Delle quattro domande che ponevo nell’ultima noterella massonica, due (solo due) hanno avuto una risposta, la terza e la quarta. La risposta alla terza è: la Nike s.r.l non è riuscita a vincere l’appalto per il Cup regionale (importo 57 miloni di euro). La risposta alla quarta è: non ha sempre la vittoria ha le ali e a volte, come è accaduto a quella di Samotracia (statua esposta al Louvre), ma anche alla Nike di Teramo, qualcuno le taglia la testa.
Coincidenza delle coincidenze, a poche ore dalla mia noterella n. 11, la Asl di Chieti, capofila dell’appalto, ha revocato definitivamente l’aggiudicazione dell’appalto per il Cup regionale all’associazione temporanea di imprese Nike srl di Teramo-Gesan srl. Caserta, avvenuta lo scorso 8 agosto, ma poi bloccata, senza che ne fossero comunicate ufficialmente le ragioni. Non si è atteso nemmeno l’esito del ricorso al tribunale amministrativo presentato dal Cns di Bologna e si è preferito revocare l’incarico.
Il ricorso partiva dal presupposto che la Nike srl non avesse “le carte in regola”, vale a dire alcuni requisiti per legge assolutamente necessari, e si riteneva che l’aggiudicazione fosse stata bloccata perché non tutto fosse chiaro nell’operazione di “avvalimento”, che consiste nel “farsi prestare” (del tutto legittimamente, se la cosa avviene secondo i termini di legge) i requisiti mancanti da un’altra ditta, in questo caso la Sol.Co Roma, che si fa garante davanti alla stazione appaltante (in questo caso le asl abruzzesi) sul fatto che la collegata ne sarà in possesso.
Una questione di “avvalimento” e di subappalto, dunque, alla base della revoca, che è sicuramente clamorosa? No. Almeno stando a quanto dichiarato dall’ad della Nike srl Franco Rubini alla stampa (Il Messaggero d’Abruzzo di giovedì 17 ottobre 2013), che ipotizzava che proprio questa questione fosse il motivo della sospensione dell’aggiudicazione. “Assolutamente no, si tratta di un’altra cosa” dichiarava Rubini, annunciando tuttavia che era sereno e che la Nike si sarebbe difesa con tutti i mezzi.
Un’altra cosa? Di che cosa si trattava? Di che cosa si tratta? Anzi, di che cosa si è trattato? (perché i verbi vanno coniugati al passato, ora che l’appalto milionario è sfumato) Certo, deve essere stato qualcosa di assai grave, di più grave di una questione di “avvalimenti” e di subappalti, se dalla sospensione dell’aggiudicazione si è passati alla revoca (ancor prima della decisione sul ricorso), che determinerà certamente l’impossibilità di fare un nuovo appalto entro la prossima campagna elettorale regionale.
Qui torniamo con qualche domanda un po’ birichina:
1. Non è che qualcuno ha sottoscritto con troppa disinvoltura una dichiarazione di inesistenza di precedenti penali?
2. Non è che la Asl di Chieti (e Asl collegate) si siano spaventate di quanto potrebbe accadere non sul piano del diritto amministrativo, ma addirittura su quello penale?
3. I motivi che hanno portato alla revoca dell’aggiudicazione dell’appalto del Maxi-Cup regionale non potrebbero essere ostativi anche alla continuazione dell’affidamento del Mini-Cup dalla Asl di Teramo alla stessa Nike srl?
4. Non è che qualcuno sul piano provinciale cerca di far prevalere “interessi di loggia” che invece non sono prevalsi, per fortuna, e fin qui, sul piano regionale?
5. Non è che qualche politico e qualcun altro dentro qualche loggia si stanno rodendo le mani per quanto è accaduto?
6. Chi sa da quale studio commercialistico viene seguita l’attività della Nike srl?
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