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Mosciano: Chierichetto trova in Chiesa manifesto anticomunista

di Giancarlo Falconi
1 minuto

"Fa peccato mortale e non può essere assolto: Chi è iscritto al partito comunista; Chi ne fa propaganda;Chi vota per esse o per i suoi candidati; Chi scrive, legge o diffonde la stampa comunista; Chi rimane nelle organizzazioni comuniste, Camera del lavoro, Federterra, Fronte della Gioventù, C.G.I.L U.D.I. A.P.I. ecc...è scomunicato e Apostata... Chi professa la dottrina materialista ed anticristiana del comunismoateo; Chi la difende e diffonde....N.B. Chi in confessione tace tali colpe fa sacrilegio; può invece essere assolto chi, sinceramente pentito, rinuncia alle sue false posizioni. Il Signore illumini e richiami tutti i fedeli alla difesa della fede e all'Unità della Chiesa, perchè è in pericolo la loro eterna salvezza".

Che dire? Non ci trovo nulla di ironico. Il parroco sarà un tipo nostalgico o forse, un archivista storico? La mia è ironia amara. Io trovo ogni forma di religione un fatto personale e non mi permetterei mai di giudicare una fede, ma penso che il Signore vostro, sia quantomeno una persona educata. Questo manifesto è ineducato verso l'Uomo, verso la sua dignità, verso la sua anima. Questo Manifesto è una crociata del male. Io amo i preti di strada.... "Così in terra, come in cielo (Don Gallo)" Io sono sempre stato uno scomunicato...per fortuna.

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Commenti

Non serve quel manifesto per condannare il comunismo la storia l'ha già fatto ampiamente.
don Gallo predica una religione del tutto personale che non è quella di Cristo, di questo ne sia pur certo.
oh falcò ancora!!!!!!!!!!!!! ma ciai la fissa puoi andare tranquillamente a confessarti tanto lo sanno tutti che sei comunix è pubblico. ti manca solo chi ti governa. ma tanto tra poco tu e il tuo fido "francia" andrete al governo!!!! dopo tutta sà politica che state a fà!!!!!!! sarebbe il colmo se perdete ahhahahahhahahahhahah falcò digli al fido "francia " che imvece di pensà a fà politica che pensesse a faticà che le pagheme noie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ORMAI SONO UNA 30 TRENTINA DI COMMENTI CHE NON MI PUBBLICATE PIU' PERCHE' SONO SCOMODO. GRAZIE LO STESSO L'IMPORTANTE E' FARVELO LEGGERE E FARVI RIFLETTERE QUANDO LA SERA VI FATE L'ESAME DI COSCIENZA. P.S. DIMENTICAVO SE LA COSCIENZA C'E' L'AVETE!!!!!!! CIAO FRANCI' RICORDO QUANDO PRIMA SI PASSEGGIAVA E A SPATATRATTA DIFENDEVI E FACEVI OPERE DI CONVINCIMENTO AL CENTRO DESTRA, POI TE SEI CANDIDATO " TROMBATO" E CAMBI CASACCA? AHAHHAHHAHAHAHAHHAHAHAHHHAHAH DIMENTICAVO HAI RAGIONE TU I POLITICI SON TUTTI UGUALI E PURE I CANDIDATI NON RIESCONO A FARSI ELEGGERE E CAMBIANO CASACCA!!!!! AHAHAHHAHAHAHHAHAH FRANCI' TI RICONOSCI?

Caro anonimo non sono comunista nell'accezione degli uomini ma, nell'eccezione del tuo Dio. Non faccio politica, perchè ti ricordo non mi candiderò mai, per il semplice motivo che non mi sentirei all'altezza.

Caro Paolo, la mia Chiesa non è solo quella di Don Gallo ma anche di Don Lorenzo Milani...Io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia patria, gli altri i miei stranieri.

Un altro eretico?

