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Il Cirsu è un'emergenza Ambientale, Sociale e Legale

di Giancarlo Falconi
9 minuti

Il  Cirsu è una storia di sversamenti di percolato, ( ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2014/04/09/news/inquinamento-indagato-l-ambientalista-di-matteo-1.9017264 ) di fideiussioni impossibili, di violazioni di norme e prescrizioni.
Il risultato?
Tutto immobile come se ci fosse una cupola di potere al di sopra della tutela dell’ambiente, della sicurezza dei lavoratori, della salute pubblica.
Perché?
Chi tesse il filo della matassa?
Chi è il regista che permette di essere al di sopra di una normativa rigida ed esecutiva?

La storia recente.

Era il 31 Dicembre del 2013 quando attraverso una nota protocollata, il comune di Giulianova, indicava come nuovi impianti di destinazione delle frazioni di rifiuto urbano, alla Rieco spa, anche l'impianto del Cirsu per la cura dell'indifferenziato.

Sempre il 31 Dicembre del 2013 il comune di Giulianova, onorava la data di scadenza del contratto con la Deco spa, comunicando di non voler continuare a usufruire dei servizi di trattamento dell'indifferenziato e della pulizia strada.
Nella stessa data, sempre tutto protocollato e registrato, la Rieco avvertiva il comune di Giulianova che mancavano i necessari atti abilitativi per il conferimento presso il polo tecnologico del Cirsu.

Il 2 Gennaio del 2014, il Comune di Giulianova, trasmetteva una nota di chiarimenti al Consorzio Stabile Ambiente ( solo diecimila euro di capitale sociale...forse e dico forse, interamente versato).
La risposta del Consorzio stabile Ambiente si rivelò, piena di forzature e prive di autorizzazioni.
Non c'erano gli atti a corredo.

La Rieco spa il 2 Gennaio 2014 chiedeva all'autorità competente, Regione Abruzzo - Servizio di Gestione Rifiuti, di fornire opportuni chiarimenti, richiedendo anche la trasmissione dei necessari documenti autorizzativi per il conferimento dei rifiuti presso il polo tecnologico del Cirsu.

Il Comune di Giulianova sentiva il Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, dr. Franco Gerardini, dal quale apprendeva dell'esistenza di diverse criticità.

Il comune di Giulianova provvedeva a rinnovare attraverso una nuova disponibilità di Deco spa, in via temporanea, il servizio di pulizia strada e il trattamento dei rifiuti indifferenziati presso l'impianto TMB di Casoni di Chieti.

Vi ricordiamo che il Cirsu è inattivo da alcuni anni in quanto la società di gestione, la Sogesa, è stata dichiarata fallita ( fallimento n 64/2012 Tribunale di Teramo).
Vi ricordiamo che gli operai di Sogesa lottano ogni giorno per il loro posto di lavoro.
Ci chiediamo...
Nonostante la mancanza dei requisiti e delle capacità tecniche e finanziarie previste per l'esercizio della gestione dei rifiuti, perchè la Regione Abruzzo concesse la proroga al Cirsu?
 
Si giustificò la proroga per permettere al commissario ad acta di adeguare l'impianto del Cirsu.
Ma lo stesso funzionario era dimissionario da tempo e non sono state rispettate le norme imposte.
Nonostante tutto, nonostante che il sito sia risultato inidoneo all'esercizio di qualsiasi attività di gestione dei rifiuti per non aver ottemperato alle numerose prescrizioni dell'Arta, come faceva Cirsu a comunicare alla Regione Abruzzo, che la società Corsorzio Stabile Ambiente ( diecimila euro di capitale sociale), avrebbe gestito un impianto mobile per il trattamento dei rifiuti urbani all'interno del polo tecnologico?

Il cerchio si stringe.

In un documento a firma Provincia di Teramo, datato al 12/02/2014, si rivela che non risultavano pervenute le comunicazioni in merito all'effettuazione dei lavori di adeguamento delle altre linee impiantistiche, in particolare l'impianto di riciclaggio e compostaggio, secondo le prescrizioni dell'Aia.
Nello stesso documento si certificava richiamando d.lgs attenti e puntuali, l'impossibilità di qualsivoglia attività nella gestione dei rifiuti.
Come può esssere possibile che non ci sia stato l'immediato sequestro del Polo Tecnologico?

