"Un’inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza.
Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica". (Giuseppe D'Avanzo)
Introduzione
Il Ruzzo è una società in House.
Tutto dovrebbe essere stabilito con la normativa dell'evidenza pubblica.
Piano triennale delle opere, pianta organica, pagamenti alle imprese creditrici, assunzioni, consulenze, affidamenti diretti, per somma urgenza.
Non risponde civilmente come un ente pubblico perchè è soggetto all'istituto del fallimento.
Nel caso di una simile ratio, il Comune di Teramo avendo una quota pari al11%, sarebbe responsabile in solido di oltre sette milioni di euro.
Ipotesi ottimistica.
Questa è un'inchiesta giornalistica a puntate, che vi dimostrerà come il mancato controllo dell'Ato, dei 21 Comuni e la malagestio interna, ha portato l'Acquedotto teramano a superare i 70 milioni di euro di debiti, oltre ai debiti non visibili, poiché occulti, di cui si disconosce l'effettivo ammontare.
Cercheremo di spiegarvi il mondo del Ruzzo attraverso le sue società satelliti, il rapporto con le imprese edili, il perchè alcuni creditori vengono pagati e altri no.
Chi sceglie? Secondo quali criteri?
Molti amici ci hanno raccomandato di non operare lo scoperchiamento, ma credeteci il “maleandazzo” non è più tollerabile e per parafrasare il più grande poeta dialettale teramano, (Cameli) nella nota poesia “don Pitr' Giammir'”, “...s' seguit' accusc', mor' di pen'”.
Questo primo episodio è dedicato al capitolo reclutamento di personale -assunzioni-, limitando, per il momento, la ricerca attorno all'organo di governo della Ruzzo Reti SPA.
Il CDA del Ruzzo. Caso unico nazionale.
Primo Episodio
Abbiamo verificato tramite i relativi uffici, che l'intero CDA del Ruzzo, ha un rapporto di lavoro ben definito con l'ente.
Nello specifico...
− Scuteri Vittorio (dal 10 luglio 2012 al 30 giugno 2014), con contratto di lavoro a progetto collaborazione continuata e continuativa, con qualifica di “imprenditore o amministratore delegato di grande azienda di produzione o distribuzione di energia,gas o acqua”;
− Ciapanna Carlo (dal 20 aprile 2009 al 28 luglio 2014), con contratto di lavoro a progetto, collaborazione coordinata e continuativa, con qualifica di “specialista della gestione nella pubblica amministrazione”
− Martini Ferdinando (dal28 luglio 2011 al 28 luglio 2014), con contratto di lavoro a progetto, collaborazione coordinata e continuativa, con qualifica di “specialista della gestione nella pubblica amministrazione”;
− Impaloni Serafino (dal 28 luglio 2011 al 28 luglio 2014),con contratto di lavoro a progetto, collaborazione coordinata e continuativa, con qualifica di “specialista della gestione nella pubblica amministrazione”;
− Di Marco Dante (dal 28 luglio 2011 al 28 luglio 2014), con contratto di lavoro a progetto, collaborazione coordinata e continuativa, con qualifica di “specialista della gestione nella pubblica amministrazione”
Mentre scriviamo sono sconosciuti gli aspetti salienti del rapporto di lavoro, ma al di la di tutto, rimane singolare il fatto che un consiglio di amministrazione di un Ente, "parapubblico", possa "autoassumersi" ed autodeterminarsi una retribuzione salariale, oltre le spettanze di carattere contributivo, tecnicamente intese.
Sembrerebbe che il Ruzzo abbia provveduto a regolarizzare le posizioni di ciascuno, mediante le segnalazioni di "amministrazione separata" presso l'Inps, accompagnati dai dovuti versamenti contributivi da utilizzare anche ai fini pensionistici, nella misura di 2/3 della retribuzione pattuita e contrattualmente sancita.
Il quadro legale è dipinto dai colori dell'art 1, commi 725, 726, 728 della legge del 27 Dicembre 2006, n 296; dall'art 3, commi 44 e 53 della legge finanziaria 2008, DPR 5 Ottobre 2010 e dall'articolo 6, comma 6, del DL 78/2010.
Il compenso lordo annuale, onnicomprensivo, attribuibile al presidente ed ai componenti del CDA, non potrà essere superiore per il presidente al 70% e per i componenti al 60% delle indennità spettanti- in questo caso- al Sindaco di Teramo, poichè avente una maggiore quota partecipativa (11%).
Oltre al parere di valenti amministrativisti (Il Guru vera anima di questa opera omnia), una nutrita giurisprudenza ci indica la strada della legalità.
Le norme hanno previsto che le società a partecipazione pubblica totale o di controllo, seguissero, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione europea, di trasparenza, pubblicità e imparzialità (art. 18 del d.l 112/2008 comma 2).
In altre parole, forse più chiare e dirette, Il Ruzzo, rifiutando la propria natura pubblica, ha applicato quegli strumenti giuridici in seno a qualsiasi impresa privata.
Tutto mantenuto nel più stretto riserbo.
La trasparenza? Forse nell'acqua che beviamo.
Infatti, in tema di compensi degli amministratori designati/nominati dagli enti pubblici, agli occhi di chi scrive non appare soddisfatto l'obbligo di legge (art. 1, comma 735, della legge 27 Dicembre 2006, n. 296), che prevede la pubblicazione sul sito dei soci pubblici, a cura del responsabile individuato da ciascun ente, degli avvenuti incarichi e relativi compensi, la cui inosservanza, fra l'altro, è punita con la sanzione amministrativa fino a 10mila euro, irrogata dal Prefetto.
La soluzione paventata dal Presidente Scuteri di aumentare le bollette di ben tre euro, mentre ancora si attende l'applicazione delle tariffe per le utenze deboli, Delibera n 49 del 18/12/2006 dell'Ato, possiamo definirla scandalosa.
Senza anima e core.
La dimissione di tutto il CDA, sarebbe sicuramente l'unico atto di rilievo amministrativo.
La politica, invece di nascondersi, dovrebbe avere più coraggio e ammettere, le incapacità gestionali dei propri uomini.
....to be continued
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Occhio ai contributi versati. ;)