caro Giancarlo, forse questo tuo post mostra un certo livello di mera suscettibilità.... forse per i tempi che corrono è anche fuori luogo e fuori tempo.... ma mi adeguo, con la stima di sempre per te e per il tuo lavoro libero, dicevo mi adeguo con un esempio.... e riflettiamo.... www.rolandorivi.com
La chiesa poggia le sue basi solo sulla paura dell'uomo di morire. Questi preddacchiuli da quattro soldi dovrebbero farsi un esame di coscienza prima di condannare il comunismo e dare giudizi. Se un giorno noi uomini li giudicheremo senza avere paura di fare peccato loro capirebbero che non hanno perseguito le orme dell'unico vero comunista: Gesù. Negli insegnamenti di gesù ci sono più pensieri comunisti che in nessun altro pensiero comunista e di sinistra che mente ricordi. Per questo io sono fortemente convinto che la parola di gesù è da seguire e che i preti e i politici sono solo da snobbare! Cattocomunista siempre!
potremmo citare anche Don Peppino Diana...ma a Paolo non andrebbe bene lo stesso.... perchè era un prete rivoluzionario e magari tacciato come comunista....dagli amici di Cosentino. Quel manifesto non condanna il comunismo, non condanna niente. Rende solo pubblica la posizione della chiesa cattolica nei confronti del libero pensiero... Razzisti. Ottusi, spaventati dal sapere e dalla cultura, che annienta l'ignoranza... Per ciò che mi riguarda io credo in Jimi Hendrix...il mio però non è un personaggio inventato!!

Caro Luigi, comprendo che il termine Nostalgico ti abbia eccitato, ma io ho solamente riportato un fatto di mera cronaca. Il mio commento era per sottolineare l'operato di Don Milani e Don Gallo. Per il resto continuo a convivere con i miei dubbi e sono aperto al confronto. Un abbraccio...

Sotto il pontificato di Pio XII un decreto del Santo Uffizio, 1° luglio 1949, lanciava la scomunica della chiesa cattolica contro i comunisti. Un atto grave che tuttavia suscitò forti perplessità anche nel mondo cattolico e certamente non frenò la crescita del PCI sia sul piano politico che culturale. La chiesa aveva già dimenticato, tanto per ricordare un fatto storico importante, ancora oggi foriero di polemiche e di recriminazioni contro Togliatti, il recepimento dei Patti lateranensi nella Costituzione Italiana anche con il voto dei comunisti. Circa il grave errore delle gerarchie vaticane e dell'ininfluenza nel paese della scomunica, voglio ricordare un episodio della mia infanzia. Nel '49 avevo 13 anni e la mia famiglia era comunista. Tutti battezzati, comunicati e cresimati, non devoti, mio padre, classe '93, era stato tra i fondatori del PCI a Teramo. Comunista non fazioso e, pensate un po', lettore del Readers Digest di cui apprezzava la bella prosa del giornalismo americano, poco loquace e certamente non indottrinatore dei figli, non impedì allo scrivente di frequentare la parrocchia di Sant'Antonio, centro di aggregazione e di incontro tra tanti ragazzi adolescenti come me. In parrocchia c'era don Annibale Ferrari- credo lo zio del bravo collaboratore di questo blog, Pietro Ferrari, dei cui scritti tuttavia non condivido una virgola - un prete straordinario, alto e grosso, roseo in volto, uno sguardo onesto e severo, buono, generoso, incapace di dire di no ai tanti birbantelli che lo assediavano. In parrocchia c'era ciò che oggi è alla portata di tutti e non viene apprezzato: un pallone, una bicicletta, un tavolo da ping-pong, cose che nessuno di noi poteva permettersi. Frequentavamo naturalmente le funzioni religiose e io ero tra i più assidui. Quando seppi della scomunica chiesi a don Annibale di confessarmi. In sagrestia, inginocchiato, dissi: “ Don Annì. Sono stato scomunicato, la mia famiglia è comunista…”. Farfugliai qualcos’altro, poi tacqui. Don Annibale mi mise la mano sulla testa e disse: ”Questo non è un peccato, vai con Dio…”. E la scomunica del Sant’Uffizio finì in gloria. Non eravamo peccatori, apostati, e anche noi comunisti potevamo accedere alla salvezza nell’eternità. (Allego foto del volantino della curia vescovile di Piacenza di pari tenore di quello da voi pubblicato)
potrei sbagliarmi, ma dalla grafica, dai caratteri usati e da ricordi di giornate intere chiuso nella biblioteca Delfico in preparazione della tesi di laurea, quel "manifesto" appartiene ad un vecchio numero de L'Araldo Abruzzese... roba di decenni fa, quando il settimanale della Diocesi teramana faceva aperta propaganda anticomunista, era organo schierato pubblicamente (come la Chiesa stessa) al fianco della Democrazia Cristiana... è probabile che sia rimasto custodito tra gli arredi "sacri" della chiesa di Mosciano per tutto questo tempo! :)
Per dirimere la questione....propongo di interrogare ufficialmente il Vescovo di Teramo in proposito: Eccellenza, la scomunica è ancora valida oppure no?
Mitico

Ferrari, ti prego chiama il Vescovo...;)

