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Il Modellismo teramano

di Pietro Ferrari
2 minuti

I bambini si appassionano ai modellini, crescendo magari si appassionano alle modelle, politicantando si appassionano ai 'modelli' politici, ideologici, oggi magari (defunti gli Assoluti) alla pragmatica azione sul territorio. Per carità, di 'modelli' ogni politico ha bisogno, sia per riferirsi ad uno schema che lo rappresenti e lo tragga d'impaccio, sia perchè la politica non può non attingere a quelle risorse immaginifiche e visionarie, idonee a produrre fascinazione per esperienze amministrative davvero poco entusiasmanti per natura.

Ecco allora che la 'rappresentazione' della realtà, non solo va 'oltre' la realtà stessa, ma va anche 'oltre' il tempo presente. Lo insegnava Vilfredo Pareto che l'irrazionalità delle scelte umane prevale rispetto alla razionalità. Non vi è alcun dubbio che l'emotività conti moltissimo nelle scelte, i cosiddetti 'residui' paretiani sono decisivi. Non esiste nessuna democrazia che può contare su una sconfinata quantità di elettori liberi da pulsioni emotive, psicologiche, da condizionamenti culturali, familiari, sociali, perfettamente istruiti, freddi e consapevoli per giudicare con esattezza programmi politici e risultati ottenuti.

E' ovvio che la demagogìa conti molto, e vale sempre e per tutti. Chi sarà chiamato a rispondere del fallimento di 'modelli', non sarà chi quei 'modelli' ha scagliato nel futuro e pertanto la scommessa sul 'modello' non può che essere vinta. In parole povere ogni 'modello' annunciato è un bluff proprio perchè i 'modelli' vanno pesati nel tempo, vanno rodati, vanno solo a posteriori indicati come identificanti uno 'stile' alternativo ad 'altri modelli' peggiori o migliori. Anzi, solo il consuntivo di una generazione può ardire di definire la stessa esistenza di un 'modello'.

A Teramo vi sono due 'modelli': uno che segue il fenomeno politico a cavallo dei due secoli e cioè Silvio I da Arcore, rispetto al quale ogni gregario come ogni avversario si presenta come semplice epifenomeno; l'altro è quello che si fa dettare l'agenda dagli ultras come base politica, ma che si riferisce ad un vertice che appartiene culturalmente e politicamente all'altra sponda. Bipolari. 

