servano i piani sanitari, a cosa servano le programmazioni, i budget, i tagli, i direttori s...anitari, i manager, i medici, i primari... Mi chiedo a cosa servano i dipartimenti che sostituiscono i reparti, mi chiedo a cosa servano gli accorpamenti, le reperibilità, i turni notturni e festivi, il giuramento di Ippocrate... Mi chiedo a cosa servano quei camici bianchi, i lavori per l'umanizzazione delle corsie di degenza, le riqualificazioni, gli ECM, le incentivazioni del personale... Manca l'umanità, manca l'umiltà, manca la professionalità... porca miseria. A cosa servono tutte quelle cose quando manca la capacità di essere uomini, prima di essere medici?
mio padre, ormai son passati quasi 20 anni 2 mesi di ricovero a Teramo - epatopatia alcolica 10 minuti di visita di un professore di Bologna trasfrimento ed operazione a Bologna per tumore al pancreas, spero nella loro buona fede, ma questo è un lavoro dove la competenza ha la sua importantanza
potrei essere io, o mio padre.... mia mamma.....
dienticavo mio padre non era un assiduo bevitore, anzi
La mia solidarietà alla famiglia. Ho letto per caso l'articolo che gira come una catena su Internet. Senza Parole. Un abbraccio a voi.

Care persone sono un figlioa che per motivi di salute dei suoi famigliari ha passato mesi nel reparto di oncologia e ho potuto farmi una idea sulle gravi carenze che affliggono quel reparto. Innanzitutto la convivenza con gli ammalati di due reparti diversi che crea tanta confusione da parte degli infermieri e del personale tutto. Ho parlato con gli infermieri e con i medici e la risposta e' che la direzione non può cambiare lo stato delle cose...ma come può cambiare lo stato delle cose una direttrice presso la quale mi sono rivolto per protestare e che non e' mai in servizio e che mai si e' fatta vedere nel reparto per mesi e mesi...una vera incapace imboscata probabilmente impegnata nella sua opera di nulla facenza in qualche parrucchieria.. Il personale l'ho visto stressato, qualche volta un po' scortese, ma come non potrebbe davantina tanto abbandono? Ma avete visto il casino delle ecografie che tutti i giorni vengono fatte nel corridoio aumentando la confusione e la pressione sul personale che lavora??? Anche io ho potuto vedere prima per mia nonna e poi per mio padre in questi mesi come lavorano i medici, come debbono allontanarsi per molto tempo dal reparto per andare a curare gli altri malati ricoverati in appoggio negli altri reparti..e la direzione che fa? Perché non prende provvedimenti? La risposta e' che questi bastardi che ci governano se ne fregano dei probllemi di noi normali cittadini.. Loro vanno nelle cliniche a pagamento e capirai che gliene frega dei nostri disagi. Vorrei sbattere questi inetti di direttori di direttrici nelle corsie dove rimangono appoggiati e vedere se le loro facce di xxxx mantengono lamstessa arroganza...

credo che nel reparto otorino di teramo il trattamento riservato a tutti i pazienti,sia unico e speciale.parlo x esperienza personale.sia i medici che gli infermieri sono dotati di particolare umanità.sono stata anchio con mio padre ricoverato in appoggio lì,e anch'io l'ho perso.posso solo dire che mio padre nn è stato mai un numero,tutti lo salutavano e lo chiamavano x nome,ed io e la mia famiglia ci siamo sentiti quasi coccolati,tanto da nn voler andare nel reparto di oncologia.quando mio padre è volato via non ci siamo accaniti contro nessuno,spoprattutto per il rispetto dell'uomo che mi ha insegnato a vivere.era malato di tumore,e quando è arrivato il suo momento abbiamo compreso che doveva morire in pace.accanimento terapeutico?noooooo.gli infermieri hanno pianto con noi,ed è questa la vera umanità.mio padre era una persona speciale,e nn dimenticherò mai il calore trasmesso da coloro che lo hanno assistito.....impariamo a non puntare il dito,ma a stringerci la mano con il cuore e non con la rabbia.....

Io credo nella differenza delle varie esprienze tutte con lo stesso lignaggio e valore morale.