Pretacci.Mortacci.
ma quanto siete ridicoli!!!!!!!!!!!!!!!!! ooohhhhhhh falcèò sii nu cummuniste fraceche!!!!!!!!!!! MARCIO p.s . e marcirai di odio

Caro anonimo, ti annuncio di aver chiesto al mio meraviglioso Web Master il tuo ID per risalire  etc etc etc ...poi ti dedicherò un articolo....;)

Non vige più la scomunica per chi vota o aderisce ad un qualche partito. La scomunica latae sententiae (cioè senza che ci sia bisogno che qualcuno te la comunichi ufficialmente, ma per il fatto in sé di aver...) c'è quando si esprime una preferenza esplicita per programmi che promuovono aborto o vadano contro i "principi non negoziabili", dunque c'è in caso si sostenga un politico o uno schieramento PER la ragione di voler sostenere certi programmi.
La vera notizia non è che forse "Gesù era comunista", ma che Giancarlo Falconi è cattolico! ;-) NON SCHERZO....INTERPELLATE IL VESCOVO....SARA' ILLUMINANTE
Per @fuori-dal-coro.....ebbene sì, il caro zio-Bibbo era fratello di mio nonno. E' impossibile moralmente commentare una confessione nella quale tra sacerdote e fedele vi è una unicità concreta di relazione. Non significa nè che mio zio fosse stato ribelle al Papa (se lo fosse stato ne prenderei le distanze), nè che il Papa avesse torto nello scomunicare i comunisti, che spesso in buona fede (ecco perchè probabilmente nel caso specifico vi è la discrezionalità del confessore), coglievano erroneamente gli aspetti sociali del comunismo come cristiani, non aderendo al materialismo dialettico, all'invidia sociale come motore storico, all'idea che la famiglia sia una istituzione capitalistico-borghese, all'ateismo militante, a confondere la povertà francescana (scelta volontariamente) da quella subita con rancore con odio verso "i ricchi" più che verso "le ricchezze"..... conosco il caso di un vecchio stalinista reggiano che non credeva in Dio e nella Chiesa....ma credeva alla Madonna e a Gesù.... Va detto che la Chiesa ebbe modo di scomunicare anche il Nazionalsocialismo con la Mit Brennender Sorge....e (udite udite cari cibernauti...) anche la democrazia cristiana nell'embrione del Sillon francese Per chi voglia approfondire seriamente il pensiero della Chiesa sul socialcomunismo rimando a due capolavori assoluti come la Divini Redemptoris di Pio XI e la Rerum Novarum di Leone XIII Concludo con l'assoluta certezza che non è possibile essere totalmente comunisti e cattolici riuscendo integralmente ad aderire ad entrambe le prospettive con la propria coscienza: la religione cattolica e l'ideologìa marxista.
Sig. Giancarlo Falconi, Cosa dice quel manifasto dei fratelli latini: "Fa peccato mortale e non può essere assolto: mi sembra naturale, se il peccato è grave e non può essere assolto è peccato mortale, si solo per i Cristiani, Chi è iscritto al partito comunista; si, chi è iscritto al prartito comunista, che professa l'ateità subisce l'anatema, Chi ne fa propaganda; vorrei vedere, Chi vota per esse o per i suoi candidati; e dove stà l'assurdo, Chi scrive, legge o diffonde la stampa comunista; coerente, Chi rimane nelle organizzazioni comuniste; coerente, Camera del lavoro, Federterra, Fronte della Gioventù, C.G.I.L U.D.I. A.P.I. ecc...è scomunicato e Apostata... Chi professa la dottrina materialista ed anticristiana del comunismoateo; ci mancherebbe altro, Chi la difende e diffonde....N.B. Chi in confessione tace tali colpe fa sacrilegio; può invece essere assolto chi, sinceramente pentito, rinuncia alle sue false posizioni. Il Signore illumini e richiami tutti i fedeli alla difesa della fede e all'Unità della Chiesa, perchè è in pericolo la loro eterna salvezza". Aderire e praticare una fede religiosa è una libera scelta, nessuno obliga qualcuno ad aderire alla chiesa Cattolica, od ad altre Chiese. Chi aderisce deve sicuramente rispettare i dettami della fede. Ogni organizzazione ha uno statuto, delle regole da rispettare, se quelle regole non si rispettano si è fuori. Se uno rinuncia ad obbedire a quanto impone la regola si pone al di fuori della organizzazione, e se subisce una condanna grave sicuramente non gli pesa più di tanto. La condanna è l'anatema, parola gravissima per noi Cristiani, priva di senso per gli atei. Sarebbe grave se per condanna vi fosse ad esempio; non poter iscrivere i figli a scuola, perdere il lavoro ecc. Senta, se io mi presentassi in una sede del PD, entrando saluterei con il saluto romano, canticchierei costantemente "faccetta nera", che dice volendomi iscrivere mi darebbero la tessera del partito. Se non mi sbrigo ad allontanarmi prenderei un sacco di botte. " Io sono sempre stato uno scomunicato...per fortuna. Mi verrebbe dirle "che Dio la benedica" ma sento una forza che ni dice di rinunciarci perchè il Cristianesimo ci da la libertà di credere, se lei non vuole faccia come crede. loreto bartolomei, Cristiano ortodosso del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