Nel frattempo si continua a lavorare nella discarica.
Sui bordi della stessa...come dimostrano le foto...si autorizzano dei quotidiani lavori che mettono in serio pericolo la sicurezza dei lavoratori.
In bilico e in equilibrio.
Fino a quando?
Fino al primo incidente?
Fino alla frana?
Frigoriferi, per esempio, riposti alla rinfusa, l'uno sopra l'altro e al sole, senza l'attenzione dovuta per i gasrefrigeranti e i presumibili fluorocarburi.
www.legambiente.it/sites/default/files/docs/gasrefrigeranti_opuscolo.pdf
La stessa discarica si presenta al limite del collasso.
La possibilità di un crollo non è da escludere ma ancora una volta tutto appare come se fosse una vera emergenza lontana due universi...più a sud.
Una questione che non ci appartiene come l'inquinamento del Tordino di pochi mesi fa.
Chi paga il danno all'economia turistica?
Chi paga il danno all'ambiente e alla salute pubblica?
Chi continua a evitare di affrontare una simile responsabilità ?
Chi decide il nostro presente?
Chi ipoteca il nostro futuro?

La storia continua...

Un'intervista economica dei primi giorni del 2014.
Si trattava della società Lombard Merchant S.P.A.
www.bluerating.com/banche-e-reti/179-promotori/31132-promotori-lombard-merchant-bank-mediolanum.html
" Cesare Tenconi è un banchiere svizzero che l'estate scorsa ha comprato Lombard Merchant Bank, una società di investimento, con lo scopo di farne "una nuova Mediolanum". "Il prossimo anno arriverà la licenza 107 e da quel momento potremmo iniziare a creare una vera e propria banca online", ha detto a BLUERATING il banchiere che vive tra Spagna, Italia e Svizzera. Il gruppo, di cui Tenconi è socio di maggioranza, ha molti progetti in cantiere. "Una volta ottenuta la licenza a operare "vogliamo reclutare diversi nuovi professionisti della finanza per fare una nuova Mediolanum, una banca online senza il peso dello sportello".

La Licenza 107 sarà quindi ufficiale nel 2015.
Intermediari finanziari art. 107 TUB.
"Società finanziarie iscritte, in base ai criteri fissati dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, nell'elenco speciale previsto dall'art. 107 del Testo Unico Bancario, e sottoposti ai controlli della Banca d'Italia".

Franco Gerardini, dirigente della Regione Abruzzo per il settore rifiuti,  il 5/5/2014 scrive al servizio supervisione intermediari specializzati della Banca d'Italia e al Cirsu, per avere informazioni urgenti su di una fideiussione che riporta alla Lombard Merchant S.P.A. a favore del Cirsu s.p.a. del buon presidente Di Matteo.
Una fideiussione riferita ad un complesso impiantistico per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

Il Presidente del Cirsu Di Matteo il 6 Maggio avrebbe inviato le Garanzie finanziarie stipulate dalla Lombard Marchant Bank di Roma.
Il 20 Maggio il dirigente Gerardini avrebbe risposto al Cirsu e alla Lombard Merachant Bank, accettando con riserva la fideiussione. 
Una fideiussione con capitale massimo garantito di 1.545.500 euro?

Perchè in attesa della risposta della Banca d'Italia si accetterebbe con riserva una simile fideiussione?
Perchè il Cirsu nel frattempo non ha scelto un'altra società di intermediazione finanziaria?
Nel frattempo se qualcosa dovese andar male chi pagherebbe gli eventuali danni?

ATTENZIONE A QUESTO PASSAGGIO.

Si chiedono garanzie  per oltre  1 MILIONE E MEZZO DI EURO...quando in realtà secondo la tabella di calcolo, giustificata dal dgr 79/07, sulla base dell'impianto mobile, di riciclaggio, della piattaforma, dell'impianto beni durevoli, il totale dovrebbe essere di quasi 5 milioni di euro.
In caso di incidente ambientale chi pagherà una simile cifra alla comunità teramana?
La società che gestisce il Cirsu è una srl con capitale sociale di diecimila euro ( interamente versato o sversato?)

