Salta al contenuto principale

Noterelle massoniche 11 – “Nike” in greco vuol dire “vittoria” (sempre?)

di Elso Simone Serpentini
7 minuti

NIKE in greco vuol dire “vittoria(celebre quella di Samotracia, nella storia e nella scultura).  La vittoria può essere anche alata e con le ali, si sa, si può volare in alto, senza le ali, si sa pure questo e lo imparò Icaro, si può cadere in basso e farsi male. Il 13 luglio 2012 “Il Centro”, a firma Antonella Formisani pubblicava un articolo in cui si parlava di un consorzio di imprese di nome “Nike”, subentrato alla cooperativa sociale Service srl nella gestione del Cup (Centro unico prenotazione) della Asl di Teramo. Due giorni prima, scriveva il giornale, c’era stato un blitz della finanza negli uffici della Asl teramana per acquisire la documentazione relativa all’appalto per il centro unico di prenotazione (Cup).

Le lavoratrici della ex cooperativa sociale Service srl non riassorbite dalla Nike erano in stato di agitazione, da 9 mesi abbandonate a se stesse, senza reddito e senza prospettive per il futuro delle loro famiglie. Aspettavano con ansia la convocazione di un incontro da parte del prefetto con la partecipazione del D.G. della Asl Giustino Varrassi e dello stesso responsabile legale della Nike. La convocazione veniva sollecitata anche dai sindacati, allarmati per il fatto che il consorzio Nike non avesse riassunto tutti i dipendenti della cooperativa Service srl che l’aveva preceduta.

Recentemente la Nike srl è tornata in ballo quando si è aggiudicata, in raggruppamento temporaneo di impresa (come mandataria) con la Gesan srl di Caserta (come mandante), l’appalto del Cup regionale, offrendo 57 mln di euro (iva compresa). L’appalto, della durata di cinque anni,  è stato definito sulla stampa poco leggibile e pieno di nebbia da diradare, insomma sono emerse in merito molte, troppe, perplessità soprattutto sulle modalità concorsuali e sulla nomina dei componenti della commissione aggiudicatrice (alcuni erano responsabili di Asl segnalatesi per una grande inefficienza e capofila dell’appalto era stata nominata la Asl di Chieti, distintasi proprio per il suo Cup risultato uno dei meno efficienti).

Le perplessità dovevano essere davvero tante, se l’aggiudicazione dell’appalto, avvenuta lo scorso 8 agosto, è stata bloccata, senza che siano state comunicate ufficialmente le motivazioni. Ma sembra che la causa più probabile sia la presentazione di un ricorso al Tar da parte dell’impresa seconda classificata. Certo, non sarebbe prudente aggiudicare definitivamente l’incarico, se poi dal ricorso, ma soprattutto dalla serie di “sguardi attenti” che la Procura di Pescara pare abbia aperto su tutta la vicenda concorsuale, dovessero emergere elementi di rilevanza giuridica o addirittura penale.

Oltre al Consorzio temporaneo Nike-Gesan, hanno partecipato al concorso-appalto quattro imprese:
1) Consorzio lavorabile, D’Arco servizi soc.coop. e Postecom spa;
2) Gpi e cons. coop. Sociali Sgs servizi globali sociosanitari. Cons. Target Sinergie soc. cons. a r. l. – Exprivia;
3) Sds e Servizi integrati – Auxilium;
4) Consorzio nazionale servizi soc. cop.- Televita.

Ma a chi fanno capo la Nike e la Gesan? La Nike srl. si occupa di attività' di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale, risulta domiciliata a Teramo, in via Prospero Celli, senza numero civico e, stando alla stampa, farebbe capo all’imprenditore teramano Franco Rubini. Lo si legge sul sito
http://www.emmelle.it/Prima-pagina/Cronaca/Call-center-regionale-a-gestirlo-sara-un-azienda-teramana/11-27641-1.html#sthash.ljCjR84Y.dpuf
in un articolo pubblicato 15 luglio 2013, intitolato: “Call center regionale, a gestirlo sarà un'azienda teramana. In dirittura di arrivo la gara di appalto: l'offerta migliore è del Consorzio Nike dell'imprenditore Franco Rubini. Previste 300 assunzioni .” Sullo stesso sito si legge che Rubini era molto soddisfatto del fatto che la sua azienda, teramana, gestisse il Cup regionale. “E' importante per la nostra economia ma anche per il servizio sanitario” aveva commentato Rubini. “Dovremo incrementare le potenzialità della nostra struttura di San Nicolò a Tordino e questo significa nuove assunzioni”.