Non posso non condividere il giudizio dell'avviso. La cultura comunista ha indebolito quella Italiana ed i risultati si vedono. Una sinistra che non ha mai avuto niente da proporre in questi anni ed è a caccia solo del potere quantitativo. Avevano ragione quei vecchi parroci..............
Sicuramente la mia Chiesa, la Chiesa Ortodossa ha molte colpe, nei secoli ha molte cose da farsi perdonare dagli uomini ma soprattutto da Dio. Chiediamo a nostro Signore di essere guidati per non commetterne in futuro. Compagni, riflettete...., quanti danni avete fatto, quante sofferenze avete inflitto non solo in Italia in nome di quella ideologia, in Russia, Cina, Cuba, Romania, Polonia, Cecoslovacchia e mi fermo qui.... --0-- ""Ottusi, spaventati dal sapere e dalla cultura, che annienta l'ignoranza..."" ""La chiesa poggia le sue basi solo sulla paura dell'uomo di morire."" NOVANTATRE SACERDOTI UCCISI DAI PARTIGIANI IN ODIO ALLA FEDE IN CRISTO. Don GIUSEPPE AMATEIS, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi d'ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi. Don GENNARO AMATO, parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso nell'ottobre '43 dai capi della repubblica comunista di Caulonia. Don ERNESTO BANDELI, parroco di Bria, ucciso da partigiani slavi a Bria il 30 aprile 1945. Don VITTORIO BAREL, economo del Seminario di Vittorio Veneto, ucciso il 26 ottobre 1944 da partigiani comunisti. Don STANISLAO BARTHUS, della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso il 17 agosto 1944 perché in una predica aveva deplorato le "violenze indiscriminate dei partigiani". Don DUILIO BASTREGHI, parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso la notte del 3 luglio 1944 da partigiani comunisti che lo avevano chiamato con un pretesto. Don CARLO BEGHE', parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2 marzo 1945 a finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale. Don FRANCESCO BONIFACIO, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato da miliziani comunisti iugoslavi l'11 settembre 1946 e gettato in una foiba rimasta sconosciuta. Don LUIGI BORDET, parroco di Hóne (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946 perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie comuniste. Don SPERINDIO BOLOGNESI, parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso da partigiani comunisti il 25 ottobre 1944. Don CORRADO BORTOLINI, parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), prelevato da partigiani il 1° marzo 1945 e fatto sparire. Don RAFFAELE BORTOLINI, canonico della Pieve di Cento, ucciso da partigiani la sera del 20 giugno 1945. Don LUIGI BOVO, parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista, poi giustiziato. Don MIROSLAVO BULLESCHI, parroco di Monpaderno (Diocesi di Parenzo e Pola), ucciso il 23 agosto 1947 da comunisti jugoslavi. Don TULLIO CALCAGNO, direttore di Crociata Italica, fucilato dai partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945. Don SEBASTIANO CAVIGLIA, cappellano della GNR, ucciso il 27 aprile 1945 ad Asti. Don CRISOSTOMO CERAGIOLO, o.f. m., cappellano militare decorato al v.m., prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti nel Convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le mani legate dietro la schiena. Don ALDEMIRO CORSI, parroco di Grassano (Reggio E.), ucciso da partigiani comunisti la notte del 22 ottobre 1944 nella sua canonica. Don FERRUCCIO CRECCHI, parroco di Levigliani (Lucca), fucilato all'arrivo delle truppe di colore nella zona su false accuse dei comunisti del luogo. Don ANTONIO CURCIO, cappellano dell'11" Btg. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati. Don SIGISMONDO DAMIANI, o.f.m., ex cappellano militare, ucciso da comunisti slavi a San Genesio di Macerata l'11 marzo 1944. Don TEOBALDO DAPPORTO, arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di Limola), ucciso da un comunista nel settembre 1945. Don EDMONDO DE AMICIS, cappellano, pluridecorato della prima guerra mondiale, ucciso il 26 aprile 1945 da partigiani comunisti. Don AURELIO DIAZ, cappellano della Sez. Sanità della Divisione "Ferrara", fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio del '45 da partigiani "titini". Don ADOLFO DOLFI, canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l'8 ottobre successivo. Don ENRICO DONATI, arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il 23 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo. Don GIUSEPPE DORFMANN, fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27 aprile 1945. Don VINCENZO D'OVIDIO, parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso nel maggio '44 sotto accusa di filo-fascismo. Don GIOVANNI ERRANI, cappellano militare della GNR, decorato al v.m., condannato a morte dal CLN di Forlì, salvato dagli americani e deceduto in seguito a causa delle sofferenze subite. Don COLOMBO FASCE, parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio del 1945 da partigiani comunisti. Don GIOVANNI FAUSTI, Superiore generale dei Gesuiti in Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché italiano. Con lui furono trucidati altri sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il nome. Don FERNANDO FERRAROTTI, o.f.m., cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) da partigiani comunisti. Don GREGORIO FERRETTI, parroco di Collevecchio (Teramo), ucciso da partigiani slavi ed italiani nel maggio 1944. Don GIOVANNI FERRUZZI, arciprete di Campanile (Imola), ucciso da partigiani il 3 aprile 1945. Don ACHILLE FILIPPI, parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del 25 luglio 1945 perché accusato di filo-fascismo. Don GIUSEPPE GABANA, della diocesi di Brescia, cappellano della VI Legione della Guardia di Finanza, ucciso il 3 marzo 1944 da un partigiano comunista. Don SANTE FONTANA, parroco di Cornano (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 16 gennaio 1945. Don GIUSEPPE GALASSI, arciprete di S. Lorenzo in Selva (Imola), ucciso il 1° maggio 1945 perché sospetto di filo-fascismo. Don TISO GALLETTI, parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il 9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo. Don DOMENICO GIANNI, cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la sera del 21 aprile 1945 e soppresso dopo tre giorni. Don GIOVANNI GUICCIARDI, parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10 giugno 1945 dopo sevizie inflittegli nella sua canonica. Don VIRGINIO ICARDI, parroco di Squaneto (Acqui), ucciso il 4 luglio 1944 a Preto da partigiani comunisti. Don LUIGI ILARIUCCI, parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il 19 agosto 1944 da partigiani comunisti. Don GIUSEPPE JEMMI, cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli "eccessi inumani di quanti disonoravano il movimentopartigiano". Don SERAFINO LAVEZZARI, seminarista di Robbio (Piacenza), ucciso il 25 febbraio 1945 dai partigiani insieme alla mamma e a due fratelli. Don LUIGI LENZINI, parroco di Crocette (Modena), ucciso da partigiani rossi la notte del 21 luglio 1945. Don GIUSEPPE LORENZELLI, priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso da partigiani il 27 febbraio 1945 dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa. Don LUIGI MANFREDI, parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14 dicembre 1944 perché aveva deplorato gli "eccessi partigiani". Don DANTE MATTIOLI, parroco di Coruzzo (Reggio Emilia), prelevato la notte del 1° aprile 1945 e scomparso per sempre. Don FERNANDO MERLI, mansionario della Cattedrale di Foligno, ucciso il 21 febbraio 1944 presso Assisi da jugoslavi istigati dai comunisti. Don ANGELO MERLINI, parroco di Fiamenga (Foligno), ucciso il medesimo giorno dagli stessi, presso Foligno. Don ARMANDO MESSURI, cappellano delle Suore della S. Famiglia in Marino, ferito a morte da partigiani comunisti e deceduto il 18 giugno 1944. Don GIACOMO MORO, cappellano militare in Jugoslavia, fucilato dai comunisti "titini" a Micca di Montenegro. Don ADOLFO NANNINI, parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio 1944 da partigiani comunisti. Don SIMONE NARDIN, dei Benedettini Olivetani, tenente cappellano dell'Ospedale Militare "Belvedere" in Abbazia di Fiume prelevato da partigiani jugoslavi nell'aprile 1945 e fatto morire tra sevizie orrende. Don LUIGI OBID, economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia), prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945. Don ANTONIO PADOAN, parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da partigiani l'8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al cuore. Don ATTILIO PAVESE, parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6 dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte. Don FRANCESCO PELLIZZARI, parroco di Tagliolo (Acqui), chiamato nella notte del 10 maggio 1945 e fatto sparire per sempre. Don POMPEO PERAI, parroco dei SS. Pietro e Paolo