PERCHÈ IN ATTESA DELLA RISPOSTA DELLA BANCA D'ITALIA SI ACCETTEREBBE CON RISERVA UNA SIMILE FIDEIUSSIONE?

Indovinate cosa ha risposto Banca D’Italia?
Ecco il documento dormiente... risvegliato dagli uffici della regione Abruzzo che abbiamo rinvenuto tra l'indifferenziato vicino al Cirsu.

Leggiamo insieme” Al riguardo si premette, in via generale, che questo Istituto non esprime valutazioni  in merito alla validità di atti conclusivi tra privati…..si rappresenta che la Lombard Merchant spa è iscritta  con il n. 41258 nell’elenco generale ex art 108 tub per l’esercizio dell’attività di concessione di finanziamenti nei confronti del pubblico ma non nella forma tecnica del rilascio di fideiussioni, attività per la quale non risulta abilitata ai sensi della vigente normativa.”.

Gerardini ora comunicherà al Cirsu la lieta novella...e forse convincerà anche a se stesso.
Altri quindici giorni di tempo e poi altri dieci per applicare i provvedimenti di competenza ai sensi di legge.

Il Cirsu intanto ha altri pagamenti da onorare in prossima scadenza e dovrà cercare entro la fine del mese di Luglio le garanzie bancarie per un’apposita polizza fideiussoria. ( Art. 3 provvedimento a.i.a n 19 del 11 Febbraio 2014)
Quali banche se il presidente Di Matteo, ex Legambiente, si è rivolto immediatamente a una finanziaria?

...la storia continua....

I documenti in possesso della redazione de I Due Punti sono a disposizione della Procura della Repubblica e degli organi competenti per la tutela delle persone, del territorio e del diritto.

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Commenti

Se non ci fossi tu a scrivere? Chi avrebbe un simile coraggio? Rispondete, grazie.
Grazie ai DUE PUNTI per esserci sempre, anche su questo tema spinosissimo !! E pensare quanto pagano i cittadini di tasse sui rifiuti! Questi sono affari molto appetibili dal sistema mafioso ! Chi individuerà gli eventuali responsabili ???
Mi ero ripromesso di non commentare più su questo sito dopo l'articolo da vero amico di quel nobil signore che era detentore di una rubrica. Povera gente. Ho letto il vero Giancarlo nello studio e nella passione. Ti ripeto, giovane amico mio, questa terra ti sarà sempre ostile e meriti di tornare a lavorare per un privato che possa valorizzare le tu doti. Io ti aspetto.
Che fine ha fatto l'inchiesta sullo sversamento di percolato? Quanti camion? Quante tonnellate di rifiuti? Chi è il responsabile? Giancà, lascia perdere, fatti li cazzi tuoi.
I LAVORATORI,I CITTADINI,LE PERSONE ONESTE,RINGRAZIANO FALCONI PER LE SUE INCHIESTE! NOI SIAMO CON TE! I LAVORATORI EX SOGESA!
Giancarlo dovrebbe gestire tutte le testate giornalistiche e tutti i notiziari televisivi, si distruggerebbero tutti i poteri forti.
Purtroppo la storia ormai non insegna più, si ripete sempre, sempre, sempre!!!!! INDIGNAZIONE
Caro Falconi è possibile avere un suo recapito? Non per minacciarla ma per darle altre carte a integrazione.

 Lei può anche minacciarmi ma evitate per cortesia gli orari della pennica, grazie.