Certo, un ottimo elemento, una buona carta da giocare quella delle assunzioni. La Nike, che gestisce il Centro unico di prenotazione della Asl di Teramo, ha attualmente circa un centinaio di dipendenti sul territorio provinciale. Ne sarebbero serviti altri 280-300, per completare la domanda sulle Asl di Pescara, Chieti e l'Aquila. Il know-how era forte, secondo Rubini, il quale dichiarava: “Il nostro partner (Gesan, al 20% ndr) è leader in Campania, la nostra struttura ha acquisito competenza e professionalità, soprattutto nel rapporto con l'utenza”. Sempre nello stesso sito si leggeva (e si legge ancora oggi, questo è il tempo di internet, dove tutto rimane) che Rubini, che è impegnato da oltre tre decenni nel settore della logistica e dei servizi, non è alla prima esperienza di gestione di un appalto così complesso: la Nike, che da circa 7 anni ha riunito tutte le società di capitali del gruppo (dalla storica Filips poi diventata Aret alla Aret service alla Multiservice) è stata scelta come partner da Poste Italiane e dalla Telecom.)

Aumento delle assunzioni a parte, se l'appalto del Call center regionale sarà definitivamente aggiudicato alla Nike sarà un bel colpo per un’impresa teramana e per Franco Rubini. Infatti prevede un importo complessivo di oltre 52 milioni di euro nei 5 anni (31,7 per i primi tre, ulteriori 20 nel biennio a rinnovo insindacabile delle Asl), così ripartiti: 6,7 per Pescara e Chieti, 3,4 per L'Aquila, 14,8 per Teramo (dove il servizio è interamente affidato all'esterno e non è misto, come previsto nelle altre aziende sanitarie).
Però, ed ecco perché ce ne occupiamo in questa rubrica, possiamo porci quattro domande un po’ birichine:

1. La storica Filips di cui si dice nel sito sopra riportato che ne facesse parte Franco Rubini è la stessa di cui faceva parte anche l’ottimo Peppino De Dominicis, attuale braccio destro del governatore Gianni Chiodi?
2. Il Franco Rubini della Nike, di cui tanto si è fin qui parlato, è soltanto un omonimo del Franco Rubini compreso nell'elenco “massoni d’Italia” (da me riportato nel mio libro sulla massoneria teramana a pagina 188-189) il cui nominativo risulta: “Rubini Franco, 28/03/1954 Teramo. Teramo. Abruzzi. Imprenditore”?
3. “Nike” vuol dire “vittoria”, ma la Nike srl. riuscirà a vincere davvero l’appalto per il Cup regionale dopo la decisione del Tar sul ricorso dell’impresa seconda classificata e dopo l’attenta “osservazione” della Procura di Pescara?
4. La vittoria ha sempre le ali? E, soprattutto, a volte trova qualcuno che le taglia la testa?
 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

viviamo, purtroppo, in una repubblica delle banane, costruita a immagine e somiglianza del grande capo silvio berlusconi, il quale, dando in pasto agli uomini con l'anello al naso(italioti) ciò che vogliono (tette e culi virtuali), gestisce insieme ai suoi amici di merende (massoni) la cloaca maxima romana (parlamento e altri luoghi di potere: comuni, provincie, regioni etc etc) nella quale, come porci, sguazzano festosamente. purtroppo, come da statistiche ocse, questo è un paese di ignoranti: il 70% della popolazione non capisce quello che legge e non sa fare di conto. ps presto appariranno manifesti funebri in cui si riporterà la dipartita all'altro mondo di quelli che 10-15 anni fa appiccarono manifesti funebri con l'annuncio della morte di FRANCESCO DI PIETRO ps 2 sono ancora vivo e mi prenderò la mia vendetta
Un caro amico, dopo un incidente 'trattoristico' raccontava di essere stato proiettato in alto dal trattore che rotolava. Raccontava la leggerezza e la piacevolezza di salire sempre più in alto, ma ad un certo punto voleva frenare quella corsa, quando si rese conto che quella carica ricevuta verso il bello avrebbe ricaricato una corsa contraria verso il suolo. Un cedimento più repentino di questa forza risparmierebbe tante brutte figure future a politici e manager intoccabili. Un lupo azzannato cede prima che il rivale sia costretto a finirlo, l'uomo si é costretti a distruggerlo perché spera sempre in una compassione.