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Commenti

Bipolare. Si va bene. Ma la discriminante è la mancanza di discriminazione. I modelli vengono accettati e perchè? Chi ha perso la capacità di pensiero? Di avere una propria opinione?
C'è un termine che l'estensore dell'articolo ha usato e che merita forse di essere estrapolato e valutato per sé e per i significati semiologici che possiede: la fascinazione. In ambito sociologico e più prettamente semiologico- pubblicitario la fascinazione è la formula risolutivo del messaggio che non rimanda a nessun contenuto intrinseco, privo pertanto di ogni relazione con l'oggetto che 'dovrebbe' veicolare. ha lo scopo di far prevalere il segno sui referenti possibili o reali. Nell'agone politico odierno è fuor di dubbio che non è il modello che prevale. P. Ferrari infatti accenna alla fine degli 'modelli forti' lasciando intendere che comunque sono diffusi modelli 'deboli', l'uno dei quali fa capo all'uomo di arcore. Orbene, se uno analizza le locuzioni, gli argomenti, gli ideali, le proposte, le espressioni di cotale personaggio, si accorge che dietro le parole esiste il nulla, E' come la scena teatrale: pannelli e disegni in luogo di 'luoghi': il partito dell'amore? e' uno slogan; la libertà? una parola; la giustizia? un eufemismo; il bene? un flatus ecc. ecc. Evidentemente nessuna visione del mondo, nessun modello reca con sé, non è certo lui modello: non è l'uomo forte o del destino , come il Romagnolo di Predappio, non ha la sofferta responsabilità del cristiano in politica alla Moro, non ha l' etica laica di un antifascista impegnato nella ricostruzione del dopoguerra. Egli non reca nulla, se non lo stuolo dei clienti, il costante sorriso inespressivo del mattino, della sera e della notte, la sicurezza del ricco, la seduzione del potente. Quanto agli altri modelli: la massa, con termine mutuato dall'astrofica "è un buco nero": assorbe energia. La si conosce? se ne parla.
Si vola alto. Finalmente. Un Blog dai mille sapori. Complimenti. lettura difficile come il commento del "Compagno Filosofo". Un piacere leggervi. Per la comprensione devo digerire lentamente. Mi farò sentire.
Caro Ferrari, apprezzo l'arguzia e la sintesi della sua analisi, che al plastico Vespiano, tentativo malignamente popolare di rappresentare la realtà con la materia stessa di cui è composta, sostituisce un ricorso al modello astratto, ben più degno dalla prospettiva filosofica e sociologica. Quegli stessi epifenomeni di cui parla, sulla cui felicissima caratterizzazione mi trova d'accordo, sono a mio parere privi, in quanto tali, dell'appeal emozionale del loro archetipo. Ed è così che la giustificazione all'ignorante, in senso letterale, che viene coinvolto dal sorriso, riflesso della potenza economica, sessuale, fallocratica, decade. L'epifenomeno teramano viene scelto e supportato per mero interesse personale, ed è così che lo stesso, conscio di essere poco meno di uno specchio offuscato rispetto alla luce del proprio Vate meneghino, se ne fa consapevole e si fa prono a questo o quello, avendo dimenticato non tanto l'ideologia, quanto il significato stesso del termine. Continui così, ci da modo di pensare. C'è bisogno di antigelo di questi tempi.
Caro 'compagno filosofo'...allora è bastato il nulla per annichilire e paralizzare la sinistra italiana...pensa tu! Bastava un 'niente'...La verità è che la destra ha talmente dilagato da essere padrona e sotto.....lo stesso Mentana ha ultimamente affermato che ormai è anche all'estero evidente come il Governo sia Berlusconi e l'Opposizione sia Fini, che può permettersi di rappresentare una neo-destra radical chic, antirevisionista culturalmente ma penetrante perchè eretica.
@Lo Stilita, ma cos'è Vendola, se non un berlusconetto fuori tempo massimo? Uno che fa la 'fabbrica di niki' e poi in Puglia insieme alla Marcegaglia si schiera per gli inceneritori e viene contestato da Verdi e Comunisti? Uno che straparla del nulla, ma che viene apprezzato proprio perchè ha un rapporto carismatico e persuasivo col pubblico (non erano le tare del berlusconismo forse?)....uno che toglie soldi ai libri scolastici per rimpinguare vitalizi agli ex consiglieri regionali, ma che non viene mai attaccato per quello che fa. La sinistra è stata costretta a berlusconizzarsi e a fare outing: il berlusconismo è un metodo che piace a sinistra ma è inconfessabile. E' tutta qui la lotta tra Bersani e Vendola.....burocrazie che hanno strumentalizzato le primarie contro guitti che grazie alle primarie fanno il contropiede. Partiti contro Carismi. Berlusconi è invincibile.