falconigiancarlo@gmail.com

3405304066

Temo che il Tuo appello cadrà nel vuoto. Non risponderà nessuno. Grazie Giancarlo.
Si accettano scommesse: 1) su un probabile crollo della discarica 2) su capitomboli di ruspe o mezzi 3) su interventi dei sindacati in merito alla sicurezza sul lavoro Il premio si può ritirare presso la Procura di Teramo, la Corte dei Conti, o forse presso qualche sindacato di categoria...
Ho l'impressione che una parte di storia del CIRSU qui è omessa a favore di un altro competitor guarda caso privato e praticamente monopolista nel settore dei rifiuti. L'inattività del CIRSU si sa bene, è dovuta a una tornata di provvedimenti e scelte regionali che ne hanno compromesso la gestione a favore di un altro gestore. Il CIRSU è stato uno dei primi consorzi a introdurre il trattamento meccanico dei rifiuti prima del conferimento in discarica, ha introdotto la raccolta differenziata e il recupero dell'umido con il compostaggio. Il percolato di cui si parla proviene da rifiuto trattato e che quindi è stato reso inerte. Altrimenti ci sarebbe una denuncia per disastro. Le difficoltà del CIRSU nascono quandola politica regionale decide di puntare sulla termo-valorizzazione da realizzare entro il 2005. Non contesto la strategia ma la mossa era solo strategica con altri fini...Infatti i termovalorizzatori non si fecero proprio (avevamo dubbi?) e nello stesso tempo NON si diedero autorizzazioni per riattivare o ampiare le discariche. Questo portò a far crollare le attività del CIRSU come quelle di altri consorzi perché non era più previsto ampiamento dei siti e quindi impossibilità di mantenere volumi da consentire entrate per pagare rinnovo e personale. Successivamente, dato che i rifiuti vanno messi da qualche parte a meno che non impariamo a riusare e riciclare in casa, la mancanza di siti disponibili causò la famosa emergenza rifiuti dalla quale magically emerse un unico vincitore che ottenne deroghe su molti aspetti legislativi di conferimento dei rifiuti in discarica (si era in emergenza...) Ora resta il fatto che la provincia di Teramo è la sola a non avere un solo impianto di gestione dei rifiuti. Non ne ha uno. Teramo Ambiente dà tutto alla DECO. Questo per voi è meglio che sanare la situazione del CIRSU e renderlo operativo in modo consono? Io ho visto le discariche che oggi usiamo tra pescara e chieti, alcune sono identiche a quella vicino al Tordino...cambia solo il fiume. Quindi lì non ci sono problematiche ambientali? Conferendo al CIRSU si pagavano tra i 65 e i 95 euro alla tonnellata, si faceva lavorare personale sul posto e i soldi restavano ai comuni della provincia di teramo....per mandare a chieti spendiamo anche 290 euro/tonnellata e ...si parla sempre di discariche non di quale altra tecnologica versione del conferimento. Sì una parte vine trasformato in CSS ma non commento questo aspetto perché si aprirebbe un paragrafo troppo lungo. Parliamo sempre trattamenti meccanici e di conferimento in discarica: solo che oggi li fa un solo privato decidendo il bello e il cattivo tempo...l'unico vantaggio è che l'inquinamento della discarica è un po' più a sud. Ampliarle a Teramo no perché se l'Occhio non vede... Io mi auguro che in uno dei prossimi pezzi si vada anche a intervistare qualcuno del consiglio di amministrazione del CIRSU e si riporti, per dovere di cronaca anche la sua versione, perché se è vero che ci sono stati errori questi non sono superiori a quelli commessi da altri impianti che ad oggi operano su tutto il territorio.
http://www.iduepunti.it/la-voce/30_luglio_2014/cirsu-il-prefetto-crudo-… Cara Katia io non ometto nulla, chiaro. Leggi queste sono sentenze le tue chiacchiere. Io scrivo attraverso carte. Leggi è di ieri...prego. Ma leggi, bene.
caro Giancarlo. Le Fideiussioni sono il mio lavoro. Quella del Cirsu ... in secca e brutale sintesi E' CARTA STRACCIA. Nemmeno come carta da ... va bene ... troppo ruvida. Gerardini lo sa ecco perchè la riserva. Poi perchè lavorino con simil garanzie ....
Ho letto l'intervento di Katia,chiedo?ma lei ci è mai stata nell'impianto?conosce chi è come ha gestito la cosa negli anni passati?si è chiesta quali erano le condizioni lavorative?ha mai parlato con i lavoratori sbattuti fuori da una malapolitica?di quale trattamento meccanico parla? In attesa di risposte a queste domande le mando i miei saluti! Fausto lavoratore ex sogesa!
