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UniTe: Di cosa ha paura la Cgil?

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Riprendiamo da una domanda.

Caro Magnifico Rettore
è vero che ha definito in maniera pesante i dipendenti dell'Università e per questo motivo la Fcl cgil di UniTe ha richiesto la registrazione della seduta?

flcunite.wordpress.com/2014/04/02/richiesta-verbale-e-registrazione-audio-dellultima-seduta-del-cda/

La nota è del 1 Aprile.
Non è uno scherzo ma in questo momento, mentre tutti gli altri sindacati hanno la testa sotto la sabbia, la Cgil, diventa muta come un pesce.
Il 1 Apile, appunto.
Tutto molto strano.
Quattro mesi di attesa.
Parliamo di 120 giorni.
Cosa contiene l'estratto del verbale del 25/03/2014 al punto 18 sostituito con varie ed eventuali?
Che fine ha fatto il punto 18 che avrebbe dovuto trattare della verbalizzazione?
Il 18 come Varie ed Eventuali...
Che conseguenze avrebbe un simile atto?

Perchè il sindacato pur avendo in mano una simile documentazione dimentica la propria mano?
A tutte le altre sigle non interessa?
Quante mani ha un Magnifico Rettore?
Gli Amministrativi avranno il coraggio di modificare il governativo atteggiamento dei sindacati?
Scommettiamo che dopo l'uscita di questo articolo la Cgil-Unite, finalmente, pubblicherà il documento?

In attesa...lo statuto dei diritti dei lavoratori si ricuce le ferite con 18 punti di sutura....varie ed eventuali ferite.

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Commenti

Gentile Dr. Giancarlo Falconi, in merito alla sua notizia odierna, le preciso che non è nostra abitudine dare pubblicità agli atti ufficiali degli organi di governo dell'Ateneo, anche perché gli stessi, in osservanza di un principio di trasparenza, e atteso il completamento degli aspetti formali, specialmente per quanto concerne i verbali di riunioni, siamo certi saranno resi noti dallo stesso Ateneo. La ringrazio, comunque, per l'attenzione che rivolge all'attività della FLC-CGIL dell'Università di Teramo (pur meravigliandomi che altrettanta attenzione non viene riservata ad altre sigle sindacali quantitativamente più rappresentative della nostra), tuttavia non abbiamo bisogno di esternalizzare ad altri la dialettica in atto da parte nostra nei confronti dell'Ateneo se non altro per la delicatezza delle questioni che attengono alla tutela dei diritti dei dipendenti. Con viva cordialità, Adolfo braga.

 Professor Braga, quali altre sigle sindacali?
Sono pronto a dar voce in caso di segno.
Le ricordo che questo caso è molto grave e da parte della Cgil  mi aspetto il massimo risalto mediatico.
Le auguro buon lavoro.
 

Illustre Prof. Braga mi sorprende, da iscritto alla CGIL, che il mio sindacato da Lei rappresentato presso l'università "non abbia bisogno di esternalizzare AD ALTRI la dialettica in atto...." Forse il sottoscritto appartiene ad un'altra CGIL o quest'ultina sta cambiando? Se dovessi accertarmi del cambiameto (ma sono certo che questo non avverrà mai) in avvenire mi vedrei costretto a risparmiare il denaro della tessera. Sempre con viva cordialità
Gentile Dr. Giancarlo Falconi, nel rispetto della sua funzione e della sua professionalità, Le chiedo di evitare di espormi ad un'attenzione mediatica. Mi creda non è facile tentare di svolgere un ruolo di equilibrio tra la necessità di contribuire al rilancio dell'università di Teramo (che implica anche il farsi carico di regole formali/istituzionali che devono sempre essere garantite e rispettate trattandosi di una Pubblica Amministrazione) e il difficile compito di garantire le tutele e i diritti dei dipendenti. Ne converrà che questo equilibrio si realizza solo se si è capaci di ripristinare un clima di corrette relazioni sindacali. Spetta alle parti in campo cercare con forza questo ripristino. L'esito di questo confronto (e spero anche auspicabili buoni risultati) sarà oggetto di valutazione prioritariamente da parte dei dipendenti (oggi soggetti ad un clima che non aiuta) e anche di soggetti esterni (ivi compresi i media). E' nostra intenzione mettere a disposizione dei dipendenti l'estratto del verbale del 25 marzo 2014, per chi volesse prenderne visione. La valutazione sui contenuti dello stesso sarò oggetto di una riflessione più ampia rispetto a quelle che riteniamo essere alcune rivendicazioni prioritarie rispetto alle quali chiameremo la Governace dell'Università di Teramo ad un confronto urgente. Spero, con queste poche riga, di aver dato alcune argomentazioni sufficienti a ricostruire il delicato processo in atto sul versante sindacale. Le chiedo, pertanto, di rispettare la mia esigenza di non esposizione mediatica e sono certo che prenderà nella dovuta considerazione questa necessità, proprio per le ragioni che Le ho consegnato. Con rispetto e cordialità Adolfo Braga

 Caro Professore Braga, mio padre ha fondato la Cgil Banca, molti anni fa, insieme a un gruppo di amici.
Fu il primo segretario provinciale e dirigente regionale. 
A quest'ora non si sarebbe preoccupato dell'esposizione mediatica ma di pubblicare il contenuto del documento e a denunciare eventuali violazioni dello statuto dei lavoratori.
Io ho avuto un cattivo esempio.
Evidentemente la Cgil è cambiata nel tempo.
Lui ora legge e  scuote la testa.
Un diniego etico e morale.
Le farò sapere la sua opinione...
Con il rispetto dovuto....

Giancarlo Falconi

Dopo questa risposta del sindacalista non si può non intervenire e dire la propria. Questo modo di fare sindacato è fallimentare perchè l'etimologia stessa della parola non viene più rispettata. Mi risulta che derivi dal greco: syn insieme dike giustizia. Due concetti mortificati. Secondo me non c'è più il CORAGGIO ("non mi esponga ad una attenzione mediatica"?!!??) di contrapporsi che è il collante tra i due concetti. Il motivo di questo, io lo vedo nel non rompere equilibri politici (spesso di amici o conoscenti) in nome di una fantomatica pax sindacale che altro non fa che danneggiare solo i lavoratori che spesso devono stare zitti se non c'è l'insieme (il gruppo) pena ambienti di lavoro trasformarsi in inferni. L'azione dei media e in particolare dei blogger come Giancarlo Falconi (al quale non sembra mancare il coraggio), sono variabili indipendenti che non riguardano "le corrette relazioni sindacali". Le variabili indipendenti non possono essere gestite tacciandole. L'equazione non torna. Viceversa, pensavo che l'attenzione e la pressione mediatica fosse un potente strumento del quale il sindacato si potesse servire al fine di raggiungere gli obiettivi dei lavoratori. Evidentemente così non è o non risulta importante per il sindacalista. Conoscendo Giancarlo Falconi attraverso quello che (e come) scrive su questo blog, sono certo che la richiesta del sindacalista di evitargli l'esposizione mediatica produrrà un effetto specularmente opposto: quello di far accendere non uno ma cento fari su questa vicenda. Evidentemente il sindacalista non sa mediare. A scelta un corso di coraggio o di training autogeno. La battuta finale sui cognomi me la risparmio....