di Città della Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944. Don ENRICO PERCIVALLE, parroco di Varriana (Tortona), prelevato da partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944. Don VITTORIO PERKAN, parroco di Elsane (Fiume), ucciso il 9 maggio 1945 da partigiani mentre celebrava un funerale. Don ALADINO PETRI, pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 27 giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista. Don NAZARENO PETTINELLI, parroco di Santa Lucia di Ostra di Senigallia, fucilato per rappresaglia partigiana l'il luglio 1944. Don UMBERTO PESSINA, parroco di San Martino di Correggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti. Seminarista GIUSEPPE PIERAMI, studente di teologia della diocesi di Apuania, ucciso il 2 novembre 1944 sulla Linea Gotica da partigiani comunisti. Don LADISLAO PISACANE, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone. Don ANTONIO PISK, curato di Canale d'Isonzo (Gorizia), prelevato da partigiani slavi il 28 ottobre 1944 e fatto sparire per sempre. Don NICOLA POLIDORI, della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti. Don GIUSEPPE PRECI, parroco di Montaldo (Modena), ucciso il 24 maggio 1945 dopo che era stato chiamato ad assistere un morente. Don GIUSEPPE RASORI, parroco di San Martino in Casola (Bologna), ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica sotto accusa di filo-fascismo. Don ALFONSO REGGIANI, parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da marxisti la sera del 5 dicembre 1945. Seminarista ROLANDO RIVI, di Reggio Emilia, di sedici anni, ucciso il 10 aprile 1945 da partigiani comunisti solo perchè indossava la veste talare. Don GIUSEPPE ROCCO, parroco a Santa Maria, diocesi di S. Sepolcro, ucciso da slavi il 4 maggio 1945. Don ANGELICO ROMITI, o.f.m., cappellano degli allievi ufficiali della Scuola di Fontanellato, decorato al v.m., ucciso la sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti. Don LEANDRO SANGIORGI, salesiano, cappellano militare decorato al v.m., fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945. Don ALESSANDRO SANGUANINI, della Congregazione della Missione, fucilato a Ranziano (Gorizia) il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi per i suoi sentimenti di italianità. Don LODOVICO SLUGA, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al confratello don Pisacane il 5 febbraio 1944. Don LUIGI SOLARO, di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché congiunto del Federale di Torino Giuseppe Solaro, anch'egli soppresso. Don EMILIO SPINELLI, parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6 maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo. Don EUGENIO SQUIZZATO, o.f.m., cappellano partigiano, ucciso dai suoi il 16 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché, impressionato dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la formazione. Don ERNESTO TALE', parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso insieme alla sorella l'11 dicembre 1944 perché sospettato di filo-fascismo. Don GIUSEPPE TAROZZI, parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte sul 26 maggio 1945 e fatto sparire. Don ANGELO TATICCHIO, parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso da partigiani iugoslavi nell'ottobre 1943 perché "aiutava troppo gli italiani". Don CARLO TERENZIANI, prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato la sera del 29 aprile 1945 perché ex cappellano della Milizia. Don ALBERTO TERILLI, arciprete di Esperia (Frosinone), morto in seguito a sevizie inflittegli dai marocchini eccitati da partigiani nel maggio 1944. Don ANDREA TESTA, parroco di Diano Borrello (Savona), ucciso il 16 luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo. Mons. EUGENIO CORRADINO TORRICELLA, della Diocesi di Bergamo, ucciso il 7 gennaio '44 ad Agen (Francia) da partigiani comunisti per i suoi sentimenti d'italianità. Don RODOLFO TRCEK, diacono della Diocesi di Gorizia, ucciso il 1° settembre 1944 a Montenero d'Idria da partigiani comunisti. Don FRANCESCO VENTURELLI, parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15 gennaio 1946 perché inviso ai partigiani. Don GILDO VIAN, parroco di Bastia (Perugia), ucciso da partigiani comunisti il 14 luglio 1944. Don GIUSEPPE VIOLI, parroco di Santa Lucia di Madesano (Parma), ucciso il 31 novembre 1945 da partigiani comunisti. Don ANTONIO ZOLI, parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso da partigiani comunisti perché durante la predica del Corpus Domini del 1944 aveva deplorato l'odio tra fratelli come una maledizione di Dio.