Per Adrakun. Quando la sinistra ha dimenticato le sue radici ed ha smesso di essere di sinistra, liquidando il modello forte ed inseguendo 'la comunicazione' efficace, la ' cultura dello spot', adottando la strategia dei segni e non dei valori, è naufragata. Essa ha dimenticato che il mondo è banalmente diviso tra ricchi e poveri, tra alcuni sempre più ricchi e tantissimi sempre più poveri. E' una banalità, purtroppo dimenticata. Eppure, se la piazza si riempie, significa che le contraddizioni, seppure occultate dalla sinistra, possono riemergere. Roma, Atene, Londra docent!
Mi pare molto ingeneroso patagonare Vendola a Berlusconi i due sono diametralmene agli opposti: Vendola è (fino a prova contraria) una persona onesta, per Berlusconi le prove sono tutte contro di lui. E questo a me basta.
Ad Atene governano i socialisti e a Londra la destra che vorrebbero Fini e Casini...
Il Video mise incinta la Politica e vennero alla luce due gemelli omozigoti: berlusconismo e veltronismo, due facce della stessa medaglia...l'Arcitaliano, specchio che riflette la maggioranza degli italiani (che sono di centrodestra con o senza Lui) e il Buonista poi adottato da Madre Teresa di Calcutta e da Pubblicità... Progresso. Vendola è una variante del veltronismo alla cime di rapa.
Non esistono i modelli. L'Unico è quello del Vate Popper, caro Ferrari "Secondo Popper la tv sta peggiorando e tenderà a peggiorare sempre più seguendo la “legge dell’audience” anche detta “legge dell’aggiunta di spezie”. Queste spezie, rappresentate dalla violenza, dal sesso e dal sensazionalismo, non fanno altro che distorcere la realtà facendo aumentare così l’audience. Il fatto è che più si impiega questo genere di spezie più si educa la gente a richiederne, e dal momento che questo tipo di intervento è il più facile a capirsi da parte dei produttori ed è quello che produce una più facile reazione da parte del pubblico, si determina una situazione per cui si smette di pensare ad interventi più difficili. Basta prendere la scatola del pepe e metterlo nelle trasmissioni. Le emittenti, troppe ed in competizione, causano il deterioramento del prodotto televisivo e per mantenere l'audience adottano la politica del mandare in onda quel che piace di più alle grandi masse popolari, quindi programmi dai contenuti scadenti e sensazionali. “Difficilmente, però, la materia sensazionale è anche buona”. Coloro che producono televisione affermano di “dover offrire alla gente quello che la gente vuole” e che tale atteggiamento è sostenuto dalle “ragioni della democrazia” ma dare alla gente ciò che la gente vuole non corrisponde affatto all’idea di democrazia, “che è stata ed è quella di far crescere l’educazione generale offrendo a tutti opportunità sempre migliori”. La televisione cambia radicalmente e brutalmente l’ambiente dal quale i bambini traggono i modelli da imitare. Per questo Popper propone un corso per coloro che fanno televisione affinché possano essere istruiti circa i potenti effetti prodotti dal mezzo televisivo sui telespettatori. Al termine di questo “addestramento”,dopo aver superato con successo un esame, sarà concessa una patente che potrà essere ritirata a vita qualora si agisca in contrasto con certi principi. In questo modo chi fa la televisione viene reso consapevole del proprio coinvolgimento nell’educazione di massa e della propria responsabilità per l’ambiente che sta creando. Nella prima parte del suo libro, l’autore cita il fisico nucleare sovietico Sacharov inizialmente elogiandolo come figura esemplare perché da vittima dell’ideologia comunista era diventato rappresentante della libertà intellettuale ed in seguito considerandolo come uno dei più grandi criminali del secolo poiché la sua vita mancava dei valori di umanità". Complimenti per i suoi libri. Sto imparando a seguirla grazie a quel folle di Falconi. Lei lo sa che è comunista fin da piccolo? Buona collaborazione e a noi, buona lettura.
Difficile la sua scrittura. Letta e riletta. Ho compreso dei condizionamenti. Mi piacciono queste pillole e questo blog. Non mollate. Così si semina. Grazie
Va bene Salvo, è vero...ma vale pure per Saviano e Santoro altrimenti è un discorso che si smonta da sè. Prima c'era la radio ad essere accusata di essere megafono della propaganda (non a caso la inventò il fascista Marconi), prima ancora la capacità oratoria dei tribuni (magari straordinari imbonitori). Ritengo che in fin dei conti la televisione sia uno strumento e in quanto tale, necessariamente le nuove gerarchìe politiche devono saperla "usare". Non ha senso parlare di moralità di uno strumento quando è in gioco la miglior efficacia rispetto agli obbiettivi da raggiungere: l'elettore era già diventato telespettatore prima che il Video fecondasse la Politica....e le vele servono per prendere il vento.