Gentile Giancarlo, credo che dai miei precedenti commenti abbia ben compreso che non sono una persona superficiale avvezza alle chiacchiere. Io rispetto quello che scrive e l'ho letto anche più volte. Anche riguardo al CIRSU. Ho letto tutte le invettive. Ho deciso di intervenire ma mi creda non mi baso sulle chiacchiere. Concordo sul fatto che ci sono dei problemi che vanno risolti ma non credo che distruggere il CIRSU sia la via da seguire. Non ho interessi personali da difendere: le mie considerazioni nascono dal cercare di comprendere la storia nel suo complesso. Il declino del CIRSU è stato determinato da una politica che a un certo punto è stata, in mia opinione, favorevole a un altro operatore. Questo declino comincia proprio quando l'utile di esercizio crolla sotto raffiche di vento che spingono le opportunità sullo smaltimento altrove. Se l'utile crolla non si può più gestire come si deve, ammodernare, completare le bonifiche. (Il CIRSU a un certo punto è stato estromesso http://www.primadanoi.it/news/cronaca/539515/La-generosita-di-Chiodi-sa…) Se il fatto di conferire altrove i rifiuti avvenisse a un costo congruo per la collettività e con un attenzione ambientale superiore a quella opareta dal CIRSU allora non apporterei obiezioni. Ma qui si colpisce il CIRSU e in alternativa cosa si propone? I rifiuti ne produciamo eccome e li mandiamo a 290 euro la tonnellata a chieti o Pescara in discariche che non sono esenti dagli stessi problemi che affliggono quella del CIRSU ma che fanno Utili in virtù di accordi e contratti che prima favorivano anche il CIRSU e da un certo punto in poi non più. Le mie domande sono queste: 1) ha senso inviare i rifiuti a chieti? Che vantaggio ci dà avere la discarica più a sud come regione Abruzzo in termini ambientali? "Basta che non sia nel mio giardino" è una motivazione sufficiente per ritenerla migliore? Se sono migliori non possiamo investire per migliorare le nostre? 2) Ha senso che il guadagno sia solo privato e non possa essere reinvestito in opere pubbliche? 2) Ha senso non avere un centro provinciale per la differenziazione dei rifiuti e per la produzione di compost? 3) Perché alla discarica di Casoni a chieti, così come in altre discariche a pescara, si possono concedere proroghe all'inagibilità o concessioni per l'ampiamento senza scandalo da parte sua e a Teramo questo non è possibile? I cittadini della provincia di Chieti o di Pescara ne sono contenti? Dal mio punto di vista occorrerebbe un tavolo tecnico che unisca enti locali, associazioni, istituzioni regionali etc... per studiare come risollevare le sorti del CIRSU. Con precisi obiettivi: 1) mettere in sicurezza la discarica e ciò che non è stato ancora trattato seguendo le più recenti disposizioni ambientali 2) far ripartire in modo moderno il compostaggio cosicché ce lo facciamo in provincia e non a chieti con costi astronomici (se poi lo fanno..) 3) Far ripartire la differenziazione in congiunzione con il CONAI. Perché non si può fare lì? Carta, vetro e plastica che possono essere smaltiti a costo zero? 4) Elaborare una strategia di riduzione rifiuti in discarica che coinvolga tutti gli attori che producono i rifiuti per l'abbattimento dell'indifferenziato Il CIRSU ha problemi ma estrometterlo dalla filiera non risolve le esigenze dei comuni di teramo in merito allo smaltimento: favorisce solo un certo business e non l'ambiente. Io mi chiedo quindi a fronte di tutti questi articoli di denuncia lei come pensa di riorganizzare la filiera? Anch'io sono un'ambientalista. Pensi che per mia figlia ho usato per due anni pannolini in cotone bio lavabili (lavandomeli da me) pur di non buttare quelli sintetici nel pattume e ogni giorno scelgo facendo in modo che la mia spazzatura sia il più possibile sostenibile. Però mi rendo conto che tutta la nostra collettività non è pronta e può arrivarci solo nel tempo per gradi...nel frattempo Teramo produce montagne di spazzatura che sotterra altrove. Le sembra una soluzione alternativa valida per il nostro territorio spedirle altrove? Io credo che far ri-funzionare bene il CIRSU sia un obiettivo perseguibile in un ottica di responsabilizzazione del cittadino sullo smaltimento di ciò che egli causa e di miglioramento delle condizioni impiantistiche e gestionali della struttura. ..e anche a lei signor Fausto chiedo con tutta umiltà: sì ci sono problemi ma se ben risolti e riavviando il tutto con una buona gestione pubblica non ci sarebbero più vantaggi che svantaggi? ma le mie sono solo "chiacchiere" non perdeteci troppo tempo.

 Non solo chiacchiere a vuoto ma non ha neanche letto la sentenza.
La legga.
La conosce la differenza tra qualche problema e violare la legge?

Grazie.

Katia,ha detto delle cose condivisibili,il fatto è che in quella situazione il concetto di legalità,trasparenza amministrativa e rispetto delle regole,non siano delle priorità. Per quanto riguarda la gestione del polo fino ad adesso si sono affidati ad amministratori con scarsissime competenze nel campo della gestione dei rifiuti. Noi lavoratori siamo gli unici,che in tempi non sospetti ,abbiamo cominciato a denunciare le cose che non andavano sia a livello amministrativo che ambientale,purtroppo rimaniamo gli unici che stanno pagando in termini economici ed occupazionali.
Gentile Fausto Grazie di aver colto il mio pensiero. Io non voglio chiudere gli occhi davanti alle sentenze: i passi falsi sono stati fatti e sicuramente non si dovevano fare...ma non credo che questo fallimento si possa imputare unicamente a tale azienda. E' il dovere di chi gestisce un'azienda per i servizi di igiene ambientale quello di gestirla bene, in modo trasparente e nel rispetto delle regole ma occorre fare sì che questo tipo di aziende siano correttamente inserita in un piano di gestione dei rifiuti regionale che preveda anche un coordinamento e un organo di controllo. Dato che questo piano ancora manca, così come manca il coordinamento tra enti locali, provinciali e regionali, ogni azienda di questo tipo diventa un feudo a sé stante e la gestione dei rifiuti un far west dove alla fine dominano sempre i soliti "eroi". Ho la residenza in Abruzzo ma per lunghi periodi vivo in Lombardia per lavoro (pago le tasse sui rifiuti in due regioni) quindi posso confrontare non solo due tariffe ma due modelli per la gestione dei rifiuti. Uno che esiste, quello lombardo e uno ancora da sviluppare, quello abruzzese. Adesso non scendo nei dettagli tecnici ma i costi di smaltimento sono inferiori, gli impianti di qualità superiore e quindi la spesa media per famiglia è più bassa rispetto al nazionale, garantendo comunque la copertura degli oneri della gestione dei rifiuti. All'interno di questo modello convivono aziende private, aziende pubbliche partecipate dai comuni, aziende consortili, multi utility pubbliche e private: la convivenza è possibile perché tali aziende sono coordinate e vincolate a operare in un certo modo secondo certi standard. Ora, malavita a parte che si infiltra dappertutto con i casi eclatanti che sono emersi anche lì (siamo sempre in italia) in generale il servizio è molto buono e si vede. Nel comune in cui ho il domicilio opera un'azienda analoga al CIRSU, cioè creata dai comuni, 11 per la precisione, ma con un capitale sociale di 280 mila euro. Oggi serve 42 mila abitanti e fa proventi per 4.500.000 di euro (utile netto 128 mila euro) pagando stipendi per 1.5 milioni di euro. L'azienda funziona bene, gestisce centri di compostaggio e 10 stazioni ecologiche oltre allo smaltimento...e Ce ne sono altre come questa e tutte perfettamente funzionanti, sane e ...pubbliche. Ma tali aziende possono funzionare senza “inciampare” perché c'è coordinamento tra enti provincia e regione, c'è controllo e c'è civile rispetto delle norme. Come far sì che questo si verifichi anche da noi garantendo quindi lavoro sul territorio a persone come lei e servizio di qualità a bassi costi ai cittadini? Come rilanciare la gestione dei rifiuti nella provincia di Teramo affinché si renda autonoma, non assoggettata a un unico "sovrano" e possibilmente con un sistema integrato con il resto dell'Abruzzo? Io aspetto risposte dalla politica e spero che arrivino presto visto che l’aria, almeno in regione